Cinema

Gelsomina, Cabiria, Ginger e... Giulietta

Ricorrono oggi i cento anni dalla nascita dell’attrice italiana Giulietta Masina, nota soprattutto per i ruoli su misura che disegnò per lei il marito Federico Fellini
Un intenso primo piano di Giulietta Masina.
Antonio Mariotti
22.02.2021 06:00

«Ah sì, la moglie di Fellini!»: questa la frase più ricorrente, se non l’unica, che si rischia di sentire quando si cita il nome di Giulietta Masina. È vero: l’attrice nata a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, il 22 febbraio del 1921 è stata per mezzo secolo la compagna di vita del più grande regista italiano del XX secolo, personaggio artisticamente e mediaticamente straripante, al fianco del quale - almeno pubblicamente - ha sempre recitato il ruolo di diligente comparsa. Con il marito però Giulietta ha intessuto una relazione intima, di complicità, collaborazione e conforto psicologico per un uomo che ha sempre convissuto con i fantasmi della propria mente vulcanica e l’ha pure tradita a più riprese, senza che lei mettesse mai veramente in discussione la loro coppia. Sul set, questo rapporto complesso, all’interno del quale Giulietta rappresentava la parte più «perbenista» e «cattolica» della personalità di Federico, è sfociata in quattro lungometraggi che si possono annoverare tra i più interessanti della filmografia felliniana: La strada (1954), Le notti di Cabiria (1957), Giulietta degli spiriti (1965) e Ginger e Fred (1985). Quattro opere sin dal primo momento pensate dal regista per la sua compagna e che hanno portato Fellini ad opporsi senza mai cedere ai tentativi da parte dei produttori di sostituire la Masina con altre protagoniste (soprattutto americane) per motivi esclusivamente di cassetta. E del resto, proprio Giulietta appare come l’antitesi assoluta - fisicamente ma anche psicologicamente - della «donna felliniana» per antonomasia, tanto che molti critici hanno visto nella sua immagine sullo schermo un alter ego della parte femminile della personalità del marito, così come Marcello Mastroianni ne rappresenta alla perfezione quella maschile.

Quell’incontro alla radio

Ci si potrebbe chiedere allora quale percorso avrebbe potuto seguire la promettente carriera artistica della ventunenne studentessa in Lettere Giulietta Masina - attrice di prosa sui palcoscenici del teatro universitario e promettente interprete di pièce e programmi radiofonici di successo - se nel 1942, negli studi romani dell’EIAR (la futura RAI), non avesse incontrato uno dei coautore dei testi della rivista Terziglio, che stava interpretando proprio in quel periodo. Quello fra Giulietta e Federico è un amore a prima vista: pochi mesi dopo, il 30 ottobre 1943, si sposano davanti a pochi intimi, nel bel mezzo di uno dei periodi più tragici e confusi della storia d’Italia.

Il debutto con Lattuada

Giulietta debutta nel cinema nel 1948 nel dramma Senza pietà, diretto da Alberto Lattuada (a cui il Festival di Locarno 2021 dedicherà una retrospettiva), un film a cui il marito collabora come cosceneggiatore ed aiuto regista e che le farà vincere un Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista. Un riconoscimento bissato nel 1951 con Luci del varietà che vede l’esordio alla regia di Federico in collaborazione ancora con Lattuada. Bisogna però aspettare La strada (1954) per vederla emergere come protagonista, nei panni dell’ingenua Gelsomina, vittima sacrificale del rozzo e manesco girovago Zampanò (Anthony Quinn). Un personaggio scritto su misura per lei dal marito ma nel quale l’attrice stenterà sempre a riconoscersi, anche se ammetterà che dopo aver letto le 5 o 6 pagine del soggetto aveva già le lacrime agli occhi. La strada vince l’Oscar per il miglior film straniero e consacra definitivamente Fellini a livello internazionale. Squadra che vince non si cambia: marito e moglie tornano così a lavorare insieme nel 1957 su Le notti di Cabiria nel quale Giulietta interpreta quel personaggio di donna di malaffare, che crede disperatamente nell’amore romantico, che proprio per questo verrà punita severamente dalla società maschilista ma che troverà dentro di sé la forza per rialzarsi e riprendere a vivere. Un ruolo in cui impose le proprie idee, scontrandosi anche violentemente con il marito, che rimane quello più intenso e complesso della sua carriera, che le valse il premio d’interpretazione a Cannes e che contribuì in maniera determinante per il secondo Oscar vinto, un po’ a sorpresa, da Fellini.

La moglie tradita e in crisi

Nonostante questa prova da grande attrice, che mette in luce a livello internazionale tutte le sfaccettature del suo talento, negli anni successivi la carriera di Giulietta stenta a decollare, Sarà ancora Fellini, nel 1965, a offrirle un grande ruolo cucito su misura per lei in Giulietta degli spiriti nel quale l’attrice interpreta una donna borghese e cattolica di mezza età che vive una profonda crisi esistenziale quando si accorge che il marito la tradisce. Un personaggio più cupo e disperato rispetto a quelli di Gelsomina e Cabiria, ma comunque in grado di superare tutte le difficoltà senza tradire le proprie convinzioni. L’ultima parte della carriera vede Giulietta Masina ottenere soprattutto il successo in due film per la tv negli anni ’70 (Eleonora e Camilla), ma a riportarla sul grande schermo è ancora una volta il marito che la vuole assolutamente al fianco di Marcello Mastroianni nel rutilante e feroce Ginger e Fred (1985), con i due attori che interpretano una coppia di vecchi e scalcinati ballerini di tip tap riportati in auge, per lo spazio di una sera, da un programma di quella televisione-spazzatura che Fellini odiava visceralmente. Un’ultima occasione per mostrare quelle doti di attrice (ma anche di ballerina e di soubrette) che avrebbero potuto farne una vera e propria «Chaplin al femminile». Giulietta muore a Roma il 23 marzo 1994, a pochi mesi di distanza dal marito. In Ticino la si ricorda in particolare per la sua luminosa partecipazione, nel settembre del 1988, in qualità di «madrina» e di ambasciatrice dell’UNICEF, alla prima edizione del Film Festival Ragazzi di Bellinzona (oggi Castellinaria).