Fuga dalla città

A Cavagnago tra mucche, palazzi, cascine e case

La storia dell’agriturismo e B&B Bertazzi è anche la storia di questo piccolo villaggio leventinese sospeso tra attività tradizionali e avvento del turismo
@photolocatelli.ch
Sara Groisman
11.01.2023 12:00

All’ingresso di Cavagnago c’è un edificio ben piantato, «il Palazzo», costruito a inizio ’900 da un abitante che sognava di attirare, su questo terrazzo assolato, i villeggianti italiani che affollavano gli alberghi di Faido. Passandoci davanti ci si trova circondati dallo scampanare di mucche invisibili, che ricorda un’attività tradizionale: l’allevamento di bestiame.

Tra allevamento e turismo si situa anche l’Agriturismo – B&B Bertazzi, disseminato in una cascina e tre case del nucleo che ospitano cinque appartamenti e un punto d’incontro. Qui mi accolgono Valeria, Federica, Dario e i minuscoli Elisabetta e Vito.

«Chi tra voi è Bertazzi?» chiedo. Ridono: «Non c’è… in famiglia nessuno è sposato e così noi non abbiamo quel cognome». Intorno a una torta, mentre i bambini giocano, mi raccontano: «Un tempo la famiglia Bertazzi era l’unica del paese che non aveva bestiame, perché il bisnonno era maestro. Ora siamo una delle poche che ce l’hanno… A creare l’azienda agricola è stato Giorgio, il padre di Dario: era partito per l’università, ma non era soddisfatto. È tornato e ha avviato l’attività, aiutato dalla compagna d’allora, Elisabetta.»

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Nel 1998 è nato anche l’agriturismo, gestito da Daniela, mamma di Dario. Nel 2016 l’azienda agricola è passata a lui, e dal 2021 l’agriturismo a Federica e Valeria. «Siamo arrivate a Cavagnago nel 2016: Federica gestiva il ristorante e io l’aiutavo» dice Valeria. Lei, «cittadina», viene da Artore, sopra Bellinzona; Federica è di Tortengo, un villaggio qui vicino («Volevo partire: sono andata a Basilea, in Messico… ma poi si torna alle origini»). «Alla fine il ristorante è stato chiuso, ma intanto avevamo conosciuto i fratelli, Dario e Eliseo, e fatto famiglia.»

Oltre a occuparsi del B&B, le due aiutano Dario con le sue 32 mucche (più qualche capra sudafricana «per hobby») ed Eliseo, che ha un’azienda forestale. «Ci si sostiene sempre! Ognuno fa il suo lavoro ma tutto è legato». Così, la legna di scarto dell’azienda forestale va a scaldare il B&B, mentre i prodotti dell’azienda agricola vengono serviti agli ospiti per colazione, nella mansarda con vista ristrutturata da Eliseo. «Abbiamo carne certificata Bio Suisse e Vacca Madre Svizzera, salumeria ed il premiato formaggio DOP Alpe Stabiello» dice Federica. «I dolci li faccio io, il resto viene dalla zona: il pane arriva ogni giorno in bus da Biasca.»

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I prodotti si trovano anche nel self-service sempre aperto a tutti che sta nel punto d’incontro, vicino alla reception. «C’è anche un bagno e fuori abbiamo messo un tavolo dove bersi un caffè.» Un’opera di servizio pubblico molto apprezzata: «Quelli che fanno la Strada Alta spesso ci ringraziano.» Passano in tanti? «Sì, ma non è più come negli anni ’80, quando erano centinaia e dovevano dormire nei fienili» dice Dario. «Anche mio zio, uno svizzero tedesco, era venuto a piedi; la sera s’è fermato a bere nel ristorante del paese e, dopo aver fatto festa, s’è comprato una stalla… Così è rimasto. E ha sposato mia zia.»

«Ma stiamo divagando!» dice Federica. «Chiedevi degli ospiti: sono tanti e arrivano da tutto il mondo. Molti olandesi e svizzeri tedeschi, e poi svedesi, malesi…»

«Ricordo degli americani» interviene Valeria. «Erano imparentati con una signora che abita qua e venivano a vedere le loro origini. Solo una di loro aveva ereditato il cognome, diceva fiera: I’m Faretti

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Tanti anche gli ospiti attirati da sentieri, arrampicate, cascate… «Vogliamo promuovere la zona e tutta la sua offerta. Ci fa piacere quando si fermano a scoprirla.» Gli appartamenti si prestano senz’altro a lunghi soggiorni: spaziosi, attrezzati e luminosi, con balconi affacciati sul verde di giardino e valle.

L’ultimo tassello del B&B si raggiunge incamminandosi verso Sobrio: sotto l’azienda agricola, ecco la cascina. Se ne sta tra i prati, sfiorata da un noce. Le mucche scampanano ma non si vedono.

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