Domenica in piazza

E la luna bussò sul Po insanguinato

L'italiano Delta di Michele Vannucci con Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio
© KEYSTONE / URS FLUEELER
Marisa Marzelli
08.08.2022 06:00

Ieri sera la programmazione di Piazza Grande era riservata al film italiano. In programma Delta, opera seconda del regista romano Michele Vannucci, con la partecipazione produttiva di Rai Cinema, protagonisti Alessandro Borghi e Luigi Lo Cascio.

Non stupiscono le connotazioni action e noir, perché il cinema italiano recente ci ha abituato a incursioni in questi territori narrativi. Il racconto è incentrato sulla caccia ai pescatori di frodo nel delta del Po, tematica che suggerirebbe toni realistici o addirittura documentaristici. Ma niente cinema del reale, salvo il fatto che, concentrandosi sull’uso del dialetto, degli accenti e dei suoni, la regia costringe Luigi Lo Cascio a recitare con volonterosa cadenza emiliana di cui non si sente la necessità.

La storia è lineare: ai nostri giorni, gli abitanti del delta del Po cercano di difendere il territorio dai rifiuti e poi dai bracconieri; tra i militanti, Osso (Lo Cascio) e la sorella Nani (Greta Esposito). I bracconieri vengono dall’est e tra loro c’è anche Elia (Borghi), inquieto nativo padano, che si era allontanato anni prima, forse cercando una sorta di famiglia nei trafficanti di pesce. Lo scontro definitivo sarà tra Osso, il pacifista costretto a usare le armi e a venir meno ai propri principi, ed Elia, assassino braccato in fuga.

Ognuno l’epica (perché di questo si tratta, nel «mood» del film) la cerca e la può trovare in qualsiasi contesto, e bisogna dare atto agli autori di coraggio nell’andare a cercarsi le difficoltà, senza appiattirsi su un racconto prevedibile. Ma nel caso di Delta (si sono messi in quattro per scrivere la sceneggiatura, compreso il regista) la storia non sorregge abbastanza, né prepara all’accelerazione di interpretazioni disperate fino all’ultimo respiro. Perché, anche se si è parlato di una sorta di western sul grande fiume italiano, non siamo dalle parti di Cime tempestose o altri romanticissimi drammi.

Se il film, a uno sguardo acuto appare in qualche modo eccessivo e non troppo equilibrato, risulta però nell’insieme ben girato (a parte qualche confusione nelle scene d’azione) e con alcuni non detto e non spiegato che lo rendono più intrigante, a volte enigmatico come le rive del Po fasciate dalla nebbia.

Un lavoro impostato come Delta richiederebbe grandi prove d’attore. Alessandro Borghi, con tutto il talento che è giusto riconoscergli in carriera, ci prova a disegnare un carattere memorabile, ma esagera un po’. Più puntuale Lo Cascio, che anche nei momenti più concitati resta sottotono e a recitare l’eroe non ci pensa nemmeno.

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