I Måneskin fanno centro anche a Bellinzona

BELLINZONA - Tenere tre concerti in Ticino in pochi mesi riempiendo due volte il Palacongressi di Lugano e una volta Castelgrande a Bellinzona implica essere dei piccoli fenomeni. E i Måneskin, in effetti, dei piccoli fenomeni lo sono. Pur figli dei talent televisivi, i quattro ragazzi romani, hanno infatti imparato presto a muoversi sulla scena e a trovare i giusti argomenti per catturare il pubblico.
Che anche ieri sera, in un’atmosfera più da tardo autunno che da fine luglio (se al posto di vendere birre e gelati gli addetti avessero optato per thé caldo e punch avrebbero decuplicato gli incassi...) sono saliti numerosi al Castello di San Michele per il loro energico e coinvolgente show a base di quell’azzeccata miscela di pop, punk & funk sulla quale hanno costruito la loro fortuna.

Fortuna che tuttavia ruota attorno anche ad un altro elemento: la grande presenza scenica del frontman Damiano David, una versione riveduta e corretta del Renato Zero dei bei tempi, con il quale ha davvero molti punti in comune: fisico scattante e androgino, bella presenza scenica, folta e scura capigliatura, movenze effeminate, timbrica potente e bassa e marcatissimo accento «derrròma». Uniche differenze un repertorio, come detto, più rock e una minor ironia nel suo porsi al pubblico rispetto a Renatone che fa talvolta apparire certe sue movenze un po’ forzate. Nulla di grave, tuttavia. Anzi.
Damiano David ed i suoi tre compagni d’avventura reggono il palco benissimo e se la cavano bene anche dal punto di vista strumentale, riuscendo a tenere incollati i propri fan (anagraficamente molto eterogenei: si va dai bambini ai pensionati, con una leggera preponderanza per il sesso femminile) con una gradevole alternanza tra canzoni proprie e cover. Aperto il concerto con Fear For Nobody, la band ha snocciolato in rapida successione Chosen, Kiwi, New Song, Morirò da re, Recovery, Lasciami stare, un medley tra Take me Out dei Franz Ferdinand e Somebody Told Me dei Killers, per poi proseguire con un’alternanza di canzoni in italiano ed inglese tra le quali una trascinante versione di My Sharona, fino all’immancabile L’altra dimensione. Uno show non lunghissimo (poco meno di un’ora e mezza) ma intenso, dinamico e divertente conclusosi con un solo bis eseguito tra cori da stadio e un’overdose di telefonini che riprendevano: Torna a casa. Poi, appunto, tutti a casa, in attesa del gran finale, stasera, di Castle On Air con la coppia Raf-Umberto Tozzi.