Gli anni di Supersex e Rocco Siffredi

I cinema porno sono morti da anni, ma nel 2023 i video porno godono di ottima salute e attirano l’interesse di un pubblico in maggioranza maschile ma socialmente trasversale, che forse decreterà il successo di Supersex, la serie prossimamente su Netflix e che è liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi. Tutti possono immaginare perché abbia successo il porno, inutile spiegarlo in questa sede, ma perché interessa anche il racconto della storia del porno?
Supersex
La serie che vede Alessandro Borghi (ex Suburra e Diavoli) nel ruolo di Siffredi ha un titolo furbo, che strizza l’occhio all’omonimo fotoromanzo erotico che aveva in Gabriel Pontello il volto più famoso e che da metà anni Settanta fino all’inizio dei Novanta rappresentò una lettura quasi obbligata per generazioni di adolescenti maschi europei, soprattutto italiani e francesi. Una rivista su cui indubbiamente si è formato anche il giovane Siffredi, che poco tempo fa nella sua casa di Budapest ha ricevuto la visita proprio di Borghi, che si è preparato al ruolo alla De Niro. Ovviamente il Supersex di Netflix non è porno, anche se le scene di sesso non mancheranno, ma piuttosto è il racconto di un’industria semiclandestina e dei suoi protagonisti, oggi diventati divi quasi per famiglie dopo decenni da maledetti, con vite spesso chiuse male fra droga e malattie in certi casi riconducibili alla professione. Oltre a Borghi, nel cast di questa serie in 7 episodi ci sono anche Jasmine Trinca, Eva Cela, Adriano Giannini e Saul Nanni: entro la fine del 2023 sui nostri schermi. Ma al di là dell’analisi del passato, come funziona oggi il cinema porno?
Online
Essendo ormai tutto veicolato dal web, attraverso i vari PornHub, YouPorn, RedTube e migliaia di altri siti, legali e illegali, è difficile fare stime su utenti e ricavi, ma certo è che rispetto a 10 anni fa il traffico sui siti porno si è triplicato e non certo perché lo stesso numero di persone clicchi di più. Ogni tanto si leggono numeri in libertà, di industria che varrebbe 100 miliardi di dollari all’anno e cose del genere, ma la realtà è che l’azienda dominante (per certi aspetti monopolista, visto che controlla tutti i siti più famosi) del settore, Mindgeek, nel 2022 ha avuto utili per 600 milioni: tantissimo, ma non stiamo parlando di numeri da Silicon Valley. Eppure i soli siti del gruppo hanno 150 milioni di utenti unici al giorno, quando ad esempio YouTube (il secondo sito più visitato al mondo, il primo è Google) ne ha circa 122. Domanda: perché allora i siti porno di successo non valgono come le Big Tech e le loro emanazioni? Risposta: perché la pubblicità che attirano è di Serie B, per non dire C o D, quasi sempre riferibile al solo mondo del porno. Certo hanno sezioni premium, con contenuti particolari o le versioni complete dei video disponibili per tutti, ma nel modello di business non sono centrali. In sintesi: i video porno si guardano moltissimo, più di tutti gli altri video messi insieme, ma in proporzione valgono pubblicitariamente poco. E tutto il mercato mondiale difficilmente varrà più di 20 miliardi, se parliamo solo dei video e non dell’indotto (come l’offerta di altri ‘servizi’).
Onlyfans
Il cinema porno si è bene adattato al web, in ogni caso, facendo chiudere sale che non erano esattamente il massimo dell’igiene e delle frequentazioni, ma il suo nemico più temibile si è presentato in tempi recenti ed è lo stesso di tante professioni, cioè il dilettantismo di talento. Ciò che prima era confinato nelle sezioni amateur dei siti, anche se magari si trattava di professionisti che fingevano, adesso trova sbocchi in piattaforme dove tutti possono diventare produttori di sé stessi proponendo il proprio spettacolino. Facile citare Onlyfans, dove si possono arricchire sconosciuti esibizionisti come personaggi dello spettacolo in declino, ma esistono buone alternative come Fansly, Frisk e Fancentro. Al di là del porno, il concetto non cambia: ogni attore diventa produttore, distributore e regista di sé stesso, l’importante è partire da una piccola fanbase. Intendiamo poche centinaia di persone, un seguito che anche pornoattori sconosciuti hanno. E questo è il punto: nel 2023, con tutta questa frammentazione dell’offerta, esistono ancora i grossi nomi?
I migliori
Ogni settore ha avuto una sua presunta età dell’oro ed il porno non fa eccezione. Nello specifico questa età coincide con il boom delle videocassette, quindi con il periodo che va dalla fine degli anni Settanta all’inizio dei Novanta. Non sono soltanto i fruitori di film porno a conoscere i nomi di Linda Lovelace, Moana Pozzi, Sasha Grey, Ginger Lynn e Traci Lords, o fra gli uomini di John Holmes, Ron Jeremy, Gabriel Pontello e Rocco Siffredi, ma si tratta ormai di personaggi storicizzati e quindi oggetto di serie Netflix. Ma oggi? Fra gli uomini al top ci sono Johnny Sins, James Deen e Ricky Johnson, mentre molto più numerose sono le star mondiali fra le donne in attività: Lana Rhoades, Mia Malkova, Abella Danger, Riley Reid, Mia Khalifa, Angela White, Nicole Aniston… Nessun grosso nome italiano riesce più ad emergere in campo internazionale, forse soltanto Valentina Nappi è un minimo conosciuta. Le statistiche fatte sui protagonisti dicono nel 60% dei casi si tratta di donne e nel 40 di uomini, ma la realtà è che nel porno tranne poche eccezioni gli uomini partono ad handicap per ingaggi e considerazione.
Maschi etero
Un problema, sempre che si possa definire problema, è che abbiamo citato attori che di solito interpretano situazioni etero, magari con qualche eccezione ma sempre partendo dall’etero. È chiaro che il discorso gender è entrato anche nel porno, con un numero di categorie e sottocategorie ormai incomprensibile. Ma in proporzione il discorso è meno presente che sui media mainstream, visto che l’utente dei grandi portali porno è all’80% un maschio etero, come può essere intuitivo, e in più di metà dei casi con meno 24 anni, cosa che invece è meno intuitiva e che descrive un fenomeno in crescita, quello del consumo giovanile di porno al di là del necessario. Fenomeno comunque meno preoccupante di quello delle stanze private, dove può essere offerto e guardato davvero di tutto, senza controllo e tabù. Un mondo in cui ci sono meno divi, ma più soldi e più rischi.