Teatro

«Baruffe chiozzotte» al LAC con finale in musical

Il testo goldoniano diretto da Paolo Valerio in scena ancora stasera a Lugano
Uno spettacolo movimentato.
Marisa Marzelli
17.01.2019 12:48

La versione diretta da Paolo Valerio delle Baruffe chiozzotte (1762), mercoledì e giovedì in cartellone a LuganoInScena, è prima spettacolo visivo che parola da ascoltare. Perché questo dialetto chiozzotto alle nostre orecchie suona come un musicale grammelot.

Il plot è noto. Le donne spettegolano e ricamano mentre attendono il ritorno dei loro uomini dalla pesca. Il battelliere Toffolo, detto Marmottina, innesca una serie di fraintendimenti amorosi offrendo una fetta di zucca ad una ragazza promessa sposa di un pescatore. Rimarranno coinvolti due interi gruppi famigliari, col rischio di fidanzamenti rotti e paure di restare zitelle. Tutto però finirà per il meglio con l’intervento del cogitore, un magistrato di cause minori (ruolo ricoperto dallo stesso Goldoni durante la sua permanenza a Chioggia).

Il testo è rispettato, senza forzati tentativi di aggiornamento, la vicenda risulta semplice e popolaresca. È sull’impianto scenico che si concentra molto lavoro registico. Ne esce un amabile pastiche di stili, dalla commedia farsesca alla coreografia finale in musical. Ed è questa dinamica e allegra conclusione che, come un meccanismo ad orologeria, fa scattare l’applauso convinto del pubblico in sala.

La scena si apre con uno spazio libero al centro, poi occupato di volta in volta da sedie, oggetti per accennare ai vari ambienti. Ai lati due pedane per suggerire le case dei due nuclei di litiganti. Sul fondo, ad occupare tre lati del palco, grandi tendaggi che possono suggerire l’apertura verso il mare e che, assumendo ogni volta colorazioni pastellate diverse, segnano il passaggio da una scena all’altra. All’inizio di ogni nuova scena l’illuminazione ritrae i personaggi in controluce, come figurine di un disegno in movimento. Nella prima parte questo effetto è accompagnato da musiche classicheggianti, quasi un contrappunto sonoro comico (vagamente mozartiano); nella seconda, il balletto finale è da musical moderno. Si ha l’impressione che in filigrana si renda omaggio alla storica edizione strehleriana delle Baruffe (1964).

Nelle Baruffe chiozzotte firmate da Paolo Valerio, con la produzione del Teatro Stabile del Veneto, qualcuno ha osservato che manca il tratto della malinconia, lo sguardo affettuoso su un piccolo mondo antico e minuto. Può darsi, ma è più evidente che diventa fonte di appiattimento l’assoluta coralità, dove in sostanza nessun interprete (anche se sono tutti bravi e affiatati) spicca. Pensando, ad esempio, all’edizione storica di Strehler (reperibile in rete o su Dvd), il Toffolo Marmottina di Corrado Pani, calamitava l’attenzione. Mentre qui il personaggio resta una versione soft di Arlecchino.