Cinema

Gli esclusi dall’Academy

Will Smith si è dimesso dall’Associazione, ma in passato altri protagonisti dello spettacolo sono stati espulsi per svariati motivi – Il caso di Carmine Caridi
Marcello Pelizzari
02.04.2022 17:00

Gli spifferi suggerivano una soluzione mite, il classico compromesso: non un’espulsione, semmai una sospensione. Will Smith, però, evidentemente ha compreso di averla fatta grossa. Troppo grossa. E così, ha lasciato l’Academy. L’Associazione responsabile degli Oscar.

Vicenda conclusa? Sì, no, forse. Di sicuro, il chiacchiericcio attorno all’attore e ai suoi comportamenti sballati proseguirà a lungo. Certo, non è la prima volta che un membro dell’Academy finisce nel tritacarne. Los Angeles, in fondo, vive anche di questo. Di discese ardite e risalite, volendo parafrasare Lucio Battisti e Mogol. Anzi, spesso solo di discese.

Il «pirata»

Smith, in un certo senso, si è salvato. Gli spifferi, dicevamo, suggerivano che difficilmente l’Academy lo avrebbe espulso. Nel dubbio, l’attore si è fatto da parte. Evitando, quindi, di finire «in automatico» nella cerchia, ristretta, dei cattivi. Nella storia dell’Associazione, infatti, solo cinque persone sono state sbattute fuori senza troppi complimenti.

Per quattro di loro, Harvey Weinstein, Bill Cosby, Roman Polanski e Adam Kimmel, la decisione è sembrata una logica conseguenza delle loro azioni, disdicevoli per usare un eufemismo, sul set e non solo. Dalle molestie sessuali alla pedofilia, l’elenco è lungo. Lunghissimo.

Il caso di Carmine Caridi, tuttavia, è differente. E strappa un sorriso, perché l’attore – deceduto nel 2019 – è stato espulso con l’accusa di pirateria. No, non si era presentato a una festa vestito da Capitan Uncino quando il tema della serata era un altro. Banalmente, aveva condiviso con amici e familiari i cosiddetti screeners. Ovvero, copie di film cui i membri dell’Academy hanno accesso. Un’abitudine diffusa all’epoca. Lui, beh, pagò per molti. Se non tutti.

Figlio di italiani

Caridi si era costruito una discreta fama grazie a partecipazioni ne Il Padrino – Parte seconda e Bugsy. La sua espulsione risale al 2004. Gli screeners, appunto, sono riservati ai membri dell’Academy e sono accompagnati da un chiaro messaggio. Per farla breve, guai a condividerli. Molti, però, come detto erano soliti organizzare serate fra amici e familiari. Al grido «vediamoci l’ultimo di Tom Cruise». Un peccatuccio, diciamo.

«Sono nato nel Lower East Side di New York da genitori immigrati, come avrei potuto non condividere delle nuove uscite?» disse a tal proposito Caridi.

Sfortunatamente, le abitudini di Caridi si incrociarono con Russell Sprague. Un amico-non-amico. L’attore aveva bisogno qualcuno che gli sistemasse il videoregistratore e Sprague, diciamo, era nei paraggi. Caridi, però, non sapeva che il suo nuovo contatto era nel business delle copie piratate dal 1975.

Secondo la moglie di Sprague, citato dal Daily Telegraph, il marito agiva secondo uno schema classico: distribuire copie di nuovi film prima, molto prima che arrivassero nei cinema. «Era qualcosa che lo faceva sentire importante».

L'ultimo samurai

La polizia, proprio perché era molto bravo, aveva perso le tracce di Sprague durante gli anni Ottanta. Il suo nome, per contro, riemerse nel 2003. Delle copie piratate de L’ultimo samurai circolarono su Internet. Tutte, va da sé, erano riconducibili allo screener inviato a Caridi. Ahia. Lo stesso per altre pellicole come Big Fish e Mystic River.

Alla fine, saltò fuori che la collezione di screener di Caridi (in VHS) veniva puntualmente saccheggiata da Sprague. Che copiava i film e li metteva online.

Sprague morì in cella, in attesa del processo, apparentemente per un attacco di cuore. Caridi, al Los Angeles Times, disse che l’amico-non-amico gli rovinò la vita. Tanto la Columbia quanto la Warner Broadway intimarono all’attore di versare un risarcimento di 300 mila dollari. Troppi, per lui. L’Academy, invece, pronunciò l’espulsione. «Ma che ne sapevo io che Sprague avrebbe messo quei film online?» dichiarò Caridi all’Hollywood Reporter, nel 2017. «Non lo sapevo. Davvero. Ma non incolpo l’Academy. Violai le loro regole. Punto».

Un'esclusione «innocente»

Caridi, in ogni caso, continuò a ricevere gli screener anche dopo l’espulsione. E continuò, certo con maggiore discrezione, a condividerli con amici e familiari. Deceduto nel 2019, il suo nome rimarrà legato (quasi) più a questa vicenda che alla carriera sul grande schermo.

Detto di Will Smith, letto con le lenti dell’attualità il cartellino rosso sventolato a Caridi dall’Academy nel 2004 fa sorridere (amaramente). Rispetto a Weinstein, Cosby, Polanski e Kimmel, beh, l’ex caratterista si macchiò di un crimine molto, molto, molto meno grave. Al punto che, forse, meriterebbe il perdono (postumo).