Luganese

Rocambolesco inseguimento a Paradiso: i tre malviventi sono volti noti

I tre ladri – padre e due figli – erano già diffidati dall’entrare in Svizzera: secondo alcune fonti, venerdì erano tornati con l'obiettivo di compiere un furto con scasso nel Bellinzonese
Andrea Stern
Andrea Stern
04.02.2024 09:15

Sono volti noti alla giustizia ticinese i tre milanesi - padre e due figli - protagonisti del rocambolesco inseguimento che ha sconvolto la quiete del venerdì sera luganese. A quanto pare, i tre ladri erano già diffidati dall’entrare in Svizzera. In ogni caso erano attesi al varco e quando venerdì mattina sono entrati in Ticino con una BMW attraverso un valico secondario il loro ingresso non è sfuggito al sistema di videosorveglianza, sebbene i tre malviventi si fossero premuniti di posare sulla loro automobile delle targhe ticinesi clonate.

La famiglia milanese è tornata in Svizzera, questo venerdì, con l’obiettivo di compiere un furto con scasso nel Bellinzonese, secondo voci raccolte sul momento a Paradiso. Il terzetto pensava di passare inosservato ma le forze dell’ordine si sono subite messe alle sue calcagna. Hanno seguito discretamente le sue gesta e si sono appostate a Rivera con l’idea di fermare la vettura al ritorno verso sud, con la refurtiva nel bagagliaio. Ma le cose sono andate diversamente e la polizia si è ritrovata a inseguire l’auto dei malfattori che sfrecciava ad alta velocità sul tratto di A2 verso Lugano. Subito sono stati allestiti dei posti di blocco a tutte le uscite autostradali. Pochi minuti dopo gli agenti appostati all’uscita di Lugano Sud si sono visti giungere incontro proprio l’auto della famiglia milanese.

L’incidente e la corsa

Pensavano che l’operazione si sarebbe conclusa a breve. Ma i tre malviventi, incuranti dell’invito a fermarsi, hanno proseguito la loro folle corsa. Hanno forzato il blocco all’uscita autostradale e si sono allontanati in direzione di Paradiso, nel maldestro tentativo di far perdere le proprie tracce. Giunti a Paradiso, i tre ladri sono incappati in un ulteriore posto di blocco, su via Carona, all’altezza della stazione ferroviaria. Hanno quindi cercato nuovamente di evitare il fermo ma questa volta il tentativo di fuga si è risolto in un incidente. La loro automobile è finita contro un muro ed è rimasta danneggiata. I tre ladri sono quindi scesi dall’auto e hanno cercato di dileguarsi a piedi. Uno di loro, uno dei due figli, è stato subito fermato dalla polizia, mentre gli altri due sono riusciti a prendere il largo.

Solo per poco tempo, poiché ben presto la polizia è riuscita a rintracciarli nella zona boschiva di Capo San Martino e a mettere le manette anche ai loro polsi. Attorno alle 22.30 si è così conclusa la rocambolesca fuga della famiglia milanese , che ha animato la serata luganese non fosse altro che per il vasto dispiegamento di ricerca che ha visto impegnati agenti della polizia cantonale e, in supporto delle polizia Città di Lugano, polizia Ceresio sud, polizia dei trasporti e l'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC).

Attrezzi e refurtiva in auto

In un comunicato, il Ministero pubblico e la polizia cantonale hanno spiegato ieri, sabato, che i tre uomini sono stati interrogati e successivamente arrestati. Le perquisizioni, personali e della vettura, hanno permesso di rinvenire attrezzi da scasso e refurtiva. Sarebbe stata rinvenuta anche una smerigliatrice.

Nei confronti dei tre uomini milanesi - di rispettivamente 65, 38 e 35 anni - il Ministero pubblico ipotizza i reati di ripetuto furto, danneggiamento, violazione di domicilio, impedimento di atti dell'autorità, violazione del bando e grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale. L'inchiesta, coordinata dalla Procuratrice pubblica Valentina Tuoni, dovrà ora chiarire l' eventuale loro coinvolgimento in furti con scasso commessi nelle scorse settimane in Ticino.

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