È un uccello? È un aereo? No, è... Zeva Aero Zero

Uno strano «Ufo» solca i cieli di Seattle. Più precisamente a Tacoma, a 60 chilometri a sud dalla città nello stato di Washington, nel nord ovest degli Stati Uniti d'America. Assomiglia in tutto e per tutto a un disco volante, con l'eccezione che—al contrario dell'immaginario collettivo costruito nel corso di decenni di produzioni di fumetti, film e serie tv—questo affare resta «in piedi», in verticale. Superficie liscia e nera, diametro di tre metri e un nome altisonante: «Zeva Aero Zero». I costruttori del particolare aeromobile si dicono convinti che questo primo volo di prova presto aprirà la strada a una rivoluzione nel panorama del trasporto personale. L'apparecchio—mosso da motori simili a quelli usati nei droni—si libra nell'aria leggero per poi, dopo pochi secondi, effettuare un atterraggio perfetto (guarda il video allegato a quest'articolo).
L'opera dell'ingegno è finalista al premio GoFly sponsorizzato da Boeing, che mette in palio un milione di dollari. E nella visione del suo inventore, lo Zero di Zeva Aero dovrebbe staccarsi da una piattaforma collocata sul lato di un edificio, oppure da terra, per poi passare alla sua velocità di crociera di 260 chilometri orari nella modalità di volo «in avanti». «Esatto—spiega entusiasta il direttore generale dell'azienda, Stephen Tibbitts—. Decolla verticalmente e poi vola in avanti, esattamente come farebbe Superman».
Quindi... è un uccello? È un aereo? Che cos'è? «Tecnicamente parlando siamo di fronte a un cosiddetto ‘octocopter’, vale a dire otto motori, quattro sul piano superiore e quattro su quello inferiore. Ognuno è ottimizzato per la sua posizione. Il corpo stesso è qualcosa che noi chiamiamo ‘ala mista’ e genera portanza mentre vola in avanti». Il prototipo è progettato per ospitare una sola persona. Il pilota—che in questa fase sperimentale è soltanto la testa di un manichino—sorride beatamente dalla cabina di pilotaggio, attraverso una finestra molto spessa di plastica trasparente. La prossima fase di esame per l'ipotetica «automobile del futuro» sarà una dimostrazione del passaggio al volo «in avanti». Il programma completo, insomma.

L'inventore sostiene che la tempistica per la realizzazione di un tale mezzo non è mai stata così favorevole: «Insomma, siamo circondati dalle tecnologie giuste, da materiali leggerissimi, da batterie sempre più efficienti e capienti. Tutte queste cose stanno arrivando insieme allo stesso tempo. I sistemi di controllo, i semiconduttori necessari per fare tutte le parti, tutto sta convergendo. Per non parlare dei motori, pure loro sempre più efficienti». Gli inizi, come per tutte le cose, sono state in piccolo. Letteralmente, perché la capacità di volo è stata dimostrata tramite un modello in scala 1:8, in particolare il delicato passaggio di transizione dalla posizione verticale a quella in avanti. La sfida è mettere a punto lo stesso successo in scala reale.
Tibbits vede già una grande varietà di usi per l'aereo: «I nostri primi clienti possono essere tutti coloro che operano nell'ambito dei primi soccorsi, medici che hanno bisogno di arrivare sulla scena di un incidente, per trattare le vittime di traumi il più presto possibile. Il Dipartimento della Difesa ha espresso interesse per applicazioni come estrazione e rifornimento. Siamo stati contattati da un certo numero di persone particolarmente facoltose che hanno l'esigenza di volare dalla loro casa sul lago alla città oppure anche dai loro yacht. Ci sono un sacco di applicazioni potenziali per questo speciale veicolo», ha detto.
Ma, con un prezzo che probabilmente si aggirerà attorno al quarto di milione di dollari, è probabile che passi del tempo prima che lo Zero atterri davanti a una casa media. Il compito di guidare il progetto verso un mercato più ampio spetta a Gurbir Singh, responsabile tecnologico dell'azienda. Il cielo, ai suoi occhi, «è il limite». Il ‘guru’ si riferisce ad aziende come Tesla, che—a suo modo di vedere—dimostrano che la tecnologia delle batterie è pronta ad alimentare il settore dei trasporti: «La stessa tecnologia delle batterie ci permetterà di alimentare velivoli che rendono questo tipo di progetti estremamente realizzabili per il prossimo futuro».
Per Zeva Aero i test con piloti umani sono comunque piuttosto lontani, visti i severi standard della FAA (la Federal Aviation Administration, l'ente federale dell'aviazione), ma Stephen Tibbitts non ha dubbi sul futuro dello Zero. «Renderemo questo aeromobile commercialmente disponibile entro due anni, ma sarà senza restrizioni, sarà una classe sperimentale e si dovrà avere una licenza di pilota. Nel 2026 speriamo di avere l'autonomia incorporata in modo che ci sarà la possibilità per chiunque di pilotarlo perché sarà controllato dal computer».