Se l'alpinismo europeo è destinato a scomparire

«L'estate nera dell'alpinismo nelle Alpi». È con queste parole che le guide alpine hanno descritto la stagione estiva del 2022. Stagione che, più di tutte, ha evidenziato, concretamente, quanto stiano soffrendo le montagne europee a causa del riscaldamento globale. E con esse, anche il turismo e chi vive di questo. Una situazione destinata a peggiorare, come evidenziano anche i dati recenti dell'estate appena trascorsa.
A essere particolarmente colpita, negli ultimi tempi, è stata la località di Chamonix. La piccola perla delle Alpi adagiata sotto al Monte Bianco, considerata il centro fiorente dell'alpinismo europeo da più di tre secoli. Qui, ogni anno, si registrano oltre otto milioni di pernottamenti. La maggior parte dei turisti arriva, va da sé, per scalare il gigante bianco. Ma le cose potrebbero cambiare e in brevissimo tempo. E l'unico colpevole è, neanche a dirlo, il cambiamento climatico.
Addio al turismo alpino
Fin a non molto tempo fa, a Chamonix, e più in generale nelle località di montagna adiacenti o al di là del confine, come Courmayeur, si lavorava in base alle stagioni. Nello specifico, i tempi e mesi per percorrere i sentieri di alta montagna erano più che precisi. Vigevano, insomma, regole ferree. Che oggi, tuttavia, valgono sempre meno. L'estate, quindi, un tempo considerata la miglior stagione per intraprendere alcune vie alpinistiche, ormai è diventata imprevedibile. Per non dire, troppo pericolosa. Ormai, svela Bloomberg, in questo villaggio francese l'attività estiva più popolare è un corso di formazione di quattro giorni che insegna le abilità alpinistiche. E non più la classica scalata sul Monte Bianco, che per anni ha attratto alpinisti da tutto il mondo.
Tutto è iniziato, come dicevamo, lo scorso anno. Nel 2022, infatti, le condizioni per accedere alle vie che conducono al Monte Bianco sono peggiorate a tal punto che diverse associazioni di guide alpine si sono viste costrette a sospendere per diverse settimane alcuni servizi. Tra cui, riporta Bloomberg, quello di accompagnare turisti sulla popolarissima – quanto pericolosissima – via Goûter, che porta in cima al Monte Bianco. Senza neppure lasciare la possibilità di organizzarsi indipendentemente, a causa, va da sé, delle condizioni troppo rischiose. A tal proposito, il sindaco di St. Gervais (comune attraversato dalla via Goûter) ha proposto di inserire il pagamento di una cauzione di 15.000 euro, volta a coprire eventuali costi di salvataggio e funerari di tutti gli scalatori che avrebbero intrapreso il percorso, ignorando gli avvertimenti.
Rischi sempre maggiori
Nonostante l'estate peggiore sia stata quella del 2022, l'allarme rimane elevato. E lo dimostrano i recenti cambiamenti che stanno interessando, giorno dopo giorno sempre di più, l'area del Monte Bianco. Negli ultimi due anni, il Monte Bianco ha perso due metri di altezza a causa dello scioglimento della sua calotta glaciale. Un cambiamento che, oltre a essere allarmante, comporta ulteriori rischi, come la caduta massi. E non è tutto. I ghiacciai alpini europei, dicono gli studi, perderanno metà della loro massa entro il 2050. Anche se il Pianeta dovesse riscaldarsi meno di quanto preventivato. E questo comporta, a sua volta, ulteriori rischi sulle vie di montagna. Che si modificano, a causa dell'apertura di nuovi crepacci, e diventano più difficili da attraversare a causa dell'elevata caduta di massi.
A detta di Bloomberg, il luogo alpino in cui gli effetti del cambiamento climatico sono più visibili in assoluto è la Mer de Glace. Il ghiacciaio più grande della Francia. Qui, nei primi anni del 1900 venne costruita una linea ferroviaria che portava i turisti fino a un'apposita stazione posizionata su un punto panoramico, proprio sopra al ghiacciaio. Da lì si scendeva per raggiungerlo a piedi. Era questione di pochi passi.
Nel 1988, però, dato che la Mer del Glace aveva perso troppo volume, fu necessario aprire una funivia per trasportare i passeggeri fino al ghiacciaio. Solo pochi anni dopo, è stata aggiunta una scala che accorciasse la distanza, ormai sempre più pronunciata, dal punto di arrivo della cabina al gigante di ghiaccio. Oggi, però, quella scala ha più di 500 gradini. E il prossimo mese, aprirà una nuova funivia, che aiuterà i turisti ad arrivare agli estremi del ghiacciaio, ormai sempre più lontani.