Gli ottant’anni di Tina Turner tra tragedie e grandi rinascite
Compie ottant’anni una delle icone della musica contemporanea, Anne Mae Bullock, alias Tina Turner. Ottant’anni che la cantante nata il 26 novembre 1939 a Nutbush, Tennessee, e da un quarto di secolo cittadina svizzera domiciliata a Küsnacht (Zurigo) ha vissuto in un turbinio di drammi, tragedie, violenze, ascese, cadute, rinascite da sembrare uscito dalla penna di uno sceneggiatore hollywoodiano.
A cominciare da un’infanzia non facile, segnata dalla separazione dei genitori. Poi l’incontro, poco più che diciottenne, con Ike Turner con cui formò una band di successo grazie a brani come Proud Mary, Nutbush City Limits e River Deep Mountain High. Il matrimonio con il musicista non fu però altrettanto fortunato bensì ricco di violenze e soprusi: un incubo dal quale Tina fuggì senza praticamente nulla, ricominciando da zero. Negli anni Ottanta la rinascita, con canzoni quali Let’s Stay Together, Private Dancer, What's Love Got To Do With It, The Best, We Don’t Need Another Hero, concerti clamorosi (indimenticabile quello di Locarno, in piazza Grande) e Grammy Awards.
Una nuova vita che ha visto Tina trasferirsi nel nostro Paese, sul lago di Zurigo e sposarsi con un uomo più giovane, Erwin Bach. Quanto tutto sembrava avviato verso una tranquilla serenità, a complicarle le cose è intervenuta la malattia: prima un ictus, poi un tumore all’intestino e ancora una grave insufficienza renale cui si è aggiunto il drammatico suicidio del figlio. Una concatenazione di eventi in grado di distruggere chiunque, ma non l’inossidabile Acid Queen (soprannome rimastole addosso dopo il suo ruolo nell’opera rock Tommy degli Who) che ha avuto ancora una volta la forza di ripartire. Stavolta da una tranquilla quotidianità nella periferie zurighese, da dove esce solo per poche apparizioni mondane, nelle quali il suo fascino e il suo carisma sono tuttavia sempre quelli di un tempo. Buon compleanno, dunque Tina!
