I disastri naturali costano oltre 200 miliardi di dollari l'anno

«Tra il 2001 e il 2020, i danni diretti causati da calamità naturali sono più che raddoppiati, superando i 200 miliardi di dollari all'anno. Le perdite dirette rappresentano solo una frazione del costo reale delle calamità naturali. Molti di questi danni erano prevedibili e il loro costo supera i 2,3 trilioni di dollari all'anno, considerando i costi indiretti e quelli per gli ecosistemi».
Lo denuncia Natalia Alonso Cano, capo per l'Europa e l'Asia centrale dell'Agenzia dell'Onu per la riduzione del rischio di disastri (Undrr), durante a un evento sul cambio climatico in vista della Cop 30' organizzato da Annalisa Corrado (Pd).
«I bambini nati nel 2020 - ha aggiunto Alonso Cano - hanno oltre il 20% di probabilità in più di subire un'alluvione catastrofica rispetto a quelli nati nel 1990. L'impatto umano è più grave nel Sud del mondo. Ma le perdite economiche e la non assicurabilità, ovvero la mancanza di garanzie assicurative circa i disastri ambientali, stanno crescendo più rapidamente nei paesi più sviluppati».
Per quanto riguarda, invece, direttamente la prossima Cop 30 di Belem, in programma tra il 10 e il 21 novembre, l'agenzia dell'Onu lancia un appello perchè ci sia una iniziativa urgente per ridurre la differenza tra le emissioni globali attuali e quelle necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici (emission gap).
Quindi chiede un aggiornamento dei contributi determinati su livelli nazionali «ambiziosi», l'integrazione dei Piani Nazionali di Sviluppo (NAP) e dei piani di Riduzione del Rischio climatico e infine il rafforzamento della Rete di Santiago per le Perdite e i Danni (Santiago Network for Loss and Damage), iniziativa creata alla COP25 per fornire assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo nella gestione delle perdite e dei danni causati dai cambiamenti climatici.