Benvenuti nella città degli animali

Commuove e stupisce ZOOTROPOLIS, la nuova animazione targata Disney
Nick la volpe e Judy la coniglietta.
Max Armani
25.02.2016 00:05

«Quando pensiamo ad un nuovo film non iniziamo mai da un tema, ma creando un "mondo" diverso, inaspettato, incredibile dove portare il nostro pubblico. Così è nata Zootropolis, una strabiliante metropoli costruita e ideata dagli animali, dove vivono predatori e prede, specie di ogni sorta e di ogni dimensione, pacificamente l'uno accanto all'altro». Hanno raccontato a Roma, Rich Moore, Byron Howard e Jared Bush, i registi dell'ultimo film in animazione 3D della Disney:

Zootropolis, una commedia che coniuga raffinate novità tecniche con una storia piena di colpi di scena e di sentimento, secondo la formula di successo di John Lasseter, già guru della Pixar. Un po' New York, un po' Brasilia, Zootropolis mescola dei quartieri immersi nella foresta tropicale a luoghi che assomigliano a Manhattan, l'elegante Sahara Square e la piovosa Tundratown, per accogliere al meglio i suoi abitanti: orsi polari, rinoceronti, topi ragno, puzzole, pecore, lupi, tutti antropomorfi, ossia umanizzati, che camminano su due zampe, si vestono casual, o in giacca e cravatta, o portano un'uniforme a seconda del lavoro che fanno. Come in una nostra moderna metropoli, per quanto democratica, non tutti hanno le stesse opportunità, e la coniglietta Judy Hopps, fresca di Accademia di Polizia, che ha lasciato tra le carote della campagna tutta la sua famiglia per venire a Zootropolis e fare la detective, lo impara presto a sue spese. «Judy è ingenua e fiduciosa – dicono i registi – e a Zootropolis compie un "viaggio" di apprendimento e di crescita. Se il suo capo Bogo, il bufalo, le preferisce animali grandi e grossi per le mansioni "importanti" e la spedisce a dirigere il traffico, perché è piccola e minuta, lei, ingoiata l'amarezza, trova ugualmente il modo di conquistare il lavoro che voleva, grazie alla sua intelligenza e alla sua generosità». Se i bambini si divertono a vederla in rocamboleschi inseguimenti, incontri-scontri con altri animali; e destreggiarsi in situazioni buffe; i genitori colgono meglio le ironie sul nostro mondo; le ineguaglianze e i pregiudizi che dividono la nostra società. Così Judy alla fine trova un alleato in Nick, e non ha importanza che lei sia una coniglietta e lui una volpe (il terrore della sua famiglia in campagna); lei una poliziotta e lui uno scafato truffaldino; entrambi sono soli, emarginati, ma possono contare l'uno sull'altra, soprattutto quando si ritrovano coinvolti in un caso misterioso che, il sindaco (il leone Leodore Lionheart) e tutta la polizia della città stanno cercando invano di risolvere da vari mesi. Momenti degni di un film noir si alternano a immagini horror, o a sequenze di una irresistibile comicità. Zootropolis è ricchissimo anche dal punto di vista delle citazioni letterarie e cinematografiche, ma rappresenta anche una pietra miliare nel mondo della computer grafica, quanto a innovazione tecnologica: «Otto anni fa, in Bolt per mostrare il cane affacciato al finestrino dell'auto in movimento, non potendo realizzare l'effetto del pelo scompigliato dal vento, abbiamo "barato.- hanno rivelato ridendo Moore e Howard- Ma in questo film avevamo sessantaquattro specie diverse di animali da pelliccia, ed abbiamo dovuto studiare il loro pelo al microscopio perché ogni pelliccia doveva essere "disegnata" nel modo giusto. Abbiamo lavorato per diciotto mesi per realizzare una tecnologia che creasse l'ombra giusta per ogni pelliccia, rendendola realistica. Ma non bastava: in tutte le città del mondo c'è un filo di vento, un piccolo spostamento d'aria che crea movimento, e noi, dopo aver ideato una fantastica città come Zootropolis, non volevamo che venisse percepita come un luogo di animali impagliati, o di esseri umani travestiti da animali perché sembrava senza vita. Così è stato necessario un altro anno, per creare una tecnologia che ci permettesse di dare "movimento" al pelo, agli abiti, alla città come se spirasse un venticello». Insomma "Zootropolis" è davvero uno spettacolo, divertente e intelligente, pieno di novità, anche se in certi momenti non riesce a smussare la realtà vera, quella che spunta tagliente nelle pieghe del film; quella che spesso ci ferisce nella nostra quotidianità; quella che turba il sonno di tanti americani.

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