L'approfondimento

E se i sogni controllassero le nostre vite?

Ne parliamo con Michele Kruisinga, psicoterapeuta dell'Associazione ticinese psicologi
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Sara Fantoni
15.07.2023 20:00

Lo scrittore francese Marcel Proust scriveva: «Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo». Ecco: queste parole, espresse facendo riferimento ai cosiddetti «sogni ad occhi aperti», possono essere anche associate al momento onirico del sonno. Sognare, infatti, può essere «pericoloso». A quanti, infatti, è capitato almeno una volta di svegliarsi la mattina di malumore a causa di un sogno avuto durante la notte? A chi non è mai successo di considerare un amico in maniera differente dal solito dopo averlo reso parte dei propri film notturni creati dall’inconscio?

A volte l’influenza che i sogni hanno su di noi dura solamente qualche istante dopo esserci svegliati, altre, invece, può condizionare momenti cruciali delle nostre giornate. Ma qual è la causa di questo strascico incosciente che, a volte, capita di portarci dietro e dentro anche per diverse ore? Fino a che punto i sogni possono influenzarci, in maniera positiva o meno? E in che modo noi abbiamo la possibilità di condizionare il nostro sonno per vivere in maniera serena il nostro risveglio?

«Siamo perennemente influenzati da qualcosa che non è sotto il nostro controllo, ma ritengo che condizionare i nostri sogni in maniera positiva significhi non influenzarli; non porre loro alcuna condizione. È nella loro libertà che essi possono rivelarsi utili per noi» spiega Michele Kruisinga, psicoterapeuta dell’Associazione ticinese psicologi (ATP) con cui abbiamo approfondito il tema.

Cosa sono i sogni

Ma cominciamo dal principio: cosa significa sognare? «È un ambito in cui siamo ancora estremamente ignoranti - esordisce lo psicoterapeuta - ma ritengo che sognare sia come il negativo di una fotografia». Ovvero? «Sognare è l’opposto delle esperienze razionali che costruiamo in giornata, ciò significa che il sogno è la dimensione negativa - in termini fotografici - dell’esistenza. Si tratta di una logica altra, non razionale, che ci sembra oscura poiché non la capiamo, ma di fatto non lo è». In effetti, il contenuto dei sogni ci appare spesso incomprensibile, assurdo o addirittura sbagliato rispetto alla quotidianità alla quale siamo abituati. «Questo perché è importante considerarli in maniera simbolica o allegorica. Cercare di tradurre il sogno secondo la nostra logica sarebbe fuorviante. Non dobbiamo imporci una sua trasposizione nella realtà che conosciamo, ma - suggerisce lo psicoterapeuta -, piuttosto, entrare dentro il sogno e capirlo dall’interno».

«Rivelano ciò che sappiamo o meno di noi»

Immergersi completamente in questa realtà differente risulta quindi essenziale per comprendere più a fondo i nostri sogni e, di conseguenza, noi stessi. Infatti, Kruisinga li definisce come «il frutto di tutto ciò che sappiamo e non conosciamo di noi». Questo proprio per via del loro carattere irrazionale: «I sogni non siamo noi a crearli - continua - ma è la natura che ce li trasmette». Cosa significa questo? Non stiamo parlando qui di un’entità superiore o metafisica che crea per noi le immagini che sogniamo, ma piuttosto, come spiega lo psicoterapeuta, del fatto che il sogno non sia un atto volontario. «Siamo sicuramente noi a crearne la trama, i personaggi e le sceneggiature, eppure dire che siamo noi a produrlo sarebbe sbagliato in quanto si tratta di un’azione involontaria». Con questa affermazione, lo psicoterapeuta desidera mostrare il carattere inconscio, che a tratti può anche spaventare, riguardo a ciò che il sonno può rivelare su di noi tramite la sua interpretazione. «Infatti, il sogno è - come lo definisce Kruisinga - la corsia preferenziale, benché non sia l’unica, verso il nostro mondo interiore».

«Lo vedo come un apparato digerente - prosegue il nostro interlocutore -. Digerisce un’alterità interna ed esterna rispetto a noi. Il sogno, mastica, smembra, scompone, mescola e riassembla il tutto». Memorie, percezioni ed esperienze passate, assieme a tutto il tumulto emotivo che queste hanno generato, sono dunque il contenuto rielaborato dei sogni. «È una materia prima in costante divenire. Quindi la sua funzione è ingerire e digerire tutto ciò per permetterci all’infinito di scoprire e riscoprire noi stessi».

Quando ci mettiamo in relazione con il sogno, riflettendo su di esso, ci sembra di scoprire che abbia un’intenzionalità, ovvero un messaggio diretto a noi

Analizzare, comprendere e agire

Tuttavia, rendere pensiero qualcosa che si rivela contro la logica non è un compito semplice nemmeno per chi se ne occupa di mestiere. «Quando ci mettiamo in relazione con il sogno, riflettendo su di esso, ci sembra di scoprire che abbia un’intenzionalità, ovvero un messaggio diretto a noi - prosegue Kruisinga -. Come se fosse una materia grezza che noi dobbiamo raffinare con l’obiettivo di renderlo analizzabile, ma si tratta di un compito molto arduo». L’obiettivo dei sogni da un punto di vista psichico sembrerebbe dunque quello di permetterci l’accesso ad un livello di consapevolezza che ci consenta di non «prestare un’attenzione unilaterale alla nostra maniera di essere al mondo, ma di comprendere qualcosa in più rispetto a noi o alla relazione con gli altri e con il mondo. Questo sì, ci può condizionare». L’influenza dei sogni sulle nostre giornate non è dunque unicamente incontrollata, ma se analizzati, questi momenti onirici possono influire in maniera razionale sulle nostre decisioni e quindi sulle nostre vite.

Kruisinga ci porta un esempio: «Mi trovavo in camper e avevo sistemato il veicolo leggermente in pendenza senza rendermene conto. Durante la notte, il sonno non è stato sereno; ho sognato che il camper si trasformava in una teleferica che veniva trascinata verso l’alto, lasciandomi scivolare all’indietro. Quando mi sono alzato, ho sistemato il veicolo in pianura». Benché si tratti questa di una situazione a basso impatto sulla giornata, mette però in rilievo alcuni elementi fondamentali del sogno e della sua relazione con la nostra realtà. In primo luogo, lo psicoterapeuta spiega che «il sogno aveva amplificato le mie sensazioni, ma l’ho capito solo la mattina successiva». Inoltre, aggiunge che per riuscire ad estrarre il messaggio dai sogni «ci vuole una formazione specifica».

Come cogliere il messaggio

Nonostante ciò, Kruisinga suggerisce alcuni accorgimenti che possono essere messi in pratica da ognuno per comprendere la logica irrazionale dei sogni. Sembra un ossimoro, ma non lo è. Infatti, come spiegato, i sogni sono sì irrazionali, ma, se li consideriamo dal punto di vista simbolico, possiamo ritrovare degli schemi che si verificano a più riprese mentre dormiamo. È dunque per questo che trascriverli e rileggerli, secondo l’esperto, aiuterebbe a riconoscere questi modelli e a comprendere il loro significato figurato per noi. «Un ulteriore aiuto in questo senso potrebbe essere il dizionario dei simboli, senza però prenderlo come oro colato» consiglia Kruisinga. In effetti, un simbolo può avere diversi significati, non solo variabili attraverso la storia e i luoghi, ma anche per noi. Per di più, essendo i sogni «il 90% delle volte caos puro», è difficile accordare pieno valore a ciò che ritroviamo scritto in questi glossari.

Inoltre, secondo lo psicoterapeuta, per avvicinarci alla comprensione dei nostri sogni può essere utile «soffermarci sulle emozioni che ci ha lasciato il sogno, o alcuni elementi che lo costituiscono, ponendoci delle domande. Questo perché il sogno è più di quello che ci dice a primo impatto». Proust aveva quindi ragione quando scriveva che il rimedio rispetto alla pericolosità dei sogni non è la loro eliminazione e nemmeno, come si potrebbe credere, imparare a controllarli, ma, anzi, sognare sempre. Infatti, come sostiene lo psicoterapeuta, «più sogni faccio, maggiormente riuscirò a comprenderli e, - chiosa Kruisinga - ad agire di conseguenza».

Perciò, piuttosto che domandarsi che influenza hanno i sogni sulle nostre giornate o come possiamo condizionarli affinché abbiano su di noi un impatto positivo, dovremmo cambiare approccio, chiedendoci invece che cosa possiamo imparare da questa forma di visione irrazionale che sembra conoscerci più a fondo di noi stessi.