L’anniversario

Geniale, irriverente, inimitabile Frank Zappa

Ottant’anni fa nasceva Frank Zappa, una delle figure musicali più straordinarie del XX secolo – Insaziabile e bulimico sperimentatore, ha spaziato tra le tecniche e gli stili più disparati con un’abilità fuori dal comune che abbinava ad un altrettanto unico gusto per la trasgressione
Frank Vincent Zappa è nato Baltimora il 21 dicembre 1940 ed è scomparso a Los Angeles il 4 dicembre 1993.
Alessio Brunialti
21.12.2020 06:00

Ottant’anni fa, il 21 dicembre 1940, nasceva Frank Zappa, eclettica e originale figura di chitarrista, compositore, cantrante, produttore, discografico, regista, scrittore e, per usare una felice espressione del critico Riccardo Bertoncelli, «re dei matti» del rock anche se questo genere musicale è sempre andato strettissimo all’artista americano di discendenze siciliane. Un caso unico, il suo, nel Novecento, ma, probabilmente, anche in tutta la storia della musica, una capacità (e una volontà) di spaziare tra gli stili e le tecniche prossima all’ossessione, così come l’incessante necessità di documentare (quasi) ogni nota arrivando a costituire un corpus che oggi consta, ufficialmente, di più di cento album, metà dei quali pubblicati dopo la prematura scomparsa. Come è accaduto per Federico Fellini (morirono entrambi nel 1993), a lui è sopravvissuto un aggettivo. E se «felliniano» vuole indicare un cinema barocco, magniloquente e eccessivo, così «zappiano» dovrebbe definire un tipo di componimento incredibilmente complesso da eseguire, pieno di cambi di tempo e di tonalità, una sfida alle capacità dei più talentuosi virtuosi. Ma questa descrizione si adatta alla perfezione anche al rock progressivo, a tutto il jazz e a gran parte della musica classica contemporanea. In fondo Zappa era questo, ma anche molto più di questo. Attribuiva al suo modello, il francese Edgar Varèse (che deve esclusivamente al discepolo tutta la notorietà di cui gode oggi in campo extra colto) la massima «il compositore dei nostri giorni rifiuta di morire». Ma sopravvivere, proponendo quella musica, non era facile. Ecco, quindi, che molto presto nell’ambito di una carriera che ha sempre anteposto la testa al cuore, la ragione ai sentimenti, Zappa diventa pigmalione di se stesso, arrivando a controllare ogni aspetto della sua arte con precisione kubrickiana (un altro aggettivo da aggiungere all’elenco).

La copertina di «Freak Out», l’album con cui fece il suo esordio discografico, nel 1966.
La copertina di «Freak Out», l’album con cui fece il suo esordio discografico, nel 1966.

Impressionismo pop
Nato a Baltimora, costantemente sradicato per seguire gli spostamenti del padre, un chimico e matematico ingaggiato dal ministero della difesa, il giovane Frank cresce negli anni Cinquanta del «new deal» affascinato dalla cultura pop americana, fatta di elettrodomestici cromati (l’aspirapolvere è il preferito), «stupid songs» che risuonano dai juke-box (in seguito ne ha scritte parecchie, tutte irresistibili) e l’inconfessabile paura di una nuova guerra che possa turbare quel momento (anche le maschere antigas entrano presto nell’iconografia). Si accosta alla musica «seria» quasi casualmente, imbattendosi in polverosi vinili di Stravinskij e Varèse che nessuno voleva, appassionandosi, imprevedibilmente, alla Sagra della primavera come a Intégrales. A quindici anni chiede ai genitori, come regalo di compleanno, di poter effettuare una chiamata a lunga distanza per parlare con il «present-day composer»: una conversazione sufficiente a spronare l’adolescente Zappa alla conquista del mondo musicale. Entra dalla porta di servizio, suonando la batteria quando ancora quel ruolo era riservato a chi non sapeva fare altro. Si intestardisce sulla chitarra, creando uno stile unico («impressionistico» lo definiva lui) e, intanto, scrive musiche che nessuno vuole ascoltare, proprio come i suoi idoli. Su YouTube è visibile un suo passaggio televisivo allo Steve Allen Show nel 1963 in cui propone un «Concerto per bicicletta» e in cui viene trattato alla stregua di un fenomeno da baraccone.

Il sostanziale disprezzo mostrato da Frank Zappa dei confronti della tv, è sintetizzato in questa immagine.
Il sostanziale disprezzo mostrato da Frank Zappa dei confronti della tv, è sintetizzato in questa immagine.

Il re dei freak
Al contrario dei suoi modelli, Zappa possiede un senso dell’umorismo e un’autoironia tali da farlo adattare perfettamente alla situazione. Conscio di essere «strano» non teme di essere definito «freak». E Freak out! è il manifesto programmatico della sua arte futura: pubblicato nel 1966 sulla lunghezza di due dischi (un fatto unico per un esordiente, all’epoca), realizzato con le Mothers of Invention, una band di cui si è, letteralmente, impossessato con piglio dittatoriale, costringendo i musicisti a trasformarsi anche in attori di satire al vetriolo e pantomime di rara volgarità, pubblicato da una casa discografica convinta di avere per le mani un nuovo gruppo blues, non vende, ma fa discutere per il miscuglio di canzoncine fesse, critica sociale, doppi sensi osceni, pezzi di bravura e due facciate di rumori e schiamazzi assortiti, nel superamento della musica concreta.

La copertina dell’irriverente album Sheik Yerbouti (1979)
La copertina dell’irriverente album Sheik Yerbouti (1979)

Da allora, per i successivi venticinque anni non si è più fermato, passando dalle bambole gonfiabili alla London Symphony Orchestra, dal berciare di Captain Beefheart (l’unico freak più freak di lui) al rigore di Zubin Metha e Pierre Boulez, dallo sconquasso di pellicole come Uncle Meat e 200 motels alle rigorose composizioni elettroniche, mitopoieta delle proprie imprese, geniale o insopportabile, a seconda dei punti di vista. «Il compositore dei nostri giorni rifiuta di morire» e, infatti, neppure la morte arrestato il fiume in piena della sua musica: l’album numero 118, con la colonna sonora del documentario che gli è stato dedicato, è in arrivo.

Il film

Si intitola semplicemente Zappa ed è stato diretto da Alex Winter. È il primo documentario sulla vita e la carriera dell’artista, frutto di cinque anni di ricerche e interviste, con il supporto dello Zappa Family Trust. Il filmato di Alex Winter include contributi di Gail Zappa, la vedova di Frank, scomparsa nel 2015, e di molti dei collaboratori, tra cui, Ian Underwood, Steve Vai, Pamela Des Barres, Bunk Gardner, Scott Thunes, Ruth Underwood, Ray White e molti altri. Zappa è disponibile in streaming su Amazon Prime Video US e presto arriverà anche da noi. Il 19 febbraio uscirà in versione digitale la colonna sonora del film: Zappa - Original motion picture soundtrack comprende 68 tracce, molte rare e inedite. Già disponibile per lo streaming e il download, sarà disponibile anche in un’edizione in tre CD, due box set di cinque LP in edizione limitata, una disponibile in vinile nero e una in vinile colorato (in uscita il 7 maggio 2021), infine una versione in doppio LP con il meglio del box set in vinile.