Alessandro Preziosi dentro l’accecante mistero di Van Gogh

LUGANO - Vincent Van Gogh - L’odore assordante del bianco di Stefano Massini, presentato martedì e mercoledì al LAC nell’ambito delle proposte di LuganoInScena, si compone di tre parti ben distinte tra loro. La prima vede il protagonista (interpretato da Alessandro Preziosi) alle prese con il fantasma del fratello minore, Theo, che Vincent immagina sia venuto a trovarlo da Parigi nel manicomio di Saint-Rémy, in Provenza, dove l’artista è stato ricoverato dopo essersi tagliato un orecchio in uno scatto d’ira. La sezione centrale dello spettacolo vede l’entrata in scena di due infermieri e del medico curante di Van Gogh che lo trattano con disprezzo e finta accondiscendenza, provocandolo, tanto da indurlo a sottrarre un paio di forbici allo psichiatra da strapazzo e a puntargliele alla gola. Sul più bello irrompe sul palco il direttore della clinica che calma il paziente, redarguisce l’incauto collega e gli inservienti e cerca di alleviare le sofferenze dell’artista sottoponendolo a una seduta di ipnosi durante la quale emergeranno molti elementi interessanti rispetto all’origine del suo malessere nervoso. Tre capitoli dalle atmosfere molto diverse fra loro, accomunati dalla scrittura lucida ed estremamente fluida di Massini e dall’eccezionale prova attoriale di Preziosi che - grazie a un linguaggio corpore semplice solo in apparenza e impressionante per efficacia - dà corpo a un personaggio dilaniato che passa da uno stato di estrema coscienza dei propri problemi, alle allucinazioni più folli, alle intuizioni più geniali sul suo mestiere di pittore. Meno omogenea e meno convincente la regia, firmata da Alessandro Maggi, che utilizza un registro piuttosto piatto nella parte iniziale, uno sopra le righe (ma senza spingersi fino al limite del demenziale) nella seconda, prima di trovare il giusto equilibrio nel finale, grazie soprattutto all’entrata in scena di Francesco Biscione nei panni del direttore del manicomio. Quest’ultimo è l’unico a cercare di penetrare nell’«oceano» in burrasca della mente di Van Gogh, a provare a scoprire cosa c’è dietro quel bianco accecante che pervade il suo universo contorto. Una ricerca appena abbozzata, tanto il personaggio è complesso, come dimostra il fascino che emana ancora oggi. Lunghi applausi finali.