Curiosità

Le telegrafiste dell’800: un primo passo verso la parità di genere

L’invenzione del telegrafo elettrico ha segnato la storia dei mezzi di comunicazione influenzando la vita sociale e, soprattutto, la condizione delle donne
Immagine tratta dalla serie tv «Le ragazze del centralino», 2017
Letizia Ricciardi
10.02.2022 09:30

La nascita del rivoluzionario sistema comunicativo, databile agli anni ’30 del XIX secolo, rappresenta un cambiamento cruciale per la comunicazione umana. Il sistema permise infatti di velocizzare la trasmissione dei messaggi facendo cadere le barriere temporali e permettendo, per gli standard dell’epoca, una sorta di comunicazione «in tempo reale» (si calcola che un messaggio potesse viaggiare da Parigi a Venezia in sole tre ore). Il telegrafo elettrico comparse dopo essere stato anticipato dal telegrafo ottico, sviluppato in Francia da Claude Chappe ai tempi della Rivoluzione. A fine ‘700 nel paese europeo maturarono idee inedite, con la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino si designò un nuovo modo di vedere la comunicazione: tutti avevano il diritto di esprimersi in qualsiasi momento e su qualsiasi argomento. Inoltre, si pensò che il telegrafo avrebbe potuto rappresentare un mezzo per unificare un paese molto grande come la Francia che, fino ad allora, non aveva avuto modo di far circolare le informazioni velocemente: con la riduzione delle distanze la popolazione poteva essere riunita in un solo punto e grazie a questo, secondo Chappe, si sarebbe favorita la coesione nazionale.

Il telegrafo elettrico comparse nel corso dell’800 come nuovo medium copiando in parte il suo predecessore. Il mezzo si impose nonostante vari dubbi e inquietudini che riguardavano anche l’utilizzo dell’elettricità che, a quei tempi, non era ben conosciuta e rappresentava una fonte di pericolo in quanto molte persone, lavorando con i fili della corrente, rimanevano folgorate. L’utilizzo sempre più frequente dell’apparecchio si deve anche ad esigenze sociali: vi era un bisogno consistente di controllare la rete ferroviaria, la quale rappresentava una delle vie più pericolose dell’epoca. Infatti, fino al 1840 circa, sulle reti ferroviarie transitavano anche veicoli privati la cui circolazione poteva essere controllata limitando il passaggio (quindi dando concessioni solo a determinate società) oppure creando un’infrastruttura informativa che portasse sicurezza alla ferrovia.

Il telegrafo aveva un sistema piuttosto semplice per la trasmissione delle informazioni: ci si recava in un ufficio telegrafico in cui si veniva accolti da alcune persone che si occupavano di trasmettere i messaggi ai telegrafisti, questi ultimi poi provvedevano alla traduzione in codice Morse. Il risultato veniva in seguito trasmesso lungo le reti telegrafiche sino all’ufficio più vicino al domicilio del destinatario. Nel luogo di ricezione il telegramma veniva decodificato e portato a casa della persona interessata. Il telegrafo non rappresentò dunque un mezzo domestico, non si trovava all’interno delle case, ma venne comunque ritenuto un medium istantaneo grazie alla velocizzazione nella trasmissione dei messaggi.

Oltre ad essere il primo settore in cui l’elettricità venne utilizzata per questioni pubbliche, il sistema comunicativo ottocentesco fece affiorare anche nuove figure sociali. La telegrafia rappresentò, infatti, uno dei primi ambiti in cui le donne ebbero una vera e propria mansione (dal 1840 in modo evidente) all’interno dell’amministrazione pubblica. Si crearono delle nuove categorie professionali come il telegrafista, la telegrafista o l’operatore telegrafico i cui compiti comprendevano l’invio e la ricezione dei telegrammi, l’utilizzo dei sistemi di segnalazione e l’instradamento dei treni per le ferrovie. Sebbene l’inserimento del gentil sesso nel mondo del lavoro in ambito pubblico rappresentò un passo estremamente positivo verso una possibile emancipazione, esso nascondeva molti lati negativi. Infatti, le donne erano isolate dagli uomini e potevano comunicare solo fra loro. Inoltre, dato che la trasmissione di messaggi rischiava di mettere le impiegate a contatto con persone malintenzionate, il lavoro veniva considerato «scandaloso» e per questo le telegrafiste furono costrette a restare nubili. Il nuovo ruolo delle donne colpì dunque l’immaginario sociale, ma celava una serie di lati negativi, quali turni di dodici ore consecutive, condizioni malsane e, come detto in precedenza, il divieto di sposarsi. Nonostante le circostanze di lavoro ottocentesche, probabilmente l’introduzione della mansione di operatrice telegrafica, e il conseguente inserimento delle donne nell’apparato pubblico, rappresentò una prima svolta verso l’emancipazione e la parità di genere, una lotta che il mondo femminile porta avanti da secoli e che ancora oggi non si può considerare completamente vinta.