La luce in fondo al tunnel

Ecco il primo coro di jodel femminista della Svizzera

Oggi l’Associazione svizzera dello jodel conta oltre 12.000 membri, soprattutto maschili – Il coro femminista Echo vom Eierstock riunisce, invece, un gruppo eterogeneo di donne (tra i 25 e i 70 anni) che si incontrano settimanalmente a Stans
Camilla Vagnozzi
31.05.2025 13:30

Uno svizzero tra i più veloci scalatori delle Alpi

Gli alpinisti esperti Nicolas Hojac (svizzero) e Philipp Brugger (austriaco) hanno stabilito un nuovo record di salita alpina, percorrendo il trittico formato dall’Eiger (3967 m), dal Mönch (4110 m) e dal Jungfrau (4158 m) in 15 ore e mezza. 

Il successo è arrivato ad aprile 2024 e il precedente record, risalente ad oltre vent’anni fa, è stato polverizzato: Ueli Steck e Stephan Siegrist avevano completato le tre salite in poco più di una giornata.

L’esperienza degli scalatori, entrambi detentori di successi in altre prestazioni simili, è stata la chiave di successo per questa impresa. Come raccontato da Hojac l’assenza di imbrago, necessario per la scalata del Mönch, è stato un inconveniente non da poco, gestito però con «tecniche creative» e «lavoro di squadra».

Echo vom Eierstock, il primo coro di jodel femminista della Svizzera

Nel 2022 è nato Echo vom Eierstock (in italiano, «Eco dall'ovaio»), il primo coro di jodel femminista della Svizzera. 

Per i meno esperti, un veloce ripasso: lo jodel è un canto tipico dall’area alpina caratterizzato da veloci cambi di tono che alternano una tonalità grave ad una acuta. Da un lato, la memoria collettiva associa allo jodel il classico suono «Yodel-Ay-Ie-Oooo» utilizzato dai mandriani per comunicare da una collina all’altra e richiamare mandrie e greggi, mentre i veri e propri canti jodel si sono sviluppati nel XIX secolo unendo un ritornello jodel a versi narrativi. 

Oggi l’Associazione svizzera dello jodel conta oltre 12.000 membri, soprattutto maschili. Il coro femminista Echo vom Eierstock riunisce, invece, un gruppo eterogeneo di donne (tra i 25 e i 70 anni) che si incontrano settimanalmente nella cittadina di Stans (Nidvaldo). 

I testi delle canzoni prestano particolare attenzione al ruolo della donna, che se veniva un tempo descritta come insicura e indifesa ora si mostra padrona del proprio destino. Ma non solo: nelle versioni cantate dalle Eierstöcke («ovaie», come si definiscono i membri del coro) il ballo non si conclude, come nella tradizione, per forza con un matrimonio; non viene ringraziato Dio, ma la vita; il «ragazzo» e la «ragazza» della tradizione diventano «io» e «tu». 

Curiosi di ascoltarle? Qui le prossime date.

Da Losanna novità sul caldo e il freddo per un arto fantasma

Un recente progetto della Scuola politecnica federale di Losanna ha permesso ai pazienti amputati di tornare a percepire la temperatura calda o fredda degli oggetti. 

Ad esempio, uno dei partecipanti, è stato in grado di rilevare la temperatura di una bottiglia impugnata dalla sua protesi con una precisione del 100% (lo stesso esercizio senza la protesi arrivava ad una precisione inferiore al 50%). 

Gli studiosi hanno individuato e mappato le terminazioni nervose presenti sul residuo dell’arto del paziente; questo, unito alle sensazioni percepite dall’arto fantasma, ha permesso di «riportare» al paziente la sensazione della temperatura direttamente trasmessa da dei sensori posti sulle estremità (le dita) della protesi. Da Losanna hanno spiegato che le sensazioni percepite con la protesi sono molto simili a quelle riportate dall’arto integro dei pazienti.

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