Cent'anni fa

È una fortuna che inchiostro e carta siano di cattiva qualità

Le notizie del 19 luglio 1925
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
19.07.2025 06:00

La Nota
Si legge che fra gli studiosi c’è un grande allarme per la sorte che minaccia tutta la popolazione letteraria, scientifica, giornalistica affidata alla carta e agli inchiostri del nostro secolo. La carta è cattiva e gli inchiostri sono pessimi onde fra qualche secolo di tutta la roba stampata in questi nostri tempi grafomani non resterà che poco.

Tiriamo un respiro. I nostri posteri, grazie alla cattiva carta e al pessimo inchiostro, vedranno e leggeranno solo una minima parte delle innumerevoli sciocchezze che si scrivono e si stampano in questi nostri tempi. Facciamoci dunque coraggio e continuiamo imperterriti nel nostro mestiere di macinare idee buone, mediocri, grame, diritte, strambe, serie, semiserie, ridicole, semplici o vanitose come un «pezzo grosso», oneste e truffaldine, a macinarle e stamparle chè ne conforta il pensiero che non arriveranno fino ai lontani posteri.

C’è da restare terrorizzati al pensiero che le generazioni venture possano aver sott’occhio tutta la roba che stampiamo, tutte le raccolte di giornali, tutti i romanzi, le novelle, gli articoli pesi massimi e quelli peso piuma, i discorsi politici e le polemiche artistico-letterarie.

Mettetevi – se vi è possibile – nei panni di un uomo intelligente dell’anno 2500 il quale possa leggere tutto quello che si stampa oggi e potrete immaginarvi che opinione debba farsi dei nostri tempi, della leggiadria e della gentilezza dei nostri costumi giornalistici ed eziandio politici, della maturatezza di senno nei nostri scrittori, dell’attitudine cui sapevamo elevarci con la possanza delle nostre ali da galline faraone e vi convincerete che dovremmo ringraziare Dio e l’industria ladra di averci fornito per i nostri giornali e per i nostri libri della carta cattiva e del pessimo inchiostro.

Gavroche

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