Cinema

Lanthimos è Leone d'oro, Garrone vince ed emoziona

Matteo Garrone è Leone d'argento, premio alla regia per Io Capitano
©ETTORE FERRARI
Red. Online
09.09.2023 22:28

I biglietti di carta con appuntate le parole per ringraziare senza dimenticare nessuno per l'emozione, il forte sostegno allo sciopero degli autori e attori a Hollywood, la sorpresa e la commozione per riconoscimenti prestigiosi soprattutto dei più giovani, Venezia 80 chiude così. Sul podio il Leone d'oro è Povere creature! del greco Yorgos Lanthimos, Il male non esiste del giapponese Hamaguchi è il Gran premio della giuria e Matteo Garrone è Leone d'argento premio per la regia di Io Capitano.

E proprio il regista italiano riceve l'ovazione più lunga quando con generosità porta sul palco i suoi attori, i due giovani senegalesi non professionisti Seydou Sarr e Mustapha Fall e Mamadou Kouassi, un migrante della Costa d'Avorio che ha fatto lo stesso viaggio raccontato nel film, con gli stessi patimenti e la stessa determinazione e ora vive a Caserta impegnato in associazioni che aiutano i migranti. Il giovanissimo Seydou in abiti tradizionali nasconde gli occhi per non far vedere le lacrime, tiene stretto il premio Marcello Mastroianni per l'attore emergente, abbraccia Mussa che ha tinto i capelli biondi, si veste da rapper e sogna l'Europa come nel film. Garrone ha gli occhi lucidi e comunica emozione vera: «Questo film racconta il viaggio di due migranti in controcampo rispetto a quello che siamo abituati a vedere in Occidente, mi sono aggrappato al loro vissuto, da intermediario, per dare voce a chi di solito non ce l'ha» e passa la parola a Mamadou, «che ha più diritto di me di parlarne». Lo dedica alle persone «che non sono potute ad arrivare a Lampedusa. Occorre che ci sia possibilità di accesso a noi giovani di poter avere un visto per viaggiare, canali legali come ha detto il presidente Mattarella, questo è lo strumento per stroncare il traffico di esseri umani» dice il migrante. Garrone riprende la parola commosso, «voglio abbracciare il Marocco», che è stato tra i set di Io Capitano.

Lampedusa è stata citata due volte: anche la veterana regista polacca Agnieszka Holland, che ha messo, con Green Border, in imbarazzo il suo governo (che di fatto l'ha bandita) per le violazioni dei diritti umani al confine tra Polonia e Bielorussia, ha parlato dei migranti che vivono nella foresta, «privati della dignità, dei diritti mani, della sicurezza. Dal 2014, quando è scoppiata la crisi dei rifugiati, 60mila persone sono morte cercando di raggiungere l'Europa. E questo accade perché non li vogliamo. Questo premio - dice ricevendo il Premio speciale giuria - va agli attivisti che con coraggio e perseveranza lottano per la dignità e i diritti umani nel cuore dell'Europa, dalla Polonia a Lampedusa».

E alla politica ha fatto un accenno anche Pablo Larrain, vincitore con Guillermo Calderon del premio per la sceneggiatura per El Conde in cui tratteggia il dittatore Pinochet come un vampiro succhia sangue e soldi in una horror comedy in bianco e nero che arriva nel 50. del colpo di stato in Cile. Alzando il premio Larrain lancia un monito: «no all'impunità». Lo stesso cileno è stato tra gli autori che hanno dato sostegno da Venezia allo sciopero di Hollywood: «Spero si possa trovare un accordo con gli Studios. Abbiamo bisogno di dignità, rispetto, passione e compassione per gli autori in tutto il mondo».

E ancora l'americano Peter Sarsgaard, Coppa Volpi per Memory di Michel Franco che dopo aver detto 'ti amo' alla moglie regista Maggie Gyllenhaal e dedicato il premio al padre scomparso, dice: «Il tema di uno stipendio equo è importante, ma la questione dell'intelligenza artificiale è centrale. Sicuramente un attore è una persona e un autore è una persona, su questo dovremmo essere tutti d'accordo, ma invece sembra che non lo siamo, ed è terrificante. Il lavoro che facciamo ha a che fare con la connessione: senza, questa esperienza sacra di essere umani sarebbe consegnata alle macchine e ai miliardari che le posseggono. Se perdiamo questa battaglia la nostra industria sarà la prima tra le tante a cadere e la disconnessione preparerà la strada delle atrocità».

Assente in sala la splendida protagonista di Memory Jessica Chastain che si era presentata alla conferenza del film con la maglietta del Sag. E un'altra grande assente del festival (per lo sciopero), Emma Stone, è stata citata dal Leone d'oro Lanthimos: «Bella Baxter, la protagonista di Povere Creature! tratto dal romanzo di Alasdair Gray, non potrebbe esistere senza Emma Stone, il film è lei». La Coppa Volpi femminile è andata alla giovanissima Cailee Spaeny, la Priscilla che sposerà Elvis Presley nel film di Sofia Coppola.

L'Italia non è uscita a mani vuote da Venezia 80, oltre a Garrone premio regia, riconoscimenti sono andati a Micaela Ramazzotti, all'esordio da regista con Felicità, che ha ricevuto il premio degli spettatori («dedico il film a chi sta vivendo nell'infelicità, bisogna sempre lottare, tutti noi abbiamo bisogno di essere felici» ha detto emozionatissima) e a due giovani italiani di Orizzonti: Alain Parroni di Una sterminata domenica premio speciale giuria e a Enrico Maria Artale per El Paraiso, premio sceneggiatura.

«Biglietti in crescita del 17% sul 2022» annuncia il presidente della Biennale Roberto Cicutto dichiarando chiusa, con la madrina Caterina Murino e il presidente del concorso Damien Chazelle, Venezia 80. La prossima è dal 28 agosto 2024.