Musica

Con Concato una "Domenica bestiale" al Lac

Due ore di concerto per il cantautore milanese da 40 anni sulla scena
©CdT/Archivio
Enrico Giorgetti
09.12.2019 06:40

Due ore di concerto, in un Lac pieno solo a metà, che non dimenticherai. Facile dire che gli assenti hanno sempre torto ma ieri sera chi ama la musica d'autore italiana di qualità e ha mancato l'appuntamento di domenica sera con Fabio Concato ha perso l'opportunità di vivere tante emozioni e di commuoversi. E coi tempi che corrono non è poi poco. L'artista milanese con all'attivo 42 anni di carriera e quasi 150 brani scritti ("per questo motivo ho sempre problemi nell'allestire le scalette dei concerti") ha regalato tanta poesia perché le sue canzoni sono dei quadri di vita pieni d'amore e di malinconia. Una serata nel segno del ricordo ma non solo durante la quale si sono potuti ascoltare successi noti e meno noti che hanno tracciato il cammino di uno dei protagonisti della grande stagione dei cantautori italiani di cui rimarrà traccia nella storia. A 66 anni, con gli immancabili occhiali scuri per proteggere gli occhi chiari come il mare cristallino, ha ancora la sua inconfondibile voce nasale e canta senza bisogno di fogli o schermi su cui leggere i testi. Poi si muove in continuazione sul palco e non solo ma anche in platea per cercare il contatto ravvicinato col pubblico che partecipa con entusiasmo perché si inizia con "Bella bionda" ma l'attesa è per gli immortali "Fiore di maggio" (dedicata alla figlia Carlotta nata "dove c'è sempre il sole"), "Domenica bestiale", "M'innamoro davvero", perle di uno scrigno dove si trovano molte composizioni preziose, delicate, intimiste, personali e di grande eleganza. Ma c'è anche l'impegno sociale sublimato trent'anni fa, ma più attuale che mai, dal numero 051 222525 di Telefono Azzurro che diventa un disco per raccogliere fondi a favore di un'organizzazione che si batte contro il maltrattamento dei minori.

"Gigi", omaggio al padre che gli instillò l'amore per la musica, quella forma d'arte che come disse il premio Nobel Hermann Hesse collega la terra al cielo. "M'innamoro davvero" di José Feliciano, l'amore che finisce senza tragedia in "Stazione nord", la splendida "Non smetto di aspettarti". Per i bis non è mancata "Rosalina".

Con lui sul palco c'erano i suoi strepitosi musicisti che ha ringraziato e i cui nomi ha citato più volte: Ornella D'Urbano (arrangiamenti, piano e tastiere), Gabriele Palazzi Rossi (batteria), Stefano Casali (basso) e Larry Tomassini (chitarre). Calato il sipario un saluto all'esterno del centro culturale ad amici, conoscenti, fan e cronisti e poi il rientro con la Tesla elettrica che scivola silenziosa nella notte verso casa con lui al volante. Perché la civiltà e la cultura di una persona la vedi anche in questo.