Caldo record: a rischiare di più sono i Paesi in cui ancora non si è palesato
La siccità. E le ondate di calore. Due temi centrali negli ultimi tempi e che continuano a essere tanto discussi. Dopotutto, è risaputo: il riscaldamento globale sta rendendo il caldo pericoloso molto più comune, a quasi tutte le latitudini. Va da sé, quindi, che la situazione sia sempre più estrema. A tal proposito, un gruppo di ricercatori britannici ha pubblicato uno studio, volto a scoprire quali siano i luoghi sulla Terra più a rischio, in caso di caldo eccessivo. Non tutti i Paesi, infatti, potrebbero essere sufficientemente pronti per combattere contro le ondate di calore. E tra questi, ci sono proprio quelli in cui – per ora – non si sono ancora verificati eventi particolarmente estremi.
Chi sa già come comportarsi
Partiamo dallo studio. Pubblicata martedì sulla rivista Nature Communications, l'indagine di Dann Mitchell, scienziato del clima, e dei suoi colleghi si è occupata di analizzare le temperature massime giornaliere registrate in tutto il mondo in un periodo di tempo compreso tra il 1959 e il 2021. Come si può facilmente immaginare, secondo i dati dell'analisi, le regioni del mondo colpite da un caldo straordinario sono state tante, tantissime. Nell'arco di 62 anni, infatti, eventi di questo genere si sono registrati in aree che coprono fino al 31% della superficie terrestre. Inutile, ovviamente, ribadirlo, ma si tratta di situazioni estreme, che a detta degli stessi esperti «non avrebbero dovuto verificarsi». Ma attenzione. C'è un però. Nonostante si tratti di condizioni particolarmente critiche, volendo guardare il lato positivo, i Paesi che hanno già sofferto per il caldo intenso, in qualche modo, ora sanno come comportarsi. E pertanto, con molta probabilità, riusciranno ad affrontare le sfide che si paleseranno in un futuro fin troppo vicino. A preoccupare, quindi, è qualcos'altro. Ed è il modo in cui dovranno gestire una potenziale ondata di caldo quei Paesi che ancora non ne hanno sperimentata una estrema.
... e chi ancora no
A qualcuno potrà sembrare strano, ma i dati dello studio di Mitchell e colleghi non possono che confermarlo. Sebbene il forte caldo e la siccità abbiano toccato tutti i continenti negli ultimi mesi, ci sono dei Paesi che «per puro caso» (dicono gli autori dello studio) sono stati, fino ad ora, risparmiati. E – udite udite – tra questi ci sono anche paesi particolarmente sviluppati economicamente. Come la Germania, per fare un esempio. Ma anche i Paesi Bassi, il Belgio e il Lussemburgo. Spostandoci verso l'Asia, anche la regione cinese intorno a Pechino, per il momento, non è ancora stata sfiorata da ondate di calore eccessivo. E lo stesso vale anche per Afghanistan, Guatemala, Honduras, Papua Nuova Guinea. Paesi ancora in via di sviluppo, che potrebbero pertanto non avere le risorse necessarie per garantire la sicurezza della popolazione. Per concludere, temperature molto alte potrebbero – prima o poi – raggiungere anche la Russia orientale, la parte nordoccidentale dell'Argentina e quella nordorientale dell'Australia.
Colpa dell'uomo? Snì
Qualcuno, tuttavia, potrebbe chiederselo. Se fino ad ora queste aree sono state risparmiate, perché dovrebbero venire colpite? Il principio, però, è il medesimo per cui nel corso degli ultimi 62 anni altre nazioni e parti del mondo sono stati vittime di forti ondate di calore. Secondo lo studio di Mitchell, infatti, gli stessi periodi di caldo straordinario che hanno avuto luogo in diversi parti del mondo non rientravano nell'ambito della plausibilità statistica. E questo, chiaramente, suggerisce che tutto il mondo, potenzialmente, possa essere teatro di condizioni climatiche estreme.
Una cosa interessante su cui lo studio pone l'attenzione, poi, è il ruolo dell'uomo in questo cambiamento. Stando a quanto emerge dai dati, infatti, il tempo è sempre stato molto variabile e questi eventi – come le ondate di caldo straordinario – considerati spesso "eccezionali" sono in realtà capitati diverse volte nel corso della storia della Terra. Il che, dunque, suggerisce che, al di là del comportamento degli esseri umani, alcune condizioni di questo tipo siano destinate a ripetersi, indipendentemente dal riscaldamento del pianeta. Tuttavia, però, l'impronta dell'uomo non può che incidere negativamente, peggiorando un quadro già critico, e accelerando il processo tale per cui eventi straordinari diventeranno sempre più normali.