Piazza Grande

La sempre vivace scuola napoletana

L’opera prima «Piano piano» del regista napoletano Nicola Prosatore
© LFF
Marisa Marzelli
06.08.2022 06:00

Secondo film della programmazione in piazza Grande era ieri sera Piano piano, opera prima del regista partenopeo Nicola Prosatore.

In un dialetto napoletano stretto, che spesso spinge a leggere i sottotitoli inglesi, si mostra uno spaccato di disagio sociale e ordinaria criminalità camorristica. Niente di davvero originale ma raccontato con bella padronanza del mezzo tecnico. Perché Prosatore, pur essendo al primo lungometraggio, non è un debuttante: già autore di lavori pubblicitari, serie documentaristiche e programmi tv. È attesa in settembre su Netflix una sua docuserie in quattro episodi sulla discussa televenditrice Vanna Marchi.

Un po’ racconto di formazione di una ragazza, Anna, che sta prendendo consapevolezza della propria femminilità (l’attrice è Dominique Donnarumma, scelta dopo un anno e mezzo di casting, anche se già era stata notata al primo provino) e un po’ presa di distanza temporale in chiave catartica da oggi agli anni ’80, quelli dello scudetto al Napoli di Maradona, Piano piano distende le sue numerose tematiche (anche i rapporti padri-figli e la speranza di un riscatto sociale forse solo desiderato ma irrealizzabile) come un bel tappeto visivo pronto per una vera storia forte da raccontare.

Ancora un amarcord, sulla scia di un trend che va da Notte prima degli esami a È stata la mano di Dio di Sorrentino? Autore che, tra affetto e sana ironia smitizzante, Prosatore chiama «il maestro». La scuola napoletana, per ora, non rischia di inaridirsi.

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