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Millenials per sempre con O.C.

Ha appena compiuto 20 anni, ma rimane una delle poche serie televisive non datate, con una vita oltre il proprio presente
Stefano Olivari
15.08.2023 06:00

O.C. ha appena compiuto 20 anni, ma rimane una delle poche serie televisive non datate, con una vita oltre il proprio presente. Al primo livello è infatti un prodotto del genere teen, ambientato in California, non proprio un’idea originale. In realtà rappresenta l’eterna lotta fra idealismo e grettezza, fra sogni e realtà, fra apertura e chiusura, che avviene ovunque ma soprattutto dentro di noi. Ecco perché Seth e Summer, Ryan e Marissa, Sandy e Kirsten, rimangono personaggi indimenticabili.

Ryan

Tutto è ambientato nei primi anni Zero a Newport Beach, nella contea di Orange, California, paese tranquillo e mediamente ricco, senza tensioni sociali visibili. In realtà non tutti stanno bene e fra questi Ryan Atwood, adolescente adottato dai coniugi Cohen, Sandy e Kirsten, che come figlio hanno già Seth e che inseriscono il neoarrivato in un contesto sociale del tutto diverso da quello di piccola delinquenza e di abusi domestici in cui è cresciuto. Sandy ha infatti conosciuto Ryan facendogli da avvocato d’ufficio e vedendo in lui molto di buono (spoiler: i fatti gli daranno ragione, ma proprio alla fine). La parte più forte di O.C. è proprio questa, il continuo alternarsi di buone intenzioni e di cattivi comportamenti, oltre ovviamente al rapporto profondo con il diversissimo Seth ed al tira e molla con Marissa.

Marissa

La stella femminile della serie è proprio Marissa Cooper, interpretata da Mischa Barton, in una girandola di tentativi di suicidio, fidanzati uno peggio dell’altro anche se il grande amore è Ryan, insieme al conflitto fra la ragazza perfetta che tutti pensano sia ed i suoi tanti problemi, su tutti il rapporto con la madre. Oltretutto da ricca Marissa diventa quasi povera, dopo la bancarotta del padre, ed in ogni caso non sa cosa fare del proprio futuro. La sua morte fra le braccia di Ryan, alla fine della terza stagione, in un incidente provocato da un suo ex, Volchok, è per distacco la scena più commovente di O.C. (come dimenticare l’Hallelujah di Leonard Cohen, nella versione di Imogen Heap?) oltre che la vera fine della serie. Poi i critici apprezzano queste cose, ma la gente non capisce come si possa essere così stupidi da far morire la protagonista senza esigenze contrattuali (anzi, la Barton voleva andare avanti) o narrative (Marissa stava partendo e si era ormai separata da Ryan). La quarta stagione, pur interessante, ha la malinconia dell’adolescenza finita ed è quasi doloroso guardarla.

Seth

Il figlio dell’avvocato ebreo Sandy Cohen, idealista al massimo grado, e di sua moglie Kirsten, anche lei in linea con Sandy ma con sfumature da casalinga disperata, è una macchina da battute, con il suo sarcasmo a nascondere il disagio di far parte di una comunità come quella di Newport: è questa la base del suo bel rapporto con Ryan, nonostante il neo-fratello arrivato da Chino non sia certo un appassionato di fumetti, di musica di nicchia e di un certo mondo nerd sintetizzato da Seth. Che con le ragazze ha ovviamente molto meno successo di Ryan, anzi non ne ha proprio, al di là del fatto che lui vorrebbe averlo soltanto con Summer: la solita serie di alti e bassi, ma anche un grande amore pur nella diversità di carattere. Inutile dire che Seth, che sogna di disegnare graphic novel, è il personaggio che più di tutti fa scattare l’identificazione, con quel suo sentirsi escluso da tutto.

Summer

Nata come migliore amica di Marissa e reginetta di bellezza locale, Summer Roberts è il personaggio che più di tutti gli altri ha un’evoluzione. Da adolescente apparentemente superficiale, interessata soltanto alle scarpe o a essere invitata alla festa giusta, Summer diventa sempre più attenta agli altri e verso la fine la troviamo ambientalista e attivista per i diritti degli animali. Ma la parte più interessante è quella della separazione, dopo il liceo, nonostante sia lei sia Seth abbiano fatto domanda per la stessa università, la prestigiosa Brown. Ma Seth, che ci aveva provato soltanto per stare vicino a lei, non viene preso, ed in ogni caso rimane spiazzato dalla crescita umana e culturale della fidanzata. Con dolore decidono di lasciarsi liberi, per non avere rimpianti, ma alla fine si ritroveranno e si sposeranno anche.  

Gossip girl

O.C. ha chiuso nel 2007 con la sua quarta stagione, generando un culto che ha superato le generazioni, e non è un caso che nel 2007 il suo creatore, Josh Schwartz, abbia iniziato Gossip Girl, che in parte ripropone gli stessi schemi (Serena e Blair come Marissa e Summer? Lo abbiamo pensato tutti) in un ambiente diverso come l’Upper East Side di New York. Ma ad essere davvero diversa è l’epoca: in pochissimi anni gli adolescenti sono passati dal vivere, bene o male è un altro discorso, una vita reale, al vivere una vita filtrata dal web e dai social network. O.C. è ancora un piccolo mondo antico, Gossip Girl (in Svizzera trasmesso dall’agosto 2008) è il mondo di oggi anche se non tutti siamo figli di milionari newyorkesi.

Millenials

La nostalgia fa vendere e niente la ispira di più della fine di un’epoca. O.C. è infatti l’ultima grande serie televisiva, ci viene da dire telefilm come dicevamo ai tempi, rivolta ai Millennials. Cioè ai nati fra il 1981 e il 1996, persone cresciute nell’era digitale ma con una vita ancora per così dire analogica. Gli anni Novanta e i primi Duemila sono stati infatti l’età dell’oro del teen drama, rivolto ad un pubblico che aveva ancora la testa per aspettare una settimana la puntata successiva: si potrebbe fare un elenco sterminato, ma per capire la Generazione Y, e non solo, basta riguardarsi Beverly Hills 90210, Dawson’s Creek e appunto O.C., anzi The O.C., per dirla all’americana. Era una vita più autentica, quella di Marissa e degli spettatori di Marissa? Domanda con risposta incorporata: ad unire le generazioni, dal Medio Evo ad oggi, la certezza di essere migliori di quella attuale.