Lo spunto

I multipli, opere originali o riproduzioni seriali?

Che cosa si intende per «multipli d’artista»? Perché vengono realizzati e in che modo dovrebbero essere considerati dai collezionisti? Approfondiamo il tema delle opere moltiplicate, dedicate al vasto pubblico e largamente diffuse, con sfumature diverse, nel mercato dell’arte contemporanea
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Chiara Gubbiotti
13.12.2022 06:00

Per capire cosa sia un multiplo, partiamo dalla definizione, estremamente accurata, data da Bruno Munari alla fine degli anni Sessanta, su cosa si intendesse per opera moltiplicata: «I multipli sono degli oggetti a due o più dimensioni progettati per essere prodotti in un numero limitato o illimitato di esemplari, allo scopo di comunicare, per via visiva, una informazione di carattere estetico ad un pubblico vasto e indifferenziato».

Dunque, un multiplo non è da considerarsi come una riproduzione di minor pregio tratta da un’opera originale bensì un progetto artistico a sé stante, talvolta voluto dall’artista stesso, talvolta da una galleria o da un ente a cui l’artista è legato da molto tempo. Pertanto, acquistare un multiplo non significa possedere una copia ma avere un pezzo pensato e prodotto dall’artista appositamente per comunicare qualcosa della sua produzione artistica, in linea con quanto realizzato fino a quel momento e che possa entrare in dialogo con la sua produzione. Ma perché un artista dovrebbe veicolare parte del suo messaggio artistico ad un mezzo diverso dall’opera d’arte a sé stante? Perché sforzarsi di trovare un’ulteriore modalità comunicativa tra l’opera e la copia?

I multipli o opere moltiplicate nascono dall’esigenza di comunicare un messaggio estetico a un numero maggiore di persone: possiamo dire che nascano spinti da uno scopo didattico e di condivisione dell’artista verso una platea più ampia. Chi si avvicina al multiplo o lo acquista si troverà a manipolare un oggetto che «parla» e «trasmette» un determinato valore estetico (ottico, percettivo, cromatico etc.) e questo contatto diretto permetterà alla persona di comprendere il fenomeno in maniera sensoriale, assimilandolo e conservandolo nella propria memoria. Essendo concepito per un vasto pubblico, normalmente il multiplo non è quasi mai realizzato con materiali particolarmente costosi ma si avvale di tecniche materiche semplici (incisioni, litografie, serigrafie, fusioni metalliche in stampi, in ceramica, in gesso, in plexiglass etc.) proprio per rispondere all’esigenza comunicativa sottesa al valore del multiplo stesso: far conoscere e diffondere quanto più possibile un concetto estetico, che sia in linea e coerente con la sperimentazione artistica realizzata dall’artista fino a quel dato momento.

Dalla matrice iniziale vengono prodotti gli esemplari della serie: il numero di pezzi viene deciso dall’artista in base alle esigenze legate al progetto, pertanto, come lo stesso Munari afferma nella definizione stessa di multiplo, non bisogna necessariamente considerarne la serie a tiratura limitata poiché, rispondendo ad un’esigenza artistica e personale, la tiratura è fortemente condizionata dal concetto da veicolare. Essendo il multiplo, per sua natura, un’opera divulgativa e didattica contiene in sé l’unicità dell’atto artistico ma l’oggettività di uno strumento comunicativo: se il concetto da esprimere presuppone un’illimitatezza, necessariamente l’artista non porrà una fine alla produzione seriale di una determinata opera moltiplicata.

Inoltre, bisogna tenere presente che, con l’avvento delle nuove tecnologie, da un lato si è rafforzato il messaggio dell’unicità dell’opera ma dall’altro numerose piattaforme di compravendita d’arte hanno promosso massive collaborazioni con artisti per la realizzazione di opere multiple a prezzi accessibili per i collezionisti più giovani che normalmente acquistano solo su Internet.

Sebbene la scelta di collezionare multipli al posto di opere classiche nasca, per molti, dalla limitata disponibilità economica è fondamentale tener presente che l’acquisto di un’opera moltiplicata è in ogni caso l’acquisizione di un originale, mai di una copia. Quindi, se si volesse iniziare a collezionare opere multiple bisognerebbe prescindere dalla bellezza, dalla tecnica usata o dall’emozione del multiplo in sé stesso ma analizzarne attentamente la capacità di rappresentare l’autore e il concetto sotteso, poiché la validità di questi lavori risiede nella loro funzione comunicativa e della loro coerenza all’interno del percorso artistico di chi le realizza.