L’intervista

Tre giorni all’insegna della comunicazione linguistica

Alla conferenza KNOWINT22, tenutasi presso l’USI, l’assistente dottorando Christian Geddo ci aiuta ad approfondire le tematiche affrontate da un vasto team di ricercatori provenienti da tutto il mondo
Conferenza KNOWINT22 tenutasi presso l’Università della Svizzera Italiana
Alessia Blum
Alessia BlumeKim Abbatiello
11.02.2022 10:01

L’Istituto di studi italiani dell’USI ha recentemente ospitato il convegno KNOWINT22, frutto della ricerca di un team di linguisti che si stanno prodigando nello studio delle fonti di conoscenza nell’interazione orale. Tre giorni per approfondire aspetti comunicativi che spesso diamo per scontati, ma che costituiscono la nostra base culturale e relazionale. Le giornate hanno coinvolto 66 ricercatori provenienti da 16 paesi e 4 continenti, con conferenze in presenza e online. Lo scopo è stato quello di riunire prospettive diverse, considerando dati nelle lingue di tutto il mondo.

Per poter capire meglio il cuore di questo evento ne parliamo con un membro del comitato organizzatore, l’assistente-dottorando Christian Geddo, il quale collabora al progetto FNS «InfinIta - La categorizzazione delle fonti di informazione nell’interazione faccia a faccia. Un’indagine basata sul corpus di italiano parlato TIGR», coordinato dalla Professoressa Johanna Miecznikowski.

Com’è nata l’idea di questo progetto?

Il progetto intende indagare come le fonti della conoscenza a noi nota vengano espresse nell’italiano parlato. Esistono infatti alcune lingue dotate di marche grammaticali per i diversi tipi di fonti ed esperienze di acquisizione, mentre altre lingue – come l’italiano – ricorrono a strategie varie, lessicali e non. Per esempio, il mio lavoro di ricerca si concentra su come esprimiamo e gestiamo fonti direttamente accessibili nell’hic et nunc della conversazione, attraverso la lingua ma anche – e soprattutto – mediante risorse multimodali, quali gesti, sguardi, movimenti e accessi multisensoriali.

Immaginiamo vi siate creati delle aspettative per quanto riguarda l’esito della ricerca, sono state soddisfatte?

La ricerca è ancora in corso. Certamente ci attendiamo di trovare strategie varie e non studiate sino a ora, guardando non soltanto ai singoli enunciati ma anche alla loro sequenzialità e ai legami con le attività in corso.

Nella vostra raccolta di dati avete parlato di gestualità. Che impatto ha nella comunicazione orale tra le diverse culture?

Il ruolo della gestualità è stato ampiamente riconosciuto come strumento di comunicazione sia in una singola lingua, sia attraverso lingue diverse. Esistono variabili dipendenti dalle culture, dal modo di concepire la materialità del mondo e dalla prospettiva umana sulle cose. Tuttavia, la natura comunicativa di certi gesti è quasi universale. Grazie alle nostre video-registrazioni sarà possibile studiare l’espressione e la gestione della conoscenza in modo comprensivo. Inoltre, nel mio lavoro di ricerca, sto considerando anche altri aspetti non linguistici: sguardi, posizioni, movimenti e diverse sensorialità sono infatti sfruttati dai partecipanti per esprimere la conoscenza e renderla accessibile in modo intersoggettivo.

Come evolverà questo studio nel prossimo futuro? Chi ne trarrà maggior beneficio?

Lo studio proseguirà con la raccolta di dati, che saranno trascritti e pubblicati nel corpus TIGR. Le video-registrazioni consentiranno di andare al di là di una visione logocentrica, dominante per molto negli studi sulla comunicazione verbale. Inoltre, il corpus costituirà una fondamentale risorsa documentaria per l’italiano parlato in Svizzera, fra Ticino e Grigioni, accessibile a ricercatori di tutto il mondo. Infine, il progetto «InfinIta» consentirà di comprendere meglio come la conoscenza viene acquisita, gestita ed espressa nell’interazione, mediante un insieme di pratiche multimodali, collaborative e socialmente organizzate.