George, uomo solo tra vita e morte

L'improvvisa perdita di un amore, la disperazione, la voglia di farla finita per sempre, la riscoperta che qualcos'altro, di diverso, può nascere e ridare gusto alla vita, poi – altrettanto improvvisa – la morte che giunge nel momento di massima chiarezza, quando la felicità pare davvero a portata di mano. Questo il percorso emozionale che segue il personaggio di George Falconer, il protagonista di A Single Man (Un uomo solo), primo lungometraggio del 49enne stilista statunitense Tom Ford che all?ultima Mostra di Venezia si è aggiudicato meritatamente la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile assegnata a un eccezionale Colin Firth.Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Christopher Isherwood, ambientato nel 1962 a Los Angeles, dove George – professore di origine britannica trasferitosi negli USA – insegna letteratura in un college. Una sera riceve una telefonata: Jim, suo compagno da 16 anni, è morto in un incidente stradale mentre era in visita ai familiari. L'uomo si richiude allora completamente in se stesso, vivendo un lutto silenzioso e impenetrabile, di cui il film ricostruisce l'ultima giornata. L'unica persona che è in grado di raccogliere le confidenze di George è Charley (Julianne Moore), prima amante giovanile che sta a sua volta attraversando un periodo di crisi esistenziale. Proprio mentre nel segreto assoluto ha già architettato il suicidio, George approfondisce la conoscenza con un suo giovane studente dalla quale potrebbe nascere una nuova, inedita, relazione, ma un infarto lo stronca ancor prima che essa possa avere inizio.