L’intervista

Christa Rigozzi, 15 anni dopo

Nel 2006 la ticinese venne nominata Miss Svizzera, l’ideale trampolino di lancio per un percorso mai banale – Partita da Monte Carasso con una valigia piena di sogni, oggi è una mamma entusiasta e una donna in carriera
© Keystone/MARTIAL TREZZINI
Michelle Uffer
15.05.2021 16:53

«Miss Svizzera 2006 è... Christa Rigozzi!».

E poi fu emozione. Felicità. Inconsapevolezza. La giostra iniziò a girare immediatamente e, in quel preciso momento, una giovane ticinese divenne la nostra «Christa nazionale».

Partita da Monte Carasso con una valigia carica di sogni, Christa capisce ben presto che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. A distanza di quindici anni, l’abbiamo incontrata.

Allora, Christa: eri pronta per quell’affermazione?

«A dir la verità, per molto tempo non ho capito più nulla. Da un momento all’altro mi sono ritrovata ad essere sempre in viaggio, lontana da casa, con un’agenda fittissima da gestire. Conoscevo sempre persone nuove, lavoravo tanto. Ad oggi posso dire che, forse, ho realizzato la grande avventura che ho vissuto grazie al titolo di Miss Svizzera solo dopo aver riconsegnato la corona».

E dal 2007, anno in cui consegnasti lo scettro alla nuova Miss, di strada ne hai fatta davvero tanta, riuscendo a far decollare una carriera brillante. Cosa pensi di avere (avuto) di diverso rispetto alle altre vincitrici del prestigioso titolo?

«Credo che una delle mie fortune sia stato il fatto che il mondo dello show business mi è subito piaciuto, mentre ad altre Miss Svizzera questo non è successo e dopo un anno hanno preferito tornare alla loro vita di prima. Inoltre io non ho mai finto di essere ciò che non sono, sono sempre stata autentica, dunque il tutto è arrivato in maniera spontanea. Il fatto di parlare correntemente quattro lingue, poi, è stata una vera fortuna: da subito ho potuto condurre tante trasmissioni televisive in diretta nazionale. Sono convinta che per fare questo lavoro ci voglia un buon mix di talento e dedizione, e io sono fiera di dire che ho sempre lavorato molto su me stessa e sui miei progetti per arrivare al punto in cui sono adesso».

In effetti, hai sempre convinto per il tuo carattere allegro, spontaneo e per la tua disarmante sincerità. Ma la troppa sincerità, a volte, ti ha portato non pochi grattacapi. Vero?

«Con gli anni ho imparato a gestire il rapporto con i media, perché sono molto aperta ed espansiva. E agli inizi forse raccontavo anche troppo. Ora ho trovato un giusto equilibro, essendo un personaggio pubblico è lecito che la gente voglia sapere qualcosa di me, della mia vita. E lo accetto. Anche se i primi tempi è stato strano».

Passare da un quasi anonimato all’essere riconsciuta ovunque non è stato evidente

In che senso?

«Beh, passare da un quasi anonimato all’essere riconosciuta ovunque, non è stato evidente. Le persone spesso sono curiose, vogliono parlarmi, fotografarmi. E la privacy è diventata utopia. All’inizio non ero felice di vedere la gente che mi scattava delle foto quando ero a tavola con degli amici, ritraendomi magari con un boccone a mezz’aria. Dunque ecco, ora so che se voglio stare serena, gli amici li invito a casa mia».

Regione che vai, curiosità che trovi?

«È davvero così, c’è una discreta differenza tra le tre aree linguistiche della Svizzera, con i romandi un po’ più discreti, gli svizzero tedeschi più lanciati e veri fan e i ticinesi più propensi a voler parlare con me».

Madre entusiasta, moglie innamorata, donna in carriera, ragazza sempre sorridente. Dove è il segreto? «Innanzitutto riconosco di essere una persona molto fortunata, perché sono riuscita a costruirmi la vita che volevo. Ho una famiglia meravigliosa, un lavoro che amo, e ammetto che tutto ciò l’ho potuto realizzare anche grazie al grandissimo supporto di mio marito Giovanni. Molti mi chiedono dove io riesca a trovare la forza e l’entusiasmo per fare sempre tutto col sorriso, a questa domanda io rispondo che finché lavorerò senza guardare l’orologio, vorrà dire che amo ciò che faccio e troverò sempre l’energia per lavorare anche sedici ore al giorno. Anche perché tutto ciò che sto facendo, lo sto creando per le mie figlie, per il loro futuro».

Sei indubbiamente una donna molto bella, ma sei anche umana: quando ti guardi allo specchio cosa vedi?

«Mi piaccio, sono sincera. E ammetto che se guardo le foto di quando avevo vent’anni, devo dire che mi preferisco oggi. Non da un punto di vista meramente estetico, mi riferisco all’insieme della mia persona. Sono più matura, più consapevole, più soddisfatta e sicura. Nel tempo mi sono costruita un certo carattere e una certa sicurezza, che con la maternità ha raggiunto l’apice. Ma devo anche essere sincera e dire che, a 37 anni e con due bimbe, tocca anche a me contrastare le leggi della gravità, e lo faccio praticando sport tre volte a settimana. E ovviamente di giorni storti ne ho anche io: in quei momenti anche a me non stanno bene i vestiti, mi guardo e vorrei solo sparire. Come tutte le donne, vero?».

Sempre parlando di bellezza e dintorni, quale è il trucco al quale non rinunci mai?

«Struccarmi ogni sera prima di andare a dormire, perché è davvero importante. Quando ero più giovane mi capitava di andare a letto non struccata, un errore che non commetto più».

È vero che le tue bellissime gemelline di 4 anni ti hanno insegnato a essere più paziente? E ancora: come definiresti il tuo legame con loro?

«Magico, assolutamente sì. Si cercano sempre, si aiutano a vicenda e si capiscono in un linguaggio tutto loro. La cosa buffa è che, se una piange, per solidarietà piange anche l’altra. Sono due piccole personcine meravigliose, e io a volte mi fermo a guardarle e sono grata di poter provare così tanto amore e stupore. È una magia, è davvero un amore incondizionato».

Un felice ritratto famigliare. © CR
Un felice ritratto famigliare. © CR

Ma tutta questa felicità, arriva o bisogna costruirsela?

«Non sono una filosofa, però credo che la felicità sia questione di attimi. A volte capita per caso, a volte devi andartela a cercare. È un insieme di emozioni, a volte inaspettate. Non possiamo essere sempre felici, altrimenti non riusciremmo più a riconoscere ed apprezzare la vera felicità».

Ora invece torniamo ad argomenti più tangibili e facciamo un salto in cucina, perché seguendoti sui social si capisce che ami cucinare: cosa non deve mai mancare nel tuo frigorifero?

«Amo dilettarmi ai fornelli, a casa nostra si mangia di tutto perché siamo quattro buongustai. Nel frigorifero non mancano mai frutta, verdura e latticini. Ah, e ovviamente anche una bottiglia di champagne!».

Il tuo piatto preferito?

«Spaghetti col pomodoro fresco, li adoro».

Usciamo ora dalla cucina e spostiamoci in quello che al momento è un argomento un po’ ostile, i viaggi. Abituati a viaggiare frequentemente, tu e la tua famiglia causa pandemia siete fermi ai box da più di un anno, come la maggior parte delle persone. Detto che avete riscoperto la Svizzera, quanto mancano i viaggi a lungo raggio?

«I viaggi sono la nostra passione e le bimbe vengono con noi ovunque. Hanno iniziato a viaggiare quando avevano 8 mesi e sono già state in Africa, in America e in Asia. Il nostro prossimo grande viaggio in famiglia? Le Hawaii, senza alcun dubbio. Giovanni e io ci siamo già stati 4 volte e vogliamo tornarci con le bimbe, speriamo al più presto».

C’è una domanda che nessun giornalista ti ha mai fatto, ma alla quale vorresti rispondere?

«Forse al momento la domanda alla quale vorrei rispondere è quale sia il mio più grande desiderio. E risponderei, senza pensarci due volte, così: ritornare alla normalità, alla nostra vita di prima, quella di una anno fa. Non c’è cosa che io desideri di più. Ma tengo a precisare che oltre al coronavirus non vanno dimenticate anche altre malattie che ancora oggi colpiscono troppe persone, ed è per questo che sono fiera di annunciare che pochi giorni fa è stato reso ufficiale il mio impegno come nuova Ambasciatrice dello Swiss Malaria Group, lavoro che ho accettato con immenso piacere perché la malaria è una malattia che ogni anno miete ancora tantissime vittime, perlopiù bambini. Dunque, oltre alla COVID-19, vorrei davvero che ogni tipo di virus o malattia essere debellata».

Christa e la sua famiglia. © CR
Christa e la sua famiglia. © CR