L'anniversario

I primi ottant'anni di Massimo Boldi

Nato il 23 luglio del 1945 a Luino, a pochi passi dal confine con il Ticino, in realtà è milanesissimo e deve la sua fama in particolare ai cinepanettoni
© Massimo Boldi
Stefano Olivari
23.07.2025 14:46

Il mondo si divide in persone che ammettono di ridere alle battute di Massimo Boldi e in persone che mentono. Comunque sia, uno degli attori comici più amati del cinema italiano compie 80 anni, essendo nato il 23 luglio 1945 a Luino, dove la sua famiglia era sfollata durante la guerra: in realtà lui è milanesissimo, della zona Porta Ticinese, aperitivo da Gattullo e tutto il resto. Di sicuro la sua onnipresenza su YouTube, per non dire dei passaggi televisivi dei suoi film, lo rende un personaggio amatissimo dai giovani. Che giustamente si chiedono come mai non vengano più prodotti quei cinepanettoni di cui Boldi è icona assoluta, o per lo meno pronunciate quelle battute surreali e irriverenti, senza pensare a chi si offende (tanto si offendono tutti comunque).

Il Derby

Boldi è uno dei tanti talenti usciti dal Derby, il locale di Milano da cui negli anni Settanta partirono tante carriere: Renato Pozzetto, Jerry Calà, Diego Abatantuono e l’elenco potrebbe proseguire all’infinito, ovviamente con una menzione speciale per Enzo Jannacci e per Teo Teocoli che proprio con Boldi, arrivato al Derby come ex batterista fallito, formò una coppia memorabile prima al cabaret e poi in televisione. E proprio in televisione, ad Antenna 3 Lombardia, emittente locale fondata da Enzo Tortora che esiste ancora oggi, Boldi e Teocoli misero a punto molti dei loro personaggi più famosi, fra i quali il primo di vero successo per Boldi, Max Cipollino, parodia del conduttore di telegiornale, sempre al telefono: personaggio con innumerevoli tentativi di imitazione, come la Settimana Enigmistica. Boldi poi quelle battute le avrebbe portate soprattutto al cinema mentre Teocoli, che al cinema non ha mai funzionato, quasi unicamente in televisione.

I cinepanettoni

Sul grande schermo la coppia della vita per Boldi è stata ovviamente quella con Christian De Sica, perché dopo un decennio di ruoli da comprimario, sia pure leggendari (milanista nella realtà ma uno degli amici interisti dell’Abatantuono versione interista in Eccezziunale… veramente!, poi cugino di Pozzetto nel Ragazzo di campagna), Boldi spaccò nel 1986 con Yuppies, nel ruolo del commercialista Lorenzo, amico del dentista Sandro-De Sica: quello dei Vanzina era un capolavoro, così come il seguito (con regista Oldoini), e diede il via al filone dei cinepanettoni, cosa che Yuppies certo non era (uscì in marzo, fra l’altro). Era invece una perfetta fotografia dell’Italia degli anni Ottanta, senza sensi di colpa e con una vitalità che si respirava ovunque: vibrazioni che diedero il via al fenomeno appunto dei cinepanettoni, durato fino all’inizio di questo secolo con l’intento di intercettare soprattutto il pubblico natalizio. Con protagonisti che ruotavano, diversamente da produttore e regista che quasi sempre erano Aurelio De Laurentiis e Neri Parenti.

Christian De Sica

Al di là dei cinepanettoni, Boldi e De Sica hanno girato insieme 23 film: 5 con regista Carlo Vanzina, 5 con Oldoini e ben 12 con Neri Parenti, da Vacanze di Natale ’90, primo vero cinepanettone targato Boldi-De Sica, all’ultimo triste In vacanza su Marte, del 2020, passando per «capolavori» come Vacanze di Natale ’95, Vacanze di Natale 2000 con Carmen Electra e Megan Gale, e Natale a Miami che ufficializzò la rottura della coppia. Le ragioni di questa separazione, dal punto di vista finanziario suicida, non sono mai state chiare. Quello per Boldi fu un periodo molto difficile, con la malattia e la morte della moglie, durante le riprese di Natale in India. La rottura fu in realtà un addio unilaterale di Boldi, il quale riteneva che Neri Parenti riservasse le battute migliori a De Sica ma soprattutto si riteneva pronto per reggere un film da solo, senza un partner di pari grado o peggio ancora di grado superiore. Poi Boldi, così come De Sica, pur facendo tanti tentativi di smarcarsi dai cinepanettoni non ci sarebbe mai riuscito veramente, funzionando sempre meno al box office e mettendosi quasi a settant’anni a fare una vita da giovane, con tradimenti e pedinamenti da lui stesso raccontati con amarezza. Di sicuro Boldi non ha mai avuto buoni rapporti con i colleghi e con gli autori, soffrendo per il ruolo di spalla che spesso gli veniva ritagliato, al punto che in pochi volevano lavorare con lui. Fra questi Celentano, conosciuto durante i suoi inizi musicali, che nel 1987 lo volle a Fantastico: Boldi non ci pensò due volte e salutò l’allora Fininvest, dove aveva litigato con Antonio Ricci (cosa che fece saltare la sua partecipazione all’ultima stagione di Drive In) e Pippo Baudo, che da poco era approdato alla corte di Berlusconi. Peccato che ci fosse un contratto, con il tribunale che gli intimò di pagare due miliardi e mezzo (di lire) di penale, il quadruplo di quanto aveva incassato dalla RAI per Fantastico. Solo la ‘grazia’ di Berlusconi in persona, vecchio cliente del Derby, gli evitò la rovina finanziaria.

Le battute

Citare le tante battute di culto di Boldi è impossibile e non soltanto per il loro numero enorme, ma anche perché diventavano battute soltanto in bocca a lui, maschera geniale del milanese e in generale dell’italiano del Nord in un cinema quasi totalmente romanocentrico, con qualche inserimento napoletano o toscano. Chi altri avrebbe potuto entrare nella leggenda con la frase «Adesso me la ciula» in Vacanze di Natale ’95, riferendosi a Cristiana Capotondi, sua figlia nel film, e Luke Perry? E cosa dire del «Bestia che paura, bestia che dolore»? O del «Tatatatata» riproposto mille volte? Forse il miglior Boldi è stato quello dell’era Max Cipollino («Lo so. Lo so… Non lo sapessi ma lo so»), ma i cinepanettoni sono stati un genere così forte che fra cento anni ci si ricorderà soltanto di loro, stupendosi del fatto che sia esistita una simile era di libertà espressiva, in un cinema ben lontano dall’assistenzialismo moraleggiante di oggi, senza più produttori come De Laurentiis, che non a caso si dedica a tempo pieno al Napoli. Con il suo imitatore Max Giusti che in GialappaShow cita Boldi in ogni discorso: purtroppo è uno scherzo, ma Boldi rimarrà. Non è stato quel grande attore che credeva di essere. Ma è stato Massimo Boldi.