Gavroche e la crociata contro il componimento retorico

La Nota
Spira aria buona anche nella scuola. Si parla di una crociata contro il componimento retorico. È la crociata contro quella forma di idiozia letteraria che è falsa retorica. Dio sia lodato! Chissà che non si riesca ad abituare gli allievi ad essere sinceri, a dire quello che pensano e quello che sentono e non a infilar margheritine di vetro colorato.

Se leggesse una scelta di temi che si danno in certe scuole elementari e superiori ci sarebbe proprio da domandarci se fra i programmi scolastici ci sia un poso riservato all’incretinimento degli allievi. Il componimento dovrebbe essere un esercizio di pensiero e di sentimento ed anche un esercizio di forma; abituare lo scolaro ad esprimere con buona forma letteraria sentimenti, impressioni, sensazioni, osservazioni; abituare soprattutto il ragazzo a pensare e ragionare con sincerità e con serietà.

Ed invece che cosa si fa? Si abitua lo scolaro ad essere soprattutto falso: falso verso sè stesso, falso verso gli altri. O lo si abitua a piagnucolare di cose che non sente e che forse non comprende neppure, a costruire impressioni si sentimenti che non ha provato, di cose che non ha mai visto (in ginnasio mi si diede una volta per tema: «Una battaglia nel Sahara»; un mio compagno, più intelligente del professore, cominciò il componimento con un verso rubato: «Di fischi e bussi tutto il bosco suona»); o gli si impongono descrizioni fantastiche di paesaggi, di luoghi non mai visti, onde lo scolaro, dovendo mettersi nelle mani di quella buona lana di una fantasia (la pazza di casa), affastella insieme roba dell’altro mondo, e si abitua a descrivere quello che non conosce e a non saper descrivere la realtà che ha sotto gli occhi.

Impariamo prima a saper dir bene quello che conosciamo e che sentiamo; più tardi potremo arrischiarci a dire quello che non abbiamo mai nè visto nè sentito. Santa quella crociata contro il componimento retorico, santa perchè tende a fare degli scolari degli uomini e non dei salici piangenti o dei piatti di gelatina.

Gavroche

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