Tendenze

I miniappartamenti alla milanese da 14 metri quadrati

Nelle grandi città i posti in cui vive la cosiddetta gente reale sono sempre più piccoli, roba da far sembrare un castello l'abitazione di Renato Pozzetto nel «Ragazzo di campagna»
Stefano Olivari
25.12.2024 17:00

Nelle grandi città i posti dove la gente reale vive sono sempre più piccoli, a Milano molto più che altrove. Per questo non esiste una notizia sul mercato dei miniappartamenti che davvero stupisca, così come non stupisce che qualcuno si vanti di avere affittato una casa di 14 metri quadrati, da far sembrare un castello quella proposta all’indimenticabile Renato Pozzetto-Artemio nel Ragazzo di campagna. Ma cosa sta succedendo? Tendenza di lungo periodo o impazzimento generale?

Influencer

Il caso dei giorni scorsi è stato il monolocale in zona Politecnico, quindi la parte Est di Milano, per 750 euro al mese. A fare notizia non la cifra, fra l’altro per gli standard svizzeri del tutto normale, ma la superficie, i già citati 14 metri quadrati, oltre ai lisergici post su Instagram di Gian Maria Tirrico, agente immobiliare con ambizioni da influencer, che si è vantato di avere affittato il miniappartamento pochi minuti dopo avere messo l’annuncio su Instagram, segno che di potenziali Artemio ce ne sono oggi come ce n’erano nel 1984, quando fu girato il geniale film di Castellano e Pipolo. Il quarantaduenne Tirrico si inserisce perfettamente nella tendenza che sta vedendo gli agenti immobiliari sostituire gli chef nell’immaginario collettivo, che in Italia è milanocentrico: un po’ Milanese imbruttito, un po’ motivatore tipo il Maicol Pirozzi della Gialappa’s, Tirrico ha nel suo futuro la televisione e nel suo presente una città sempre più di passaggio, con gente disposta a pagare per affitti o acquisti cifre del 50% superiori a quelli dell’ultimo periodo pre-Covid. Di sicuro è un mito dei nostri tempi, ancora più estremo degli agenti di Casa a prima vista.

Flat

Il cambiamento economico e sociale accelerato dall’EXPO 2015 è evidente: in un decennio i residenti a Milano sono aumentati di circa 100.000, attualmente il totale è di circa 1.390.000 persone, ma con il trucco. Non è che ai milenesi per così dire vecchi si siano aggiunti nuovi arrivi, ma proprio c’è stata una sostituzione. Stando all’anagrafe mezzo milione di residenti sono arrivati a Milano negli ultimi dieci anni, il che significa che 400.000 milanesi di prima se ne sono andati. Un fenomeno clamoroso, ben noto anche in Svizzera, con le persone che fanno lavori ‘normali’ che non possono più sostenere il costo della vita di una grande città. E non certo perché l’economia esplosa, anzi il PIL italiano è quasi fermo, ma perché migliaia di persone trovano interessante comprare una casa o vivere a Milano per un breve periodo, a qualsiasi prezzo. Negli ultimi anni la città è stata invasa non più da benestanti o da figli di benestanti, i classici studenti fuoricorso tipo il Vastano di Drive In (dai calabresi ai ticinesi), ma da ricchi veri, complice la flat tax per chi si stabilisce in Italia dopo almeno 10 anni all’estero, che era di 100.000 euro (a prescindere dal reddito) e che solo di recente è stata portata a 200.000: comunque briciole, per un certo target. Con effetti immediati sul mercato immobiliare e sui consumi normali: il centro di Milano è l’unico posto in Italia, oltre ai locali di Briatore, in cui la pizza margherita costa come a Lugano.

14 metri quadrati

Al di là dei grandi discorsi, a molti affittare un appartamento di 14 metri quadrati sembra illegale. E in effetti è proprio così, perché la legge italiana prevede per l’abilità una superficie minima di 28 metri quadrati. Ma questo vale per gli immobili di nuova costruzione, con un minimo che scende a 20 per quelli ricavati da riconversioni di immobili commerciali. Regole che non valgono per le case vecchie, che non sono sottoposte ad alcuna regola né di superficie (a Milano abbiamo visto anche appartamenti più piccoli di quelli di Tirrico) né di illuminazione: il monolocale ormai diventato famosissimo in tutto il web non ha infatti finestre, ma soltanto due lucernari. Quanto agli odori, impossibile dare torto a Tirrico quando dice che uno che va ad abitare in una casa del genere non lo fa certo per mettersi a friggere.

Alternative

Quanto costa in definitiva abitare a Milano per un single senza troppe pretese? In una zona centrale o semicentrale è difficile trovare anche una sola stanza, magari più piccola di quella piazzata da Tirrico su Instagram, per meno di 800 euro, che salgono a minimo 1.300-1.400 per un monolocale indipendente e arrivano in zona 2.000, a essere fortunati, o realisticamente 2.500, per un bilocale. L’acquisto è per pochi, anche molto al di sotto dei numeri che fanno titolo, come i 20.000 euro al metro in via Montenapoleone: impossibile in questo momento trovare qualcosa a meno di 9.000 in zone almeno sentite nominare, a meno di non accettare una casa con grossi difetti. Al di là delle zone cool, nel 2024 la superficie media di un appartamento affittato a Milano è di 67 metri quadrati, per un prezzo medio di 1.800, segno che spostandosi molto in periferia qualche possibilità di sopravvivere ancora c’è.

Capsule

Al di là dei casi limite, la tendenza alla miniaturizzazione delle case è evidente in tutte le città del mondo e per forza di cose si è estesa agli alberghi: il fenomeno dei capsule hotel è partito da un mero discorso di convenienza, di solito nei pressi di aeroporti (ce n’è uno molto utilizzato a Zurigo) e stazioni, per avere successo in tutto il mondo e raggiungere vari tipi di target, lusso compreso. Nel 2023 i capsule hotel, le cui camere hanno dimensioni ancora più estreme rispetto ai monolocali alla milanese, hanno fatturato in tutto il mondo 232 milioni di dollari e il loro tasso di crescita porta a pensare che entro il 2030 questa cifra raddoppi. Ovviamente il fenomeno sta esplodendo anche a Milano: un misto di tecnologia, risparmio, viaggi in solitaria sempre più diffusi, fa sì che questa formula sia quella maggiormente sostenibile per il turismo del futuro. Certo se nel monolocale milanese si sta scomodi, nel capsule hotel sembra spesso di stare in una bara. Ma il mondo, per lo meno quello del fu Occidente, è sempre più per single.