«Basta armi sul set, utilizziamo i computer»

Usando un computer, beh, tutto è possibile. Semplicemente, non ci sono limiti. Hollywood può portarci ovunque. Universi paralleli, viaggi intergalattici. L’industria cinematografica è capace di proiettarci nel futuro o, ancora, di ricacciarci nel passato più buio. Di regalarci emozioni attraverso effetti speciali sofisticatissimi. O, se preferite, costruzioni grafiche che arricchiscono e completano trama e personaggi. Qualsiasi cosa, dicevamo, è possibile. E, di riflesso, realizzabile. Nonostante ciò, molte produzioni – come ci ha tristemente ricordato la cronaca di questi giorni – utilizzano armi vere sul set. Certo, ci sono regole ferree e protocolli. Ma ci sono altresì errori e disattenzioni, finanche leggerezze. Falle in un copione che, a volte, purtroppo è tutto fuorché perfetto.
«Quattro scintille e un po’ di fumo»
La morte di Halyna Hutchins per mano di Alec Baldwin, durante le riprese di Rust, ha scatenato una lunga, lunghissima serie di discussioni. All’attore era stato detto e ribadito che l’arma era sicura. Niente affatto. La domanda, a Hollywood, essenzialmente è una: perché mai, nel 2021, si usano ancora pistole vere sul set? «Ciò che è successo è davvero terribile» afferma Amos Sussigan, regista, sceneggiatore e visual designer ticinese trapiantato a Los Angeles, reduce dalle fatiche di Space Jam: A New Legacy. «Non ho mai filmato sparatorie, ma è ridicolo utilizzare armi vere caricate a salve quando, letteralmente, possiamo fare qualsiasi cosa con gli effetti visivi» spiega al Corriere del Ticino. Sussigan insiste: «Rimuoviamo rughe, costruiamo navicelle spaziali, distruggiamo intere città senza mettere nessuno in pericolo, utilizzando solo la forza dei computer. Davvero non vogliamo aggiungere quattro scintille e un po’ di fumo a una pistola? Non ha senso assumersi un rischio così grande quando c’è una soluzione alternativa alle armi. Una soluzione che, ribadisco, non mette nessuno in pericolo».
«Gli anni Novanta sono finiti»
La notizia, appunto, ha scosso l’industria. Producendo le prime reazioni. Alexi Hawley, produttore esecutivo della serie tv The Rookie, ad esempio ha annunciato che lo show eliminerà ogni arma «live». Già prima di quest’ultimo dramma, ad ogni modo, Hollywood aveva abbracciato, chiamiamola così, la modernità. Nella miniserie targata HBO Omicidio a Easttown, con Kate Winslet, ogni colpo di pistola è digitale. Ovvero, è stato creato in post produzione. Craig Zobel, il regista, auspica che il suo esempio venga seguito da altri. «Non c’è più motivo di avere pistole caricate a salve, o peggio, sul set» le sue parole. «Dovrebbero essere bandite, tanto più se consideriamo che oggi abbiamo i computer». In passato, proprio Zobel aveva utilizzato addirittura proiettili veri. «Ma ora è un rischio inutile».
Quella di adoperare armi vere con cartucce a salve è una pratica arcaica. E perfino costosa, considerando che la computer grafica rispetto ai primissimi tempi è più accessibile. Una pratica arcaica, costosa e – va da sé – pericolosa. A maggior ragione se consideriamo che sul set le persone lavorano per ore e ore, fino all’esaurimento. Nel fine settimana è stata pure lanciata una petizione su change.org per bandire le armi vere dai set cinematografici. «Non ci sono scuse perché una cosa del genere accada nel ventunesimo secolo» si legge. «Non siamo nei primi anni Novanta, quando Brandon Lee fu ucciso nello stesso modo. Il cambiamento deve avvenire prima che altre vite di talento vengano perse». Lee, figlio del leggendario Bruce, fu ucciso durante le riprese de Il corvo. Fatale un proiettile lasciato in una pistola utilizzata in una scena precedente.
Sì alla «Legge Halyna»
La petizione si rivolge direttamente a Baldwin affinché usi il suo potere e la sua influenza per promuovere la «Legge di Halyna». Una legge, cioè, che vieti espressamente l’uso di armi sul set. Al momento, l’Agenzia federale americana per la sicurezza sul posto di lavoro nicchia e lo stesso fanno quasi tutti gli Stati federali utilizzati dalle major hollywoodiane per le produzioni cinematografiche. Eppure, basterebbe un computer.