La mostra

A Locarno i dipinti di Jack Kerouac «strappati» 18 anni fa a Johnny Depp

I disegni del padre della Beat Generation sono esposti nelle vetrine della Banca EFG – Il patron del Rivellino, Arminio Sciolli, li acquistò assieme al fratello dopo la rinuncia del divo di Hollywood
© CdT/Gabriele Putzu
Prisca Dindo
13.08.2025 06:00

Arminio Sciolli scoprì quasi per caso i dipinti di Jack Kerouac. Accadde 18 anni fa, in occasione di una fiera del libro antico a Milano. «Era il 2007 - ricorda il gallerista e collezionista d’arte, padre del Rivellino a Locarno - e io aiutavo un mio amico libraio che esponeva alla fiera; all’improvviso, notai alcuni disegni negli spazi di un importante libraio di Boston. “Interessanti, chi è l’autore?”, gli domandai. Potete immaginare la mia sorpresa quando lui mi rispose: “Jack Kerouac”». Anche adesso, lo stupore di Sciolli è comprensibile. Pochi, infatti, sanno che l’autore di On the Road - il manifesto del movimento culturale che rifiutava il conformismo della società americana degli anni ’50 e promuoveva la libertà individuale - si esprimeva anche con il pennello. «Quando sentii il nome del grande scrittore americano, gli feci subito un’offerta», rammenta ancora Sciolli. Purtroppo, però, c’era già un’altra persona interessata a quel centinaio di inusuali opere realizzate dal padre della Beat Generation. E non una persona qualsiasi: «Si trattava, infatti, dell’attore americano Johnny Depp». Al patron del Rivellino non restò che consegnare il proprio biglietto da visita, raccomandandosi però di essere contattato qualora l’affare con il divo fosse saltato. La telefonata giunse puntuale alcuni mesi dopo. Dopo una serie di trattative, Arminio Sciolli divenne così proprietario della collezione, insieme con il fratello Paolo, anche lui gallerista. Oltre agli oli su tela e agli schizzi a matita (anche su tovaglioli), i due fratelli acquistarono numerosi cimeli di Jack Kerouac: vestiti, scarpe da ginnastica e un registratore a cassetta con i nastri delle conversazioni che lo scrittore americano era solito registrare.

Pittura istintiva

Gli addetti ai lavori spiegano che lo scrittore dipingeva in modo istintivo e senza disegni preparatori. Ritraeva amici, amanti, oppure simboli religiosi. Le sue opere sono influenzate dal surrealismo e dall’espressionismo astratto, movimenti che erano in voga nella scena newyorchese degli anni immediatamente successivi al 1950. «Dipingo soltanto belle cose. Uso vernici da pareti e colla, uso il pennello e le punte delle dita. In pochi anni potrei diventare un pittore di primo piano. Se lo voglio», annotava Kerouac nel 1956. Difficile valutare il valore artistico delle sue produzioni pittoriche: come osservavano i curatori della mostra monografica organizzata nel 2017 a Milano, «non si possono esaminare queste opere con il metro tradizionale della critica d’arte. Kerouac sentiva il bisogno di trasmettere idee e sentimenti attraverso un ventaglio di strumenti e visioni, considerando l’espressione artistica nella sua totalità».

Il giudizio di Capote

In questi giorni in cui la città ospita il festival del film, sei opere della collezione Kerouac del Rivellino sono esposte nelle vetrine della Banca EFG a Locarno, assieme ad alcune illustrazioni del regista britannico Peter Greenaway. «Un omaggio alla strada» - questo il titolo dell’esposizione - è stata organizzata dall’istituto bancario in occasione della proiezione del documentario Kerouac’s Road: The Beat of a Nation, firmato dal regista Ebs Burnough e inserito nel programma ufficiale della rassegna. La EFG Art Collection ha inoltre messo a disposizione del pubblico New Mexico 45 Route 285, il celebre scatto del fotografo svizzero-americano Robert Frank, autore di The Americans, un libro che immortalò per la prima volta l’America cruda e autentica della fine degli anni ’50: un volume che segnò la svolta e per il quale Jack Kerouac scrisse l’introduzione dell’edizione americana. Riferendosi a Sulla strada, nel 1959 Truman Capote scrisse sprezzante: «Questo non è scrivere, è battere a macchina». Se volete conoscere la risposta - non proprio lusinghiera - di Kerouac all’autore di Colazione da Tiffany e altri bestseller, vi basta una passeggiata davanti alle vetrine EFG durante il festival.

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