I protagonisti di "Trainspotting" vent'anni dopo

Danny Boyle firma il seguito del suo celebre film
Max Armani
01.03.2017 00:13

«Ci pensavamo da anni a dare un seguito a Trainspotting, ma non riuscivamo a trovare la chiave giusta per rimettere insieme quei protagonisti». Lo racconta il regista Danny Boyle presentando finalmente dopo vent'anni, il film Trainspotting 2 a Roma.

Due anni fa si sono ritrovati di nuovo a Edimburgo: Danny Boyle, Ewan McGregor (Mark Renton), Jonny Lee Miller (Sick Boy), Ewen Bremner (Spud), Robert Carlyle (Begbie), insieme allo sceneggiatore, John Hodge per una settimana, in una sorta di autoanalisi di gruppo. Così è scaturita quella chiave a lungo cercata, sintetizzata nel film dalla battuta con cui Mark Renton tornato in città, decide di gettare la maschera con quello che era stato il suo migliore amico, Sick Boy: «Ho quarantasei anni e sono fottuto», dice incredulo. E come ha confessato Danny Boyle: «Era proprio quello che provavamo noi. Non avevamo tutti quarantasei anni, ma sì, ci sentivamo comunque "fottuti". E così abbiamo deciso di fare un film sull'invecchiare, senza volerlo e quasi senza saperlo».

Così Trainspotting finiva con Mark Renton che «sceglieva la vita» e tradendo gli amici, scappava da Edimburgo con i soldi del gruppo, per costruirsi un'esistenza diversa, ma adesso, a distanza di vent'anni, lo vediamo tornare in città, non certo da eroe, né da vincitore, oppresso dal presente e dai minacciosi debiti del passato. Torna per riallacciare quei rapporti che lo riconciliano con se stesso, perché sono parte di lui: con il padre, che ha abbandonato da solo con il suo dolore; e i suoi amici, compagni della sua gioventù scapestrata, divertente, avventurosa che oggi gli sembra «mitica», le uniche cose della sua vita, da salvare.

Forse Trainspotting 2 non è dirompente come il primo film, ma ti prende quasi per la gola con la sua sincerità, per quel senso di rivolta, disperata e ironica dei protagonisti che si accorgono di non avere più una seconda chance, anche se forse non saprebbero come usarla. Danny Boyle è riuscito a non fare una sorta "di grande freddo", riportando fuori dal limbo di questi ultimi vent'anni dei personaggi autentici nella loro umana cialtronaggine.

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