L'editoriale

Un milione di aiuti

Il Fondo Nazionale Svizzero e la sezione Svizzera di Scholars at Risk si attivano in aiuto di ricercatori e ricercatrici di nazionalità ucraina
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Antonio Paolillo
Antonio Paolillo
24.03.2022 06:00

Con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina lo scorso 24 febbraio, la capacità – e la voglia – di costruire progetti, di investire sul proprio futuro, da parte di studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo ha subito un nuovo scossone, proprio mentre stavano cercando di rialzarsi dal terremoto della pandemia. Possiamo solo immaginare quanto questo sia ancor più vero per coloro nella comunità accademica di origine o nazionalità ucraina, che oltre alle incertezze dovute ai tempi già di per sé difficili, sono colpiti in prima persona dal conflitto.Per questo motivo l’USI ha deciso di agire in modo concreto in aiuto dei suoi studenti che stanno vivendo questa situazione. «La società si è mobilitata per fornire aiuti concreti alla popolazione colpita e il mondo accademico non è stato da meno. – Dice il Rettore Boas Erez - L’USI ha deciso di mettere a disposizione borse di solidarietà a favore di chi, a causa di questa guerra, dovesse incontrare difficoltà a continuare gli studi all’USI». Inoltre, il Fondo Nazionale Svizzero, insieme alla sezione Svizzera di Scholars at Risk - un network internazionale di istituzioni e individui la cui missione è di proteggere gli studenti e di promuovere la libertà accademica, a cui l’USI aderisce dal 2016 - ha attivato un fondo di 1 milione di franchi per il sostegno alle ricercatrici e ricercatori provenienti dall'Ucraina che saranno ospitati da istituti di istruzione superiore svizzeri. La borsa di studio è destinata a persone di nazionalità ucraina in fuga dal Paese oppure che si trovavano all'estero durante gli accadimenti e, quindi, impossibilitati a rientrare in Ucraina. Così informa il sito usi.ch.Un’iniziativa importante – per maggiori informazioni e candidature contattare Maurizia Ruinelli ([email protected]) - al fine di iniziare ad intravedere una piccola luce in fondo ad un tunnel che sembra insuperabile, con l’augurio da parte del Rettore «che i toni di tutti questi conflitti diminuiscano rapidamente, per tornare finalmente a poter progettare più serenamente il nostro futuro». 

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