Fra incontri e scontri «Crash» invade Chiasso

I dittici giganti (240 cm x 300) del maestro ucraino Boris Mikhailov che allo Spazio Officina presenta di persona, in anteprima mondiale, il suo nuovo lavoro Temptation of Death; le stampe classiche in bianco e nero di Arnold Odermatt, di cui alla Sala Diego Chiesa si possono ammirare i 32 scatti scelti da Harald Szeemann per la mostra alla Biennale di Venezia del 2001 che consacrò il fotografo-poliziotto nidvaldese nel mondo dell’arte; le riflessioni e le intuizioni degli studenti del master in fotografia dell’ECAL di Losanna sul tema dell’utopia nella Piazza dei Colori di via Soave. Questo il triplice fulcro dell’11. Biennale dell’Immagine (Bi11) che si inaugura sabato prossimo, 5 ottobre, a Chiasso (ore 18 allo Spazio Officina), la seconda organizzata dall’associazione ABi in collaborazione con il Comune do Chiasso.
Vero e proprio festival
Attorno a questo trittico, la Bi11 fa ruotare tutta una serie di altre esposizioni allestite sul territorio di Chiasso in sedi istituzionali (il m.a.x museo), in gallerie storiche (la Cons Arc), in luoghi d’arte contemporanea (lo Spazio Lampo) e in location inconsuete (il Rifugio pubblico di via Soave) messe i valore da Culture.in.movimento. Ma la vera novità dell’edizione 2019 è la presenza di una decina di associazioni e gallerie d’arte ticinesi «in transito» nella città di confine, grazie agli spazi messi a disposizione in centro (soprattutto su corso San Gottardo) da Frequenze, struttura comunale che opera per valorizzare gli spazi commerciali sfitti. Insieme a incontri, proiezioni di film, visite guidate e workshop, ABi punta quindi a far nascere una vera e propria atmosfera da festival attorno alla manifestazione che si concluderà l’8 dicembre.
Un tema forte
La forza della Biennale di quest’anno sta anche nel tema che fa da cappello a tutte le mostre ed è sintetizzato nel titolo «Crash». Un termine che sta sì per scontro, incidente, caduta, collisione, frattura senza ritorno, ma anche per rinascita, dinamismo, cambiamento spesso utile e inevitabile. Un meccanismo che Francesco Zanot, curatore di Temptation of Death di Boris Mikhailov, applica alla perfezione alla mostra del fotografo ucraino, mettendo l’accento sul tema del contrasto fra vita e morte, fra natura e cultura e fra comunismo e capitalismo. Una parte delle immagini di Mikhailov sono infatti state scattate a Kiev, fuori e dentro un crematorio abbandonato costruito negli anni Sessanta dal regime sovietico e mai veramente utilizzato poiché ricordava troppo da vicino i forni crematori nazisti. Una ricerca articolata e ricca di spunti di riflessione che sarà presentata attraverso 24 stampe di grandi dimensioni e la videoproiezione del l’intero lavoro comprendente 150 dittici.
Giovani utopisti a Casa Corti
Come spiega il ticinese Milo Keller, responsabile del Master in fotografia dell’ECAL, anche gli studenti coinvolti nel progetto Guardare l’utopia sono stati chiamati a partecipare a una sorta di «crash» psicoartistico a base di sedute di meditazione, gite (al Generoso e al Monte Verità) e attività in comune durante il loro soggiorno a Casa Corti a Pellio Intelvi. La dimora di Maria Corti, nota filologa e studiosa di letteratura all’Università di Pavia (scomparsa nel 2002), è stata acquistata da un gruppo di persone vicine al mondo della letteratura e dell’arte che intende ora valorizzarla come spazio culturale. La Bi11 sarà quindi l’occasione per scoprire questo luogo che ospiterà una parte della mostra allestita nella Piazza dei Colori di Chiasso e - in permanenza - l’esposizione Radicalia del fotografo italiano Pietro Martinello. Non sarà questo l’unico appuntamento «fuori porta» della Bi11 che prevede anche esposizioni a Morbio Inferiore, Mendrisio,Ligornetto, Lugano, Porza e Como. Informazioni: www.biennaleimmagine.ch.