"I laureati" di Pieraccioni 20 anni dopo

Nella nuova commedia "Un fantastico via vai"
Max Armani
18.12.2013 00:17

«Sono passati vent?anni da I Laureati ed io volevo ritrovare quel personaggio, non per vedere se era ?maturato? e che tipo fosse diventato, ma piuttosto per raccontare il seguito del classico ? ?e vissero felici e contenti? che era d?obbligo in tutte le mie commedie sentimentali. Insomma dopo sedici anni di matrimonio la storia d?amore del mio protagonista aveva resistito all?usura della quotidianità? E poi mi piaceva fare una carrellata sui giovani laureandi di oggi, mettendo il mio ?eroe? a confronto con dei suoi probabili alter ego». Così parlò Leonardo Pieraccioni presentando a Roma il suo nuovo film: Un fantastico via vai che ha scritto insieme a Paolo Genovese. Stavolta niente bellezze esotiche, ma in compenso alcuni cameo che portano sullo schermo i comici Maurizio Battista e Mauro Mazzocca, molto noti al pubblico romano, nei panni di due colleghi del protagonista, con la testa piena di fantasie; gli amici toscani, come Massimo Ceccherini, nel ruolo di un detective molto speciale; e Giorgio Panariello in quello insolito, di un imprenditore razzista, con un simpatico cagnolino che gli fa i dispetti.  Al centro della storia c?è Arnaldo  Nardi (Leonardo Pieraccioni), impiegato di Banca, con la moglie Anita (Serena Autieri), e due figlie gemelle. Ma Pieraccioni-Nardi, della famiglia si libera subito nei primi dieci minuti del film, visto che sua moglie, dopo aver trovato un paio di manette decorate di piume rosa, insieme ad un biglietto indirizzato ad una sconosciuta, lo caccia di casa. Ed è così che Arnaldo decide di trovare rifugio in un appartamento di studenti ventenni (che vuole essere una sorta di campionario dei giovani di tutta Italia): «Tutti belli e alti!» esclama felice il transfuga una volta preso in casa dagli ignari studentelli, e spento il cellulare, sembra adattarsi benissimo alla nuova situazione. «È normale, Arnaldo come tutti, ogni tanto si lascia prendere da quella nostalgia per i suoi venticinque anni, per il periodo in cui andava all?università -racconta Pieraccioni- che negli anni è diventato per lui, una sorta di età d?oro, della quale ricorda solo le cose belle e divertenti».