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Se il Cantone non batte cassa

Utili immobiliari, l’imposta calcolata su tempi lunghi e c’è chi attende mesi per i «rimborsi»
Ogni mese il Cantone riceve 700 decisioni di tassazioni sugli utili immobiliari.
Prisca Dindo
17.09.2023 11:00

Il problema preoccupa i notai e innervosisce chi vende case, palazzi o appartamenti: i tempi dei servizi cantonali che si occupano dei depositi della Tui, l’imposta sugli utili immobiliari, si sono progressivamente allungati. I professionisti del settore parlano di otto-dodici mesi prima che avvenga la restituzione della parte di garanzia versata in eccesso dal venditore sul conto del Cantone.

Funzionari sotto pressione

In una recente risposta ad una interrogazione, il Consiglio di Stato ridimensiona i ritardi e parla di tre-quattro mesi. Ciò non toglie che i funzionari del servizio della contabilità dell’Ufficio esazione e condoni della Divisione delle contribuzioni siano sotto pressione: sul loro tavolo giungono ogni mese ben settecento decisioni di tassazioni sugli utili immobiliari e la procedura di restituzione delle eccedenze è complessa. «Prima della restituzione dei depositi - spiega il Consiglio di Stato - occorre infatti verificare l’esistenza di eventuali arretrati fiscali di ogni venditore ai fini delle imposte cantonali, federali, comunali e delle relative multe. In presenza di arretrati, il deposito va ripartito sulle varie imposte a copertura dei debiti fiscali. Anche in assenza di arretrati prima di poter restituire l’eccedenza occorre calcolare gli eventuali interessi remunerativi a favore dei venditori».

Una gestione lunga e tortuosa

Insomma, una gestione amministrativa piuttosto lunga e tortuosa che molti venditori faticano a comprendere. «Soprattutto se si tratta di venditori della Svizzera interna, dove le cose funzionano diversamente», puntualizza il presidente dell’Ordine dei notai ticinesi Mario Bazzi, ricordando come la fiscalità varia da Cantone a Cantone. «Ad esempio a Zurigo il notariato è di Stato, perciò sono gli stessi notai cantonali a trattenere direttamente la Tui, accorciando un po’ i tempi», spiega Bazzi. In Ticino vige invece il libero notariato e il meccanismo attorno al quale ruota la tassa è diverso.

I costi potenzialmente deducibili

Il notaio che si occupa della compra vendita dell’immobile ha l’obbligo di versare allo Stato entro dieci giorni un deposito in garanzia della Tui. Si tratta di una percentuale del valore del rogito che il professionista deduce dalla somma complessiva versata dall’acquirente. Spesso però questa trattenuta supera l’effettiva imposta dovuta: perciò il venditore ha il diritto di bussare alla porta del servizio della contabilità dell’Ufficio esazione e condoni per farsi restituire il deposito TUI che eccede, allegando tutta una serie di costi potenzialmente deducibili.

«Apparentemente la procedura è snella e pertanto il venditore dovrebbe ricevere in tempi brevi il deposito eccedente. Invece l’evasione della TUI definitiva, sia che sia a favore, che a sfavore del venditore, è spesso lunga e richiede molti mesi se non anni», scrivevano i deputati Alessandro Speziali, Alessandra Gianella, Cristina Maderni, Giacomo Garzoli, Roberta Passardi autori dell’interrogazione con la quale lo scorso marzo chiedevano spiegazioni al Consiglio di Stato. Di fronte alle lungaggini segnalate dagli operatori del settore i parlamentari Plr chiedevano inoltre una serie di delucidazioni, ipotizzando una possibile mancanza di personale del servizio.

L’automazione è difficile

«Purtroppo l’automazione integrale dei processi di lavoro risulta alquanto difficoltosa - ha risposto loro in agosto il Governo - Una maggiore automatizzazione, attualmente in fase di valutazione, potrebbe comunque favorire la riduzione dei tempi legati alla restituzione dei depositi. Nel frattempo, compete alla Divisione delle contribuzioni verificare l’adeguatezza delle risorse del servizio ed eventualmente riorientare la dotazione ad essa attribuita in funzione delle necessità».

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