Il personaggio

Eunice Foote, la tempesta perfetta

Nel 1856 fu la prima scienziata a documentare il cambiamento climatico, ma i meriti e la gloria andarono a un uomo – John Tyndall – cinque anni più tardi
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Marcello Pelizzari
19.02.2022 10:14

No, la tempesta non c’entra. E questo perché, banalmente, parliamo di un’altra Eunice. Vissuta tanto, tantissimo tempo fa. Una scienziata. Che nel 1856 (per prima) documentò il cambiamento climatico. In particolare, citiamo Wikipedia, descrisse l’effetto di riscaldamento della luce solare su diversi gas e teorizzò che la modifica della proporzione di anidride carbonica nell’atmosfera ne avrebbe mutato la temperatura. La scoperta di Eunice Foote gettò le basi per la moderna comprensione dell’effetto serra. Parentesi, importante: il riconoscimento fu dato a uno scienziato irlandese, John Tyndall, cinque anni più tardi. Chiamatela beffona. Solo recentemente, invero, giustizia è stata fatta. John Perlin dell’Università della California, ad esempio, nel 2019 ha definito Foote «la Rosa Parks della scienza». E ancora: libri e perfino un documentario hanno ricostruito le vicende di allora. Meglio tardi che mai, già.

I diritti delle donne
Eunice Foote aveva 37 anni quando cambiò, per sempre, la nostra concezione del clima. Cresciuta in una fattoria del Connecticut, frequentò il Troy Female Seminary. Una scuola secondaria privata di preparazione al college, la prima rivolta alle femmine negli Stati Uniti. La prima, soprattutto, che offriva alle giovani donne un’istruzione simile a quella impartita a un uomo. Studiò, fra le altre materie, matematica e scienze avanzate.

Fra i suoi mentori c’era Amos Eaton, co-fondatore della vicina Rensselaer School, considerato il padre dell’insegnamento scientifico in America. Curiosamente, il papà di Eunice condivideva il nome con uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi: Isaac Newton.

Foote, oltre agli studi, era una fervente sostenitrice dei diritti delle donne. Non a caso, fece parte del comitato editoriale della Convenzione di Seneca Falls del 1848, la prima conferenza sui diritti delle donne organizzata dalla suffragista Elizabeth Candy Stanton. E fu fra le firmatarie della «Dichiarazione dei sentimenti», la pietra angolare del movimento. La scienza era uno di quei campi in cui le donne dovevano lottare per essere ascoltate. Il lavoro e l’ostinazione di Foote aprirono la strada verso l’accettazione.

A tal proposito, nel duecentesimo anniversario della nascita, nel 2019, Annarita Mariotti del NOAA, l’agenzia federale statunitense che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia, disse a proposito di Foote: «È un ricordo della lotta che le donne hanno affrontato per emergere nella scienza e nella società. La sua storia ci ricorda anche che elementi fondamentali della scienza del clima, come il potenziale di riscaldamento dell’anidride carbonica, erano già stati dimostrati più di 150 anni fa».

La sua storia ci ricorda anche che elementi fondamentali della scienza del clima, come il potenziale di riscaldamento dell’anidride carbonica, erano già stati dimostrati più di 150 anni fa

Quel cilindro così caldo
L’articolo di Foote che descrive il suo esperimento fu pubblicato sull’American Journal of Science and Arts nel novembre del 1856. Eunice adoperò una pompa ad aria, quattro termometri a mercurio e due cilindri di vetro, leggiamo sempre su Wikipedia. Posizionò due termometri in ogni cilindro, quindi attraverso la pompa ad aria evacuò l’aria da un cilindro e la compresse nell’altro. Mise i cilindri alla luce del sole per misurare la variazione di temperatura una volta riscaldati e in diverse condizioni di umidità. Eseguì l’esperimento con la CO2, con l’aria comune e con l’idrogeno. La Foote concluse che la CO2 aveva trattenuto più calore, raggiungendo una temperatura di 52 °C. «Il recipiente contenente questo gas – scrisse – è diventato esso stesso molto caldo, molto più sensibilmente dell’altro, e quando è stato rimosso dal Sole, il raffreddamento è stato altrettanto lungo».

Foote, in sostanza, dimostrò che l’anidride carbonica trattiene più calore. Fu la prima a farlo, come detto. Applicando tale scoperta alla storia della Terra, aggiunse: «Un’atmosfera fatta di quel gas darebbe alla nostra Terra una temperatura elevata; e se, come alcuni suppongono, in un periodo della sua storia, l’aria si fosse mescolata con essa in una proporzione maggiore rispetto allo stato attuale, deve essere necessariamente derivato un aumento della temperatura per sua stessa azione, nonché per l’aumento del peso».

L’articolo di Eunice Foote. © Wikipedia
L’articolo di Eunice Foote. © Wikipedia

Furto o menefreghismo?
La domanda delle domande, ora: John Tyndall rubò l’idea a Eunice Foote? Sì, no, forse. Fisico irlandese, Tyndall era già noto alla comunità scientifica grazie al suo lavoro sul magnetismo e la polarità. Nella stessa edizione dell’American Journal of Science and Arts in cui Foote pubblicò il suo esperimento, Tyndall scrisse a proposito del daltonismo. In seguito, nel 1861, proprio Tyndall dimostrò la natura assorbente dei gas, fra cui ossigeno, vapore acqueo e anidride carbonica. Misurò, tramite uno spettrofotometro, l’assorbimento infrarosso di questi gas. L’effetto serra. Si dice che non fosse a conoscenza del lavoro della Foote, o – peggio – che non lo ritenesse abbastanza rilevante. Cambia poco, in fondo: Tyndall è comunque passato alla storia come uno dei padri della scienza che studia il cambiamento climatico, Foote per contro è emersa soltanto all’inizio del ventunesimo secolo.

Una comprensione tardiva
La scoperta di Eunice Foote cadde in un secolo particolare per la scienza del clima e, sul fronte opposto, per l’uso dei combustibili fossili. Nel 1800, infatti, la popolazione mondiale raggiunse il miliardo di persone mentre nel 1880 il carbone veniva ampiamente usato per generare elettricità. Nel 1886, invece, la Motorwagen di Karl Benz – la prima autovettura con motore a scoppio nella storia – di fatto aprì l’epoca del trasporto privato di massa.

Il cambiamento climatico non venne pienamente compreso all’epoca: il chimico svedese Svante Arrhenius, nel 1896, sosteneva che l’effetto serra e il conseguente aumento della temperatura legato alla combustione del carbone avrebbero portato effetti benefici per l’umanità.

Le emissioni, da allora, non hanno smesso di crescere. Nel 1927, quelle prodotte da combustibili fossili e industria raggiunsero il miliardo di tonnellate all’anno. Nel 2019, a titolo comparativo, il solo uso di combustibili fossili ha raggiunto i 36,7 miliardi di tonnellate.

Fu soltanto dopo la metà del ventesimo secolo, tuttavia, che il concetto di «riscaldamento globale» entrò nel linguaggio comune, influenzando (anche se non abbastanza, ad oggi) le politiche dei vari Paesi. Ma pochi sapevano (e sanno) che dietro a una delle scoperte più importanti di sempre c’era una donna. Eunice Foote, la tempesta perfetta.