Hesse e Heuss, due amici nel secolo breve

Due protagonisti del Novecento, due personaggi che il drammatico secolo breve tanto caro a Hobsbawm lo hanno attraversato tutto senza perdersi mai di vista dai primi contatti professionali del 1905, quando entrambi erano due giovani cultori della letteratura, alla fine delle loro esistenze terrene al principio degli anni Sessanta, l’uno ieratico premio Nobel nel buen retiro di Montagnola, l’altro popolarissimo presidente (per un decennio) della Repubblica Federale Tedesca. Hermann Hesse e Theodor Heuss, due figli della terra di Svevia e due grandissimi amici i cui legami profondi vengono ora riscoperti da una bella mostra al museo di Montagnola dedicato allo scrittore che porta come significativo sottotitolo la precisazione «un rapporto di amicizia in tempi mutevoli». Concepita dalla Fondazione Hermann Hesse, sotto il Patronato dell’Ambasciata tedesca di Berna e accompagnata dalla pubblicazione di un libro in tedesco e italiano (editore Schwabe Verlag di Basilea) la mostra propone lettere, fotografie, articoli di giornale e libri che documentano l’evoluzione di questa lunghissima amicizia. Oggetti, provenienti dal lascito di Theodor Heuss, illustrano invece il grande amore di Heuss per l’arte; esposta anche una selezione dei suoi acquarelli, realizzati durante i soggiorni in Ticino e in Engadina dove i due, Hesse era un habituè di Sils Maria, si incontreranno tante volte in tarda età. All’inaugurazione di domani interverranno Ignazio Cassis, Consigliere federale, l’Ambasciatore tedesco a Berna Norbert Riedel, il Sindaco di Collina d’Oro, Sabrina Romelli, il Presidente della Fondazione Hermann Hesse, Marc Andreae, il nipote di Theodor Heuss, Ludwig T. Heuss così come le curatrici Regina Bucher e Eva Zimmermann. «Con queste righe ho voluto pregare il lettore affinché resti diffidente nei confronti degli slogan che oggi più che mai ottundono i sensi». Theodor Heuss, 1915. La citazione non si riferisce, come si potrebbe pensare, all’attualità. È stata invece pubblicata su un giornale tedesco più di cento anni fa da Theodor Heuss in difesa di Hermann Hesse. Queste parole sottolineano un aspetto importante che le curatrici della mostra e del libro hanno voluto mettere in risalto: Hermann Hesse e Theodor Heuss erano persone accomunate dalla fermezza nel rimanere fedeli alle proprie convinzioni nonostante fossero spesso in opposizione ai dogmi (e che dogmi!) che lo spirito del tempo imponeva. Questo è uno dei tratti fondamentali che ha inizialmente messo in contatto i due uomini e che divenne con il tempo un importante pilastro della loro amicizia. Nella sua prefazione al libro che accompagna l’esposizione Ignazio Cassis evoca opportunamente la loro «forza di carattere, il loro impegno morale e la scelta di difendere, attraverso la letteratura, la dignità umana in un periodo storico in cui veniva calpestata dalla guerra e dalla dittatura» e proprio questo fu il fil rouge che li accomunò per tutta la vita. Fu Theodor Heuss, per esempio, che nella Germania del 1915, nel pieno della Prima guerra mondiale, difese Hesse dall’accusa di essere un traditore della patria, attraverso un dettagliato e oggettivo articolo pubblicato su un quotidiano. Ventidue anni dopo, in epoca nazista, quando citare il nome di Hermann Hesse nella stampa tedesca era ormai assolutamente vietato, fu di nuovo Theodor Heuss a scrivere e pubblicare l’unico contributo giornalistico che celebrava l’opera del grande scrittore in occasione del suo sessantesimo compleanno, nel 1937. Gli incontri personali si tennero spesso a distanza di molti anni, tuttavia il contatto si mantenne sempre vivo attraverso lettere e pubblicazioni. Dopo il 1945 iniziò per entrambi l’età degli onori e dei pubblici riconoscimenti, durante la quale la loro possibilità di influire sulla vita pubblica crebbe progressivamente. Hermann Hesse ricevette premi e ordini di merito e le sue opere raggiunsero milioni di lettori in tutto il mondo. Theodor Heuss divenne il primo presidente della Repubblica Federale Tedesca; comunemente percepito come un rappresentante eccezionalmente autentico e umano della sua patria, contribuì a stabilire i primi, cauti contatti tra il giovane Stato federale e i partner internazionali. Nel corso degli anni Cinquanta, Theodor Heuss fece visita a Hermann Hesse a Montagnola, inoltre i due ebbero modo di incontrarsi all’Hotel Waldhaus di Sils Maria in Engadina. In queste occasioni si dimostrarono l’uno per l’altro un interlocutore vivace, intelligente e pieno di umorismo; insieme guardavano indietro, ai lunghi e travagliati anni del loro passato, condividevano il natio accento svevo e apprezzavano la reciproca compagnia in un intenso scambio di idee. E dire che tutto era nato agli albori del secolo da alcune critiche letterarie su cui i due non si erano trovati propriamente d’accordo. Eppure due guerre mondiali e tutto quello che avvenne durante e che ne conseguì non riuscirono mai a scalfire quell’amicizia fondata sui valori tra due personaggi di immenso spessore morale che oggi ha ancora tanto da insegnarci.