La mela di Guglielmo Tell arriva a Melide: uno sguardo diverso sulla Svizzera per celebrare il 1° agosto

Una mela che non si morde, ma si attraversa. Una scultura che non celebra, ma interroga. Il prossimo 1° agosto, nel cuore di Swissminiatur a Melide, verrà inaugurata The Swiss G.Tell Apple: un’opera in acciaio firmata dallo scultore Gianni Rodenhauser. Il progetto, nato da un’idea di Sabrina Fusillo, art director e direttrice di Artefusa, vuole proporre una riflessione tridimensionale sulla Svizzera, tra simbolo e visione, che resterà visibile fino al 30 novembre.

L’installazione prende spunto dalla leggenda fondativa di Guglielmo Tell, ma la trasforma in una chiave contemporanea. «Guardando attraverso il foro al centro della mela – spiega Fusillo – si può vedere la Svizzera nel modo corretto. Ma se si cambia prospettiva, tutto appare capovolto. È un invito a uscire dalla narrazione convenzionale, a rileggere questo Paese nella sua complessità». Un gesto semplice, ma eloquente: per capire davvero un luogo, serve il giusto punto di vista.
Il seme dell’idea germoglia da un incontro quasi casuale tra Fusillo e Rodenhauser, già legati da un dialogo artistico di lunga data. «Parlavamo di arte, di storia, di identità, quando è spuntato un libro: La Svizzera è un Paese neutrale (e felice), di Maurizio Binaghi. Da lì è nata una scintilla. Gianni aveva già lavorato sul simbolo della mela, ma è stato quel confronto a dargli una nuova direzione».

La scultura, come il mito da cui prende spunto, parla di coraggio, ma anche di tensione. Di un equilibrio precario tra memoria e futuro. E proprio per questo, la sua prima collocazione è Swissminiatur: un luogo che sintetizza la Svizzera attraverso le sue icone, ma in scala ridotta. «Siamo partiti dal piccolo, dal centro simbolico del Paese – dice Fusillo – ma il sogno è grande: vorremmo portare quest’opera anche altrove, nei luoghi fisici della Svizzera che contano. Berna, Zurigo, Basilea».
Il progetto è stato reso possibile grazie al sostegno di partner locali, tra cui Raiffeisen, Migros e Verzaschella. Un sostegno concreto e simbolico allo stesso tempo. «Credono nel progetto perché vedono in esso qualcosa che coinvolge il territorio. Migros, ad esempio, porterà delle mele all’inaugurazione: un gesto semplice ma fortemente evocativo».

Per Fusillo, arrivata anni fa in Svizzera, questo progetto è anche una dichiarazione personale. «Questo Paese è stato per me un terreno fertile. Un luogo dove non solo custodire la tradizione, ma far emergere nuove energie. L’arte può avere un ruolo decisivo in questo processo. Ma bisogna avere il coraggio di guardare oltre la facciata, oltre il racconto già scritto».
In fondo, anche Guglielmo Tell era un ribelle che guardava oltre l’ordine costituito. Con questa mela in acciaio, l’invito è lo stesso: cambiare punto di vista. E vedere, finalmente, la Svizzera sotto una nuova luce.