Storie di pinte

Un’aquila che riprende a volare dopo più di un secolo

Nel 2017 i tre amici Johnny, Claudio e Ivan hanno fondato a Dongio la Fabbrica di birra St.Salvatore, rilanciando un marchio fondato nel lontano 1882
@Carlo Reguzzi
Omar Cartulano
11.01.2023 12:00

Può esistere un legame tra un birrificio di fine ‘800 e un codice QR che rimanda a una canzone da ascoltare in streaming?  Sì, è in Valle di Blenio e ha un’aquila nel logo e un nome a fare da ponte tra due epoche così lontane: la Fabbrica di birra St.Salvatore di Dongio.

Quando Johnny ha deciso di lanciarsi nella produzione di birre artigianali con Claudio e Ivan, nemmeno conosceva la storia dell’antico birrificio di Torre nato nel 1882, lì dove poi si sarebbe sviluppata la leggendaria fabbrica di cioccolato Cima Norma. Ma le storie si trovano dove meno te l’aspetti e dei creativi sanno come farle fruttare: è così che nel 2017 si è rilanciato un marchio rimasto nel dimenticatoio per oltre un secolo dato che l’avventura della vecchia birra valligiana durò a malapena due decenni.

«Dammi un’artigianale e non dam ‘na bira.» Il trio di sopracenerini, come tanti altri birraioli, sogna che in un ristorante ticinese presto la gente si esprima così, in una più diffusa cultura della birra artigianale. Loro in ogni caso hanno già deciso di puntare tutto sulla qualità e sulla costanza. «Grazie agli investimenti fatti per la strumentazione, i nostri prodotti mantengono sempre le loro peculiarità. Non c’è spazio per il caso.»

@Carlo Reguzzi
@Carlo Reguzzi

In catalogo ci sono sei birre che permettono di andare alla scoperta di vari gusti e magari far innamorare qualche curioso. Chissà che non sia un qualche turista (un tipo di cliente sempre più importante) che la St.Salvatore raggiunge grazie alla vendita in capanne, negozietti e stazioni sciistiche. Per strizzargli l’occhio, la descrizione delle creature luppolate è d’altronde disponibile anche in tedesco. Nei piani iniziali di un’impresa che è sempre in crescita, i fondatori del birrificio ammettono di non aver pensato a questo settore di vendita, come nemmeno a un target decisivo per il loro successo. «Pensavamo di poter interessare agli over-35, ma in realtà i giovani sono i più curiosi!»

Un fattore che dà loro speranza per il futuro, nel quale si lanciano con tante idee. Da birre a tema sportivo come la “MTBbir” o quella prodotta per il Greina Trail, sino alla “Hotlanta”: una birra leggera e beverina “per chi ha la musica dentro” o è pronto a scoprirla semplicemente inquadrando l’etichetta col proprio smartphone.

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