E se in futuro a Losone nascesse «Ticinollywood»?

Nel cuore del 72. Festival di Locarno, dall’8 al 13 agosto, Locarno Pro riapre i battenti accogliendo i professionisti dell’audiovisivo provenienti dal mondo intero. Una sezione della rasegna locarnese che, con il passare degli anni, è diventata un punto di riferimento importante a livello internazionale, in primo luogo poiché permette di scoprire realtà «periferiche» di grande interesse, grazie soprattutto all’iniziativa Open Doors che mira a sostenere autori e produzioni indipendenti del Sud e dell’Est del mondo e che quest’anno inaugura il suo nuovo focus triennale dedicato al Sud Est asiatico. In questo contasto si è ritagliata il suo piccolo spazio anche la Ticino Film Commission. Quest’ultima è diretta da Nadia Dresti, che è anche la responsabile di Locarno Pro. L’abbiamo interpellata.
Per la Ticino Film Commission il Festival di Locarno è una vetrina imprescindibile: come si svilupperà quest’anno la vostra presenza?
«Alcuni appuntamenti sono indirizzati solo ai professionisti, ma avremo invece un evento speciale che punta a presentare una nuova location: la ex caserma di Losone che durante il Festival ospiterà il Base Camp (cfr. CdT del 31.7) con l’idea di permettere a tutti i produttori e i cineasti presenti a Locarno di conoscere questi spazi che in futuro potrebbero trasformarsi in veri e propri studi cinematografici, anche con atelier, magazzini, uffici e quant’altro. Organizzeremo quindi una festa, in collaborazione con il Festival e il comune di Losono, per far scoprire questa novità che potrebbe essere interessante non solo per produzioni cinematografiche e diventare così un polo di creazione artistica. Per noi si tratta inoltre dell’apertura di un nuovo capitolo per ciò che riguarda l’arricchimento del nostro data base di location a disposizione di chi vuole girare in Ticino».
La disponibilità della ex caserma potrebbe facilitare anche l’afflusso nella nostra regione di produzioni da fuori?
«Assolutamente, questo è uno degli scopi principali dell’operazione. Può diventare una base utile a chiunque decida di venire a girare in Ticino, non solo nel Locarnese. Senza dimenticare anche l’interesse del CISA che da sempre è alla ricerca di un grande spazio per le esigenze della scuola. Si tratta di unire le forze di tutti gli interessati per capire se tutti insieme possiamo continuare a far vivere questo luogo usandolo o mettendolo a disposizione di altri. Chiaramente però l’ultima parola in questo senso e la gestione dell’operazione rimane al Comune di Losone. Per essere attrattivi, dobbiamo proporre posti e situazioni che altrove non esistono e questo sarebbe un grande atout, oltre che una prima assoluta per la Svizzera».
Come sono i rapporti tra le diverse Film Commission che sono nate ultimamente nel nostro Paese?
«Ottimi. Non c’è concorrenza fra noi. Il problema semmai è il nostro posizionamento a livello internazionale: se noi o i nostri colleghi di Lucerna, Zurigo o Vevey andiamo a Cannes ciascuno per conto proprio non esistiamo, siamo troppo piccoli. Associandoci invece saremmo più forti e potremmo collaborare meglio senza rubarci i clienti ma, anzi, mostrando ancora meglio la varietà e la bellezza del nostro territorio. Questo è il futuro, anche perché l’interesse per i possibili indotti delle Film Commission sta crescendo un po’ ovunque».