«I Cenci» da Antonin Artaud a Giorgio Battistelli

Il LAC si sta imponendo sempre più, oltre che come luogo di rappresentazione, anche come luogo di incontro tra realtà attive sul nostro territorio. LuganoInScena, in particolare, punta già da tempo sulla (co)produzione di spettacoli che sappiano interessare anche tipi di pubblico diversi tra loro. Il prossimo 26 maggio alle ore 20.30, la Sala Teatro del centro culturale luganese ospita così il risultato della prima collaborazione artistica tra la struttura diretta da Carmelo Rifici e il Conservatorio della Svizzera italiana: la messa in scena, per la prima volta in lingua italiana, dello spettacolo musicale I Cenci tratto dal testo scritto da Antonin Artaud nel 1935, su musica e libretto del noto compositore contemporaneo italiano Giorgio Battistelli. Uno spettacolo andato in scena per la prima volta a Londra in lingua inglese nel 1997 e poi riproposto nella versione francese e in quella tedesca.
Come ha evidenziato durante la presentazione alla stampa il direttore musicale Francesco Bossaglia, si tratta di un progetto nato con la partecipazione di RSI Rete Due in occasione della ventesima stagione di 900presente che coinvolge in particolare l’Ensemble900 e lo Spazio 21 del Conservatorio che si occupa di musica elettronica. La regia - o meglio, la mise en espace - dello spettacolo è curata dallo stesso Carmelo Rifici, che evidenzia però subito come sia «la musica di Battistelli a dettare la regia». Il lavoro del direttore di LuganoInScena si è quindi concentrato essenzialmente sulla scelta dei quattro attori che saranno sul palcoscenico (il noto performer italiano Roberto Latini, Anahi Traversi, Elena Rivoltini, Michele Rezzonico), della danzatrice Marta Ciappina che sarà protagonista della sequenza finale dove le voci tacciono per lasciare spazio alla musica, e dei principali collaboratori che si occuperanno dell’aspetto visivo de I Cenci: il giovane videomaker ticinese Francesco Puppini (regia video) e il tecnico del LAC Pierfranco Sofia che curerà le luci.
Bossaglia ha inoltre sottolineato come il riprendere in mano lo spartito di Battistelli abbia significato anche ripensare completamente le sequenze di musica elettronica che oltre vent’anni fa erano state realizzate con mezzi completamente diversi rispetto a quelli oggi a disposizione.
Lo spettacolo prende quindi spunto dal testo che Artaud stesso diresse e interpretò nel ruolo del protagonista Francesco Cenci nel maggio del 1935 sul palco del Théâtre des Folies-Wagram di Parigi con la musica di Roger Dèsormière e le scene e i costumi di Balthus. Diciassette rappresentazioni che ebbero una notevole risonanza, anche perché preannunciava diversi aspetti di quello che Artaud definì più tardi come «teatro della crudeltà».
Una vicenda truce
Tratto da una storia vera, I Cenci è ambientata a Roma nel 1599. Il conte Cenci, dopo aver commesso un delitto, riesce a sfuggire al carcere grazie alla mediazione di Camillo, che intercedendo presso il Papa, commuta la sua pena in una confisca di terre. Ma Cenci è ben lungi dal pentimento: travolto dal suo stesso furore distruttivo organizza un ricevimento durante il quale festeggia la morte dei suoi figli minacciando tutti gli invitati, poi, interpretando fino in fondo il suo ruolo di anticristo, torturerà la moglie Lucrezia e violenterà la figlia Beatrice. Una vicenda a dir poco truce, riscritta da Battistelli che così la descrive: «Le scene molto concise che si susseguono senza interruzione sono momenti sinfonici individualizzati carichi di tensione espressiva e contagiosa. Sono delle “stazioni” – ritratti, incontri, situazioni – un po’ secondo il modello espressionista, che creano un carattere, un personaggio, un sentimento, un’atmosfera, portando inesorabilmente verso il tragico epilogo».
Un evento unico nel suo genere, tutto da scoprire, che punta quindi a coinvolgere sia gli appassionati di teatro, sia i cultori della musica contemporanea per una serata che si prospetta di certo ricca di emozioni forti.