Negli ultimi vent'anni, il ghiaccio marino artico si è sciolto più lentamente

Quando si pensa all'Artico si pensa, inevitabilmente, al ghiaccio che si scioglie. Ma ora, i risultati di un nuovo studio condotto nell'area mostrano un'altra realtà, che sorprende anche gli scienziati. Secondo l'indagine pubblicata da Geophysical Research Letters, il ghiaccio artico si è sciolto più lentamente negli ultimi due decenni e in tutte le stagioni. Anche nel corso di periodi con «temperature record».
Nello specifico, gli esperti hanno rilevato che tra il 2005 e il 2024 il ghiaccio marino artico si è ridotto al ritmo più lento rispetto a qualsiasi periodo di osservazione di vent'anni. Per lo meno, da quando sono iniziate le misurazioni satellitari nel 1979. Un risultato a cui si è giunti utilizzando due diversi set di dati, che hanno confermato che negli ultimi vent'anni lo scioglimento è stato «due volte più lento» rispetto al tasso a lungo termine.
Si tratta, certamente, di un dato positivo. Che, tuttavia, va contestualizzato e analizzato in maniera opportuna. Tanto per cominciare, il rallentamento evidenziato dallo studio, infatti, è «temporaneo», come confermano i modelli. A detta degli esperti, potrebbe durare per altri 5 o 10 anni. A seguire, però, la situazione potrebbe completamente ribaltarsi e il ghiaccio potrebbe sciogliersi più rapidamente rispetto alla media a lungo termine. Annullando anche qualsiasi breve parentesi come quella degli ultimi anni.
«Nonostante l'aumento delle emissioni e delle temperature globali, è ancora possibile assistere a periodi in cui la perdita di ghiaccio marino artico è minima», ha spiegato al Washington Post Mark England, autore principale dello studio.
Effetti positivi (ma non troppo)
Ma che cosa ha portato, a tutti gli effetti, a un rallentamento dello scioglimento dei ghiacci artici? Proviamo a fare chiarezza.
Innanzitutto, è bene ricordare che le attività umane stanno – senza ombra di dubbio – riscaldando il pianeta, attraverso il rilascio di gas serra che intrappolano il calore nell'atmosfera e accelerano lo scioglimento dei ghiacci. Ma mentre il cambiamento climatico è stato il fattore predominante che ha determinato il declino dei ghiacci, gli scienziati sostengono che anche le variazioni naturali sulla Terra, come El Niño o l'Oscillazione Multidecennale Atlantica, possono avere effetti diversi sul nostro ambiente nel corso del tempo.
In tal senso, come ha dichiarato al Washington Post Alex Crawford, assistente professore di ambiente e geografia all'Università di Manitoba, il fattore più comune nei cicli naturali della Terra è la differenza nella quantità di energia scambiata tra l'oceano e l'atmosfera. «C'è sempre energia che va e viene tra l'atmosfera e l'oceano. Per vari motivi, gli oceani possono immagazzinare molta più energia rispetto all'atmosfera», ha spiegato l'esperto. Ciò significa che, in alcuni anni gli oceani assorbono un po' più energia del normale, il che rende l'atmosfera globale più fredda del normale. Se gli oceani assorbono un po' meno energia del normale, l'atmosfera globale sarà più calda del normale. «L'esempio più famoso di questo fenomeno è El Niño e La Niña, ma esiste anche una variabilità a più lungo termine che può verificarsi nell'arco di diversi decenni e amplificare (ad esempio, gli anni 2010) o indebolire (ad esempio, gli anni 2000) la tendenza al riscaldamento globale», ha spiegato Crawford. «Tutto questo è normale».
Ciò significa che, negli ultimi due decenni, secondo il professor England, i cicli naturali del pianeta potrebbero aver contribuito a creare acque più fredde intorno all'Artico, contribuendo a favorire la crescita del ghiaccio marino. Tuttavia, il calore aggiuntivo generato dalle attività umane ha contrastato questa crescita e portato a un deficit complessivo. Il fatto che il ghiaccio si sia sciolto più lentamente, infatti, non deve essere inteso come un risultato prettamente positivo. Per mettere le cose in prospettiva, senza il cambiamento climatico, queste variazioni naturali avrebbero potuto persino causare una crescita del ghiaccio marino negli ultimi due decenni.
Un fenomeno non raro
Parliamo, però, anche della rarità di fenomeni come questo. Secondo gli scienziati, il rallentamento dello scioglimento dei ghiacci artici si verifica periodicamente anche in presenza di elevate emissioni di gas serra. Nello studio, il team ha analizzato modelli climatici passati che mostravano queste perdite di ghiaccio più lente negli ultimi due decenni. Hanno scoperto che questi rallentamenti si verificavano circa il 20% delle volte nelle simulazioni. «Non si tratta di un evento raro e sporadico. È qualcosa che dovrebbe essere previsto come parte dell'evoluzione del sistema climatico», ha affermato England,
Non è tutto. Il team ha scoperto anche che l'attuale rallentamento ha il 50% di probabilità di durare per altri cinque anni, mentre il 25% di probabilità di durare per altri 10 anni.