Zurich Film Festival

Ricca galleria di personaggi

Dalla manifestazione svizzero tedesca emergono donne e uomini dal carattere forte o dal destino tragico
Giulia Tonelli, prima ballerina della compagnia dell’Opernhaus di Zurigo e madre di due bimbi, è la protagonista di «Becoming Giulia» della regista ticinese Laura Kaehr.
Antonio Mariotti
01.10.2022 06:00

Sarà la meteorologia, nettamente meno clemente rispetto al 2021; sarà la città che si è ormai completamente risvegliata (anche dal punto di vista culturale) dopo il lungo letargo forzato dovuto alla COVID; fatto sta che il 18. Zurich Film Festival - nonostante la buona qualità delle proposte e l’impegno degli organizzatori - è sembrato più «annacquato» del solito. È infatti perlomeno curioso ritrovarsi un mercoledì sera alle 21.00 nell’atrio del grande multisala Arena (19 schermi) e veder sfilare centinaia di persone che escono da una delle prime proiezioni della nuova commedia con George Clooney (presentata nell’ambito della normale programmazione extra festivaliera) prima di ritrovarsi in poche decine nella stessa sala per uno dei film in concorso allo ZFF. Intendiamoci, il pubblico che affolla i cinema è sempre una gran bella cosa ma certi contrasti, inesistenti in manifestazioni che si tengono in contesti più «protetti» (come Cannes, Locarno o Venezia) o in metropoli ormai interamente votate alla causa (come Berlino) mostrano la mole di lavoro che dovrebbe ancora compiere il festival zurighese per mettere davvero le mani su tutta la città. In quest’ottica, i personaggi di alcuni dei film proposti nei giorni scorsi sulle rive della Limmat appaiono come volti isolati nel fiume ininterrotto di persone che scorre per le strade del centro durante il giorno. Qui di seguito una galleria, di certo incompleta, dei più accattivanti che speriamo di scoprire presto anche sugli schermi ticinesi.

Giulia, ballerina e mamma

Giulia Tonelli, giovane prima ballerina della compagnia dell’Opernhaus di Zurigo, ha preso una decisione ancora molto rara nell’ambiente della danza: fare un figlio e continuare la propria attività allo stesso livello. Una sfida vinta su tutti i fronti, tanto che Giulia due mesi fa ha avuto un secondo bambino e ad aprile tornerà a danzare in scena. La regista locarnese Laura Kaehr (al suo primo lungometraggio documentario) in Becoming Giulia racconta questa storia con passione, ma sempre mantenendo la giusta distanza dalla propria protagonista, animata da un’energia creativa e da una convinzione davvero fuori dal comune.

I dubbi e i dolori di Sandra

Ha perso il marito da 5 anni, deve occuparsi della figlia Linn che di anni ne ha 7 e cercare la migliore sistemazione per il padre (già brillante professore di filosofia) affetto da una rara sindrome neurodegenerativa. Sandra (una Léa Seydoux con i capelli cortissimi in versione acqua e sapone) è la protagonista di Un beau matin, il nuovo intenso film della regista francese Mia Hansen-Love. Una donna che soffre ma non smette di lottare e alla fine riesce anche a ricostruirsi una vita sentimentale con un amico del marito.

Lo strano mondo di Joe e Gwen

Sono i protagonisti «malati» del film britannico The Almond and the Seahorse diretto da Celyn Jones (che interpreta Joe) e Tom Stern. Lei ha subito un trauma neurologico dopo un incidente stradale, lui in seguito a un’operazione al cervello. Il loro è un mondo fluttuante, fuori dal tempo, imprevedibile che li porta a tratti ad avvicinarsi ai loro cari «normali» e in altri momenti a neanche riconoscerli, gettandoli nel panico e nella disperazione. Una lezione di vita dura da apprendere ma impossibile da ignorare.

Due amici-nemici su un’isola

Padraic (Colin Farrell) e Colm (Brendan Gleeson) sono amici da una vita sull’isoletta immaginaria di Inisherin, al largo delle coste irlandesi. Un giorno però, di punto in bianco, senza un motivo valido, il secondo non ne vuol più sapere del primo che si dispera, cerca di riannodare i fili di una relazione che pensava solidissima, ottenendo però l’effetto contrario: un’irresistibile escalation di violenza e frustrazione. Ambientato nel 1923, durante la guerra civile irlandese, The Banshees of Inisherin è il nuovo film di Martin McDonagh (Tre manifesti a Ebbing, Missouri): una parabola perfetta sull’assurdità di ogni conflitto tra persone che si conoscono benissimo. Una pseudo leggenda celtica che ci dice moltissimo sul dramma bellico che sta vivendo l’Europa oggi.

La vita immaginaria di Sissi

Si può prendere spunto dall’esistenza drammatica e leggendaria di Elisabetta d’Asburgo, detta Sissi, che il cinema ha già saccheggiato a più riprese negli anni Cinquanta dandole il volto di Romy Schneider, per creare un personaggio inedito e decisamente moderno? Dopo aver visto Corsage della regista austriaca Marie Kreutzer si può senz’altro rispondere affermativamente. A 40 anni Sissi (interpretata con estrema bravura dalla lussemburghese Vicky Krieps) è decretata ufficialmente «vecchia», ma il suo spirito ribelle e la sua voglia di vivere, d’amare e di viaggiare sono rimasti intatti. Questa Sissi è un personaggio complesso, tormentato, una donna più moderna del proprio tempo e per questo votata a un destino tragico.