Volo elettrico a Lugano, fra teoria e pratica

Sì, ad anni dal ritiro, prima o poi Swiss potrebbe offrire, nuovamente, collegamenti regionali tra Lugano e Zurigo: ma solo a patto che avvengano con aerei passeggeri elettrici. Questo è quanto, un anno fa, l'allora CEO della compagnia di bandiera svizzera, Dieter Vranckx, aveva rivelato nel corso di un'intervista al Corriere del Ticino. Qualcuno, nel frattempo, ha raccolto la sfida? Vi proponiamo un viaggio nell'affascinante ipotesi "elettrica" all'aeroporto di Lugano-Agno.
Il cuore dell'elettrico
Facciamo una premessa. Oggi, di aerei elettrici per l'aviazione commerciale - intesi come velivoli con posti per decine di passeggeri - non ne esistono ancora. Tante aziende, però, hanno avviato la progettazione con la speranza di poter portare, presto, il proprio modello su un mercato estremamente bisognoso di una rivoluzione elettrica. Tra le compagnie meglio posizionate, vale la pena sicuramente menzionare Heart Aerospace. Il produttore aerospaziale svedese sta lavorando a un aereo di linea regionale ibrido-elettrico da 30 posti, l'ES-30. L'anno scorso, la compagnia ha presentato il suo primo prototipo di aereo in scala reale: l'Heart X1, ossia una piattaforma di ricerca e sviluppo che sarà utilizzata per perfezionare ulteriormente l'ES-30. «Questo prototipo è previsto per il primo volo in scala reale», spiega Heart Aerospace, da noi contattata. «Il primo volo completamente elettrico è previsto per la fine di quest'anno a Plattsburgh, nello Stato di New York». Un primo passo verso un nuovo modo di volare. L'X1 sarà quindi seguito da un secondo prototipo – denominato Heart X2 – che verrà utilizzato «per testare e maturare il sistema di propulsione ibrido». In tal senso, Heart Aerospace punta alla certificazione entro la fine del decennio. Dopo aver recentemente spostato la sede centrale da Göteborg a Los Angeles, l'azienda punta in alto: «Gli Stati Uniti sono il più grande mercato al mondo per i viaggi aerei regionali e siamo impegnati a stabilirvi una forte presenza», ci spiega la compagnia. Nonostante gli Stati Uniti sotto Trump si stiano notevolmente allontanando dalle politiche climatiche, il Paese resta ancora un ottimo trampolino di lancio per l'aereo elettrico. Complice il drastico calo dei collegamenti nazionali che, negli ultimi anni, ha colpito anche la Svizzera. «Gli aerei elettrici e ibridi-elettrici offrono un vantaggio significativo alle compagnie aeree statunitensi, il che consentirà loro di espandere la connettività regionale in tutto il Paese. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un calo massiccio della connettività nazionale negli Stati Uniti, che ha danneggiato le imprese, i posti di lavoro e le famiglie». Ma, come sottolinea Heart Aerospace, c'è «un enorme potenziale per invertire questa tendenza con gli aerei di nuova tecnologia». E l'azienda ha mantenuto un occhio di riguardo per l'Europa, siglando partnership con alcune compagnie aeree del Vecchio Continente: Loganair, Braathen's Regional Airlines, DAT, IAG, Iceland Air, KLM, SAS, Sevenair e, sì, anche Lufthansa Group, la casa madre di Swiss.
Esperienze e limiti
In Ticino, intanto, c'è chi - nel proprio piccolo - ha già strizzato l'occhio all'elettrico. Parliamo di Avilù, la scuola di piloti aerei di Agno, che ha già mosso qualche passo verso voli più «green». «Avere un aereo elettrico in Europa è, ancora, una cosa innovativa», spiega Marc Roth, direttore di Avilù. «Negli ultimi anni la motorizzazione degli aeroplani è cambiata tantissimo, permettendo di ridurre consumi ed emissioni. Eppure, l'aviazione è spesso percepita come un "mostro" dell'inquinamento». Di qui, la decisione di spostarsi verso un'aviazione più sostenibile. «La scelta è caduta sul Pipistrel Velis Electro, di produzione slovena, certificato nel 2020». L'aereo, un biposto, è sembrato subito la scelta azzeccata per la scuola e per l'istruzione dei suoi piloti. «All'inizio c'era molta curiosità, come succede sempre con le cose nuove. C'è stato chi l'ha accettato subito e chi invece ne aveva un po' paura». La principale sfida relativa al volo elettrico - sfida che Heart Aerospace e le altre compagnie del settore sono chiamate a superare - rimane, del resto, quella legata alle batterie, la cui densità energetica limitata (energia immagazzinata in una determinata massa) comporta carichi maggiori rispetto a quello portato da aerei alimentati con carburante tradizionale, insieme ad autonomie di volo ridotte.
Tutto ciò, sommato al fatto che non tutti gli aeroporti hanno già potenziato le proprie infrastrutture per ospitare questi nuovi mezzi, rende il volo - anche per un piccolo biplano elettrico come il Pipistrel Velis Electro - qualcosa da calcolare attentamente. «Non è ancora stata creata una rete di caricatori per questi aerei. Per questo motivo, per noi, volare su Locarno, Lodrino o Milano può diventare problematico, anche se si tratta di distanze brevi».
Fra progetti e preparazione
Per Lugano, l'abbandono di Swiss nel 2019 è stato un duro colpo. Per questo motivo, oggi, un ritorno dei voli passeggeri regionali è auspicabile, ma le idee non bastano: la Città, che dal 2020 gestisce l'aeroporto, chiede fatti. «Di promesse ne abbiamo ricevute parecchie, non da ultima quella di un collegamento ferroviario diretto con l'aeroporto di Zurigo». Filippo Lombardi, già presidente di Lugano Airport e oggi responsabile nell'esecutivo luganese della strategia per lo scalo, non risparmia una critica alla compagnia di bandiera svizzera: «Seguo l'aeroporto da 25 anni e devo dire che la politica di Swiss nei confronti di Lugano non è stata affatto costruttiva». La Città, ci spiega Lombardi, «crede fortemente nel volo elettrico, ma sappiamo che per l'ingresso di velivoli elettrici nel mercato servirà ancora del tempo». Costretto a fare a meno dei voli regionali, Lugano-Agno si è sviluppato in altre direzioni. Oggi, ci spiega Lombardi, lo scalo funziona senza deficit grazie alla Business Aviation ed è base elicotteristica, sede della scuola di volo e pista aperta a Rega, Confederazione ed esercito. «L'aeroporto è pronto a fare di più e tornare ad accogliere voli di linea, ma lo farà il giorno in cui le compagnie saranno disposte a impegnarsi nel progetto».
La Città, ci spiega il municipale, crede che il piccolo aeroporto «possa avere un ruolo pionieristico nello sviluppo di soluzioni alternative e sostenibili per l'aviazione privata o regionale o charter. In questo senso, riteniamo non siano da sottovalutare gli sviluppi nel campo della mobilità aerea a idrogeno». Lugano, tuttavia, esclude investimenti diretti nello sviluppo di aerei passeggeri elettrici o a idrogeno: «L'argomento è stato discusso più volte in consiglio comunale ed è stato deciso che non tocca alla città trasformarsi in operatore o finanziatore. Siamo pronti a fornire condizioni quadro favorevoli, ad esempio concedendo sconti nella fase iniziale di avviamento di un collegamento. Ma sta all'imprenditoria privata portare avanti la tecnologia».
Il piano da 60 milioni per il rilancio dell'aeroporto, del resto, prevede una «stretta collaborazione» con il privato, aveva annunciato mesi fa il direttore di Lugano Airport Davide Pedrioli, che oggi ci spiega come nel progetto, la rivoluzione elettrica rappresenti un punto centrale: «Uno dei vincoli che metteremo ai privati che si occuperanno di finanziare l'ampliamento dell'aeroporto sarà quello di utilizzare, il più possibile, le superfici disponibili per la produzione di energia elettrica». L'aeroporto, continua Pedrioli, in sé sarebbe già pronto a sostenere l'apertura di voli regionali effettuati con carburanti convenzionali: «Non avremmo alcuna difficoltà logistica nel riattivare rapidamente i collegamenti. Abbiamo addirittura già firmato i contratti per la collaborazione con un'azienda esterna di sicurezza che ci aiuterà con i controlli sui passeggeri».
Opportunità
Dal 1. ottobre 2024, Dieter Vranckx ha ceduto il testimone a Jens Fehlinger. Ma il cambio di CEO non ha comportato inversioni di rotta sul volo elettrico in relazione alla ripresa dei collegamenti regionali da e per Lugano. Da noi contattata, la compagnia fa sapere che il tema rimane «d'attualità», sebbene in questa fase non sia possibile, ancora, rilasciare dichiarazioni concrete sulla ripresa di rotte nazionali con un aereo elettrico. La compagnia elvetica, insieme al gruppo Lufthansa, afferma di star «seguendo da vicino» gli sviluppi nel campo dell'aviazione elettrica, collaborando con vari operatori del settore – tra cui anche Heart Aerospace – per rimanere al passo con i progressi tecnologici. «Rimaniamo aperti alle opportunità che si allineano con i nostro obiettivi strategici e di sostenibilità».
Passare all'elettrico, dopotutto, è un'opportunità convenienti per più fattori. E per più attori. «Il motivo principale per cui i governi devono sostenere le nuove tecnologie dell'aviazione è l'urgenza: il raggiungimento di emissioni nette zero entro il 2050 è un impegno globale vincolante che non può essere rispettato senza un'innovazione accelerata», spiega ancora Heart Aerospace. «Sebbene tecnologie come gli aerei ibridi-elettrici e a idrogeno siano promettenti - come dimostra l'ES-30 di Heart Aerospace - il capitale privato da solo non può guidarne il rapido sviluppo e la diffusione». Non solo. L'intervento del governo, secondo il produttore svedese, è essenziale per ridurre i rischi dell'innovazione in fase iniziale, per finanziare le infrastrutture critiche e per fornire i quadri normativi politici necessari per la diffusione dell'aviazione pulita. «Ma senza investimenti pubblici coraggiosi e strategie mirate, il settore rischia di rimanere indietro rispetto ai concorrenti globali e di non raggiungere obiettivi climatici cruciali. Gli aerei ibridi-elettrici come l'ES-30 promettono costi operativi significativamente più bassi, che possono tradursi in prezzi dei biglietti più accessibili e in un migliore accesso ai viaggi aerei regionali. Per chi viaggia spesso, questo significa un modo più pulito di viaggiare senza sacrificare la comodità», sottolinea Heart Aerospace. In altre parole, anche per chi ha rinunciato a volare, con l'elettrico si apriranno nuove opportunità. Collegamenti utili per raggiungere la propria famiglia e i propri affetti, per sbloccare opportunità di lavoro, o anche solo per esplorare il territorio.