Ambiente

Se i ghiacciai si sciolgono più velocemente del previsto

Secondo un nuovo studio della Carnegie Mellon University, nello scenario migliore entro il 2100 dovremmo dire addio alla metà delle superfici ghiacciate del nostro pianeta
© Shutterstock
Federica Serrao
07.01.2023 14:00

I ghiacciai soffrono da tempo. Ma le notizie che, anno dopo anno, vengono divulgate sulle loro "condizioni di salute" sono sempre più preoccupanti. Secondo un nuovo studio della Carnegie Mellon University pubblicato su Science negli scorsi giorni, entro il 2100 la metà dei ghiacciai del pianeta si scioglierà. E la notizia ancor più drammatica è che questo avverrà anche se l'umanità dovesse riuscire a portare a termine gli obiettivi ambientali fissati nell'accordo di Parigi. Ma ancor più sconvolgente, è pensare che almeno la metà di questa perdita avverrà nei prossimi 30 anni. 

Addio ai piccoli ghiacciai

Prima di illustrare i dati della ricerca, bisogna fare un passo indietro e definire i principali ghiacciai che andranno persi. Come spiega al Guardian il dottor David Rounce, autore principale dello studio, per la prima volta sono stati isolati il numero di ghiacciai che andranno persi, anziché osservare la perdita di massa totale. E ciò emerge da queste osservazioni è che la maggior parte dei giganti bianchi che andranno totalmente persi sono di piccole dimensioni. Si parla di ghiacciai inferiori a 1 km². Una notizia che, in un primo momento, può in qualche modo sollevare il morale. Ma in realtà, sebbene queste masse di ghiaccio contribuiscano meno al volume totale, i piccoli ghiacciai costituiscono un'importante fonte di acqua e sostentamento per milioni di persone. «Se pensiamo ai luoghi in cui la maggior parte delle persone vede e visita i ghiacciai, si tratta di luoghi accessibili, come l'Europa centrale o l'Asia di alta montagna. In queste regioni ci sono molti piccoli ghiacciai. Sono davvero al centro delle società e delle economie di quei luoghi».

Ad essere più colpite, spiega in seguito lo studio, saranno le catene montuose più basse. Tra cui sono comprese le Alpi, e i Pirenei, che - non a caso - saranno più colpiti. In generale, nelle Alpi si prevede che entro il 2050, i ghiacciai saranno mediamente più piccoli del 70%. Mentre quelli più piccoli saranno totalmente scomparsi, le bianche cime delle montagne innevate lasceranno spazio al grigio delle rocce sottostanti. E questa non sarà un problema solo per il paesaggio, ma anche e soprattutto per la biodiversità. I fiori alpini potrebbero infatti estinguersi dopo la scomparsa dei ghiacciai, e specie più competitive potrebbero riuscire a colonizzare i terreni più alti.  

Due scenari

Tornando ai dati dello studio, i ricercatori hanno proposto due ipotetici scenari. Nel primo caso, nonché più ottimistico, qualora la temperatura del pianeta si innalzasse "solamente" di 1,5 gradi centigradi, a scomparire sarebbe il 49% dei ghiacciai. Quasi la metà di tutti i ghiacciai presenti nel mondo. D'altro canto, il secondo scenario, più incline alla situazione ambientale che stiamo vivendo, è ancor più allarmante. Se il riscaldamento globale continuasse secondo lo scenario attuale di 2,7 gradi centigradi le perdite sarebbero più significative e a sparire sarebbe circa il 68% dei ghiacciai, il che corrisponderebbe alla perdita del 32% della massa di ghiaccio a livello mondiale. Se ciò si verificasse ci troveremmo davanti a un panorama totalmente nuovo e da brividi: in l'Europa centrale, Canada occidentale e Stati Uniti non rimarrebbe quasi più traccia di alcun ghiacciaio entro la fine del secolo. 

Inondazioni e mancanza di acqua dolce

Ma i problemi non si esauriscono certo qui. Se da un lato, lo scioglimento dei ghiacciai è già di per sé allarmante, bisogna ricordare che le conseguenze date da questo fenomeno sono ancor più pericolose. Sciogliendosi, infatti, i ghiacciai contribuiranno in modo significato ad alzare il livello del mare, minacciando l'approvvigionamento idrico di due miliardi di persone e aumentando il rischio di disastri naturali come le inondazioni. Si tratta di un fenomeno già osservabile - seppur al momento in maniera più controllata - in Groenlandia. Quest'ultima, insieme all'Antartide, non è stata infatti presa in considerazione nello studio pubblicato di Science. 

Oltre al livello del mare, a essere influenzata sarà anche la disponibilità di acqua dolce. Come sottolinea il professor Antonio Ruiz de Elvira dell'Università di Alcalà, in California l'acqua necessaria per sostenere l'agricoltura proviene dai ghiacciai direttamente dalla fine di luglio. «In Spagna, la scomparsa dei ghiacciai della Sierra Nevada comporterà una riduzione quasi totale della disponibilità di acqua da quel momento in poi, e lo stesso accadrà anche con i ghiacciai dei Pirenei. Mentre in India e in Cina, la disponibilità idrica dipende in modo cruciale dai ghiacciai dell'Himalaya», spiega l'esperto al Guardian

Dove rimarranno quindi, i ghiacciai, entro la fine del secolo? A livello globale, qualora si verificasse lo scenario peggiore, le superfici ghiacciate entro il 2100 resisterebbero unicamente sulle alte montagne dell'Asia, in alcune parti dell'Alaska e della Russia, nell'Artico e in Antartide. Nessuna traccia di ghiacciai in Europa, quindi. E men che meno, nella nostra Svizzera.