Il caso

Lo sciopero degli attori si estende anche ai costumi di Halloween

Il sindacato SAG-AFTRA ha invitato i suoi membri a non vestirsi come i personaggi di serie e film: sarebbe una violazione dello sciopero e una promozione di contenuti realizzati dagli studios con cui l'associazione è in conflitto
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Red. Online
20.10.2023 12:00

Halloween, si sa, è una festa amata, anzi amatissima dagli americani. Compresi gli attori di Hollywood. Che spesso sfoggiano costumi basati su serie televisive o film di successo. Quest'anno, tuttavia, le cose saranno un po' diverse. E questo perché, come riporta fra gli altri la BBC, gli attori hanno ricevuto un monito preciso: vestirsi come personaggi di serie e film, ad Halloween, rappresenterebbe una violazione dello sciopero in corso. Addio, dunque, ad abiti basati su Barbie. Giusto per citare il film più chiacchierato di quest'anno. 

Il motivo, beh, è presto detto: indossare costumi a tema vorrebbe dire promuovere contenuti realizzati dagli studios. Studios con cui, ha spiegato il sindacato SAG-AFTRA, gli attori sono in aperto conflitto. E così, il consiglio del sindacato si è limitato a un generale «scegliete costumi ispirati a personaggi e figure generiche». Come i fantasmi, gli zombie, o i ragni. In alternativa, gli attori che volessero partecipare ai party esclusivi di Halloween potrebbero ripiegare su costumi che non interferirebbero con lo sciopero. Ispirati, ad esempio, a serie televisive animate. Ancora il sindacato: «Usiamo il nostro potere collettivo per inviare un messaggio forte e chiaro ai nostri datori di lavoro colpiti: non promuoveremo i loro contenuti senza un contratto equo».

Ryan Reynolds, su X, ha risposto all'invito in maniera ironica. Come solo lui sa fare, verrebbe da dire. Spiegando, fra le altre cose, che suo figlio non fa parte del sindacato. Ma, giustamente, deve imparare. 

L'indicazione di SAG-AFTRA è arrivata mentre lo sciopero degli attori, che al momento impedisce ai membri del sindacato di lavorare per i principali studios statunitensi, si avvicina al traguardo dei 100 giorni. La maggior parte delle produzioni già avviate è stata sospesa. Le parti, stando ai resoconti dei media specializzati, sono ancora lontane: manca un accordo su temi quali l'aumento salariale, la partecipazione ai ricavi dello streaming e la protezione contro i potenziali danni dell'intelligenza artificiale. Gli ultimi colloqui, al riguardo, si sono bruscamente interrotti la scorsa settimana. Gli studios hanno dichiarato che le trattative «non stanno più andando in una direzione positiva».

George Clooney, dal canto suo, ha presentato una proposta al sindacato – assieme ad altre star di caratura mondiale – nel tentativo di sbloccare la situazione. Secondo l'Hollywood Reporter, martedì i leader sindacali hanno parlato via Zoom con i citati Clooney e Reynolds, ma anche con Scarlett Johansson, Kerry Washington, Tyler Perry, Bradley Cooper, Meryl Streep, Robert De Niro, Ben Affleck, Jennifer Aniston, Reese Witherspoon, Emma Stone e Laura Dern.

Clooney, nello specifico, vorrebbe che i colleghi più importanti versassero di più in termini di tasse sindacali. Un modo, questo, per colmare il divario fra ciò che il sindacato chiede e ciò che gli studios, invece, sono disposti a offrire. L'associazione SAG-AFTRA ha dichiarato di essere grata che «alcuni dei nostri membri di maggior successo si siano impegnati a offrire idee e supporto». Aggiungendo che il concetto espresso da Clooney, generoso, «è degno di considerazione, ma non è in alcun modo collegato e non avrebbe alcuna attinenza con il presente contratto e nemmeno come oggetto di contrattazione collettiva».

Detto in altri termini: grazie, ma no. E così lo sciopero continua. Addirittura, secondo il sindacato si protrarrà «per tutto il tempo necessario». Uno sciopero simile, ma degli sceneggiatori, si è risolto lo scorso mese dopo 148 giorni di stop. Loro, gli sceneggiatori, ad Halloween potranno fare come meglio credono.