Settimana della critica

Se gli anziani cantano i loro problemi

Nell'interessante documentario finlandese Ruthless Times – Songs of Care
© LFF
Antonio Mariotti
06.08.2022 06:00

Quanto costa morire oggi in un Paese occidentale? Quanto può permettersi di spendere lo Stato per le cure da dedicare a una persona anziana in una situazione demografica in cui la base della piramide è sempre più esigua e il vertice sempre più ampio? Sono domande che si potrebbero definire eticamente scorrette, poiché la vita umana non ha prezzo, ma ciò non ha impedito alla regista finlandese Susanna Helke di affrontarle con coraggio e fantasia nel documentario Ruthless Times - Songs of Care che ha inaugurato ieri la Settimana della Critica. La sezione indipendente del Festival, curata dall’Associazione svizzera dei critici cinematografici, si è ormai imposta come un appuntamento di prestigio nell’ambito del cinema del reale e anche questa inaugurazione si può dire abbia colpito nel segno.

Da un lato, infatti, Susanna Helke compie un’indagine approfondita e a tutto campo sui servizi per la cura degli anziani nel suo Paese, dando la parola a tutti gli attori coinvolti ed evidenziando in particolare la tendenza che, negli ultimi vent’anni, ha portato a una massiccia privatizzazione del settore causata dal crescente disimpegno delle autorità pubbliche. D’altra parte, però, la cineasta ha l’ottima idea di mettere in scena una serie di tableaux vivants nei quali dei cori formati da anziani cantano frasi tratte dalle dichiarazioni anonime rilasciate da chi lavora in prima linea in questa delicatissima e sfiancante attività, musicate dalla compositrice Anna Mari Kähärä. Degli «intermezzi» che punteggiano con la giusta cadenza il montaggio, contribuendo a rendere il discorso più incalzante e facendogli assumere un significato fortemente simbolico. Ruthless Times - Songs of Care non si limita però a mettere in evidenza i problemi ma esplora anche alcune possibili soluzioni. La tecnologia, sotto questo punto di vista, sta già fornendo delle risposte interessanti anche se per certi versi discutibili, come il «controllo a distanza» degli anziani tramite le videochiamate o l’introduzione di robot in grado di sostituire in determinate circostanze gli operatori. Il film evidenzia però in primo luogo come i criteri manageriali tipici dell’economia privata facciano a pugni con questa attività. Il rigido rispetto dei tempi d’intervento e il costante richiamo alle regole sono infatti dei pesanti fattori di stress per molti operatori di un settore che conosce un fuggi fuggi sempre più massiccio di personale qualificato. Un problema che non riguarda solo la Finlandia ma anche altri Paesi ricchi, come il nostro.

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